Il Distretto culturale istituzionale si fonda sulla scelta politico-collettiva di un sistema di istituzioni formali, ossia sulla assegnazione dei diritti sulla proprietà intellettuale e sui marchi.
Anche in questo ambito l’esperienza italiana è significativa e il risultato, per quanto caratterizzato da una forte componente industriale, presenta caratteri culturali ancora più marcati ed evidenti. In regioni come il Piemonte e la Toscana lo sviluppo economico di certe aree ha una data di inizio: quella della legge che assegna i diritti di proprietà sui prodotti della tradizione locale.
Il diritto alla denominazione di origine, come il copyright, la tutela di un marchio o di un particolare design hanno conseguenze virtuose particolarmente interessanti:
– creando un privilegio monopolistico, consentono un aumento dei prezzi e in definitiva dei redditi, che contribuisce ad una sostanziale accumulazione di capitale;
– la tutela giuridica, di fatto, genera gli incentivi corretti affinché i produttori trovino il loro tornaconto nell’investimento e valorizzazione di prodotti che una lunga tradizione culturale ha selezionato;
– la tutela giuridica e gli incentivi economici portano ad un maggiore controllo dei processi produttivi e distributivi con un notevole aumento della qualità dei prodotti. Tra gli aspetti culturali spiccano la valorizzazione di fiere e festival legati alle tradizioni culturali; il recupero del patrimonio storico di castelli e cascine; l’uso del paesaggio come risorsa economica; la diffusione di ecomusei, centri culturali ed enoteche; la creazione di parchi letteraria e artistica; lo sviluppo dell’industria turistico-alberghiera; l’istituzione di una università internazionale del gusto che fa rivivere cucina tipica e antichi mestieri.
Analogo ragionamento può applicarsi ai distretti culturali istituzionali che si fondano sullo sfruttamento economico delle tradizioni più spiccatamente artistiche e popolari: come in campo musicale, delle arti figurative e plastiche e del disegno industriale. (Walter Santagata)