Ognuno di noi quando lavora o si relaziona con i propri affetti deve rendere conto delle proprie azioni in un qualche modo. Questo vuol dire che talvolta si assumerà la responsabilità di determinate decisioni, altre si potrà fregiare di meriti o si dovrà scusare per degli errori o sarà comunque tenuto a spiegare delle scelte.
L’affidabilità culturale risulta fragile e precaria, dipendendo da circostanze occasionali e non discendendo da una griglia solida e credibile di incentivi e vincoli che inducano le organizzazioni ad adottare e consolidare strategie.
A parte l’opinabilità tanto tecnica che economica di molti dei concetti sottesi alle erogazioni-elargizioni, che per fortuna cominciano a entrare seriamente sul tavolo della discussione, c’è un dato importante che questa modalità evidenzia: l’arbitrarietà.
Queste difficoltà hanno finito col determinare una sorta di “contraddizione in termini” del processo di accountability in Europa: sono proprio quelle organizzazioni che hanno quale oggetto sociale la cultura della sostenibilità a non produrre bilanci sociali.
Indice
Adriana Polveroni, Prefazione: i mercati della cultura
Stefano Monti, Introduzione: Cultura e Accountability
Che cos’è l’accountability
(Un glossario essenziale: a cosa serve e perché manca; Le tre aree dell’accountability: strategica, gestionale e finanziaria; Il panorama internazionale: regole, prassi, limiti)
Obiettivi e strumenti
(Il valore simbolico e relazionale dell’affidabilità; Sintassi e grammatica: come misurare l’affidabilità?; Indicatori di affidabilità: una ricognizione critica)
L’accountability culturale
(L’industria culturale: struttura, dimensioni e flussi; Gli indicatori della cultura nell’esperienza italiana; Orientamenti e strumenti di valutazione)
Conclusioni: strategie e politiche per una nuova impresa culturale
Bibliografia
Biografie autori.
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