Urbanistica e ospitalità

Sistema turismo e organizzazione della città per il nuovo PRG di Roma

Il testo pubblicato riporta una sintesi della ricerca svolta, nell’ambito dell’elaborazione del nuovo Prg, per l’Amministrazione comunale di Roma sull’offerta turistica romana. Il gruppo di ricerca è costituito da: Giuseppe Imbesi (coordinatore), M.Letizia Pillaton (resp.operativa), Walter Fabietti Giuliano Faggiani, Simone Ferretti, Paolo Imbesi, Stefano Pertini, Patrizia Ricci, Fausta Testacuzza e Pasquale Zaffina.

Il fenomeno turistico si manifesta nell’insieme delle relazioni tra utenti di determinati beni,appunto quelli turistici (caratterizzati da una composizione molto ampia), e offerta pubblica e privata d’attrezzature e servizi connessi alla fruizione dei beni turistici. Molto spesso, i beni che determinano la capacità d’attrazione espressa da un’area geografica non sono “esclusivamente” orientati al turista ma,al contrario, possono riferirsi a ad una platea molto più vasta di utenti. Così, ad esempio, una chiesa pur essendo pensata per funzioni non turistiche può rappresentare un fattore d’attrazione per un turismo culturale; oppure un complesso sportivo, pensato per lo svolgimento di attività ginniche, può in alcune occasioni essere sede di attrazione turistica (legata alla manifestazione svolta).

Inoltre, molto spesso, contribuiscono a determinare l’attrattività di un’area attrezzature e servizi propri della società civile: la presenza di un trasporto pubblico efficiente, di una bassa congestione insediativa e viabilistica, di una buona dotazione di funzioni e servizi collettivi. Condizioni, queste, che travalcano lo specifico settore turistico per rivolgersi alla generalità della popolazione “presente” in una determinata area.
Nel fenomeno turistico sono presenti molti componenti, alle quali corrispondono altrettanti modi di fruizione turistica, ed altrettante categorie di beni ed elementi attrattivi. Si può, ad esempio considerare un turismo culturale, religioso, sportivo, congressuale, d’affari, sanitario, ecc. Altrettanto variegate sono, pertanto, le chiavi di lettura da utilizzare nell’analisi: si potrà, ad esempio, seguire un approccio storico (legato alle fasi evolutive del fenomeno), uno relativo ai soggetti (legato ai problemi gestionali, ai conflitti tra enti, al ruolo dei privati), uno econometrico (determinato dalla valutazione del rapporto domanda/offerta), uno basato sui fattori geografici di produzione turistica (distribuzione spaziale delle risorse naturali, flussi di domanda, localizzazione delle aree di offerta turistica, mutamenti dell’ambiente determinati dalle modalità d’uso). Articolate possono essere anche le unità di consumo cui fa riferimento lo studio: si può, infatti, considerare quello turistico come un “fenomeno di massa”, legato alla cultura dei paesi in cui si forma la domanda (e agli stimoli sociali, etnici, ecc. che sono alla base del formarsi della domanda stessa), oppure riferirsi alle unità di consumo specifiche (l’individuo, la famiglia, il gruppo). Da questa distinzione è possibile effettuarne altre, relative alla provenienza, all’età, al sesso, alla condizione socioeconomica, alla durata del viaggio, ecc., associabili a ciascun turista.

Spiegare gli effetti del fenomeno turistico significa considerare i diversi aspetti che caratterizzano la domanda, da quelli legati alle motivazioni che sono alla base del suo formarsi, alle modalità attraverso cui si esplica e alle opere e servizi che utilizza.

Politiche turistiche e scelte del piano

L’importanza dell’attività turistica per lo sviluppo dell’economia romana è abbastanza evidente, oggi. Essa rappresenta da sempre una quota consistente della “ricchezza” della città per il richiamo delle sue attrattive storico-culturali e religiose. Quale comparto produttivo, il turismo ha vissuto di vita autonoma, accettato (o anche soltanto tollerato) dagli abitanti ma non integrato nell’economia urbana.
D’altra parte, gli stessi operatori non sembrano aver avuto bisogno della città, in quanto tale; i percorsi tradizionali dei flussi turistici, peraltro molto consistenti e via via crescenti, hanno determinato cambiamenti funzionali delle parti urbane in modo nell’apparenza indolore. Difficile convivenza fra flussi urbani e flussi turistici, esclusione dei residenti dalle parti interessate al turismo (come l’area della Stazione Termini), trasformazione delle aree di accesso ai beni storici e culturali sono tutti fenomeni scarsamente considerati nelle politiche urbane, al più valutati come anomalie da risolvere attraverso interventi congiunturali.

L’intendimento dell’Amministrazione Comunale, di favorire un consistente aumento della domanda turistica, una sua diversificazione in relazione all’arco molto ampio delle offerte direttamente e indirettamente riconducibili al turismo invita a riflettere in termini urbanistici sulle interconnessioni naturali che si pongono fra la città dei cittadini e la città dei turisti. Non si tratta di negare tali interconnessioni, a ben guardare, il modo in cui è localizzata nella città attuale l’offerta di risorse storiche e archeologiche è, di fatto, proprio la maggiore attrattiva e quindi la ricchezza del turismo romano. Basta pensare al parco archeologico centrale; il visitatore coglie tangibilmente il rapporto tra vecchio e nuovo, il fluire del tempo vivo della città, ancora più intenso, forse, della stratificazione filologica che può derivare dallo studio degli scavi; lo stesso si può affermare per il centro storico (ove sono frammiste alle funzioni politiche,amministrative e commerciali di pregio quelle legate alla vita quotidiana di una porzione consistente di “romani”) e, per il sistema basilicale che qualifica la città religiosa (diffusa fino a compenetrarsi nei tessuti della città del novecento).
In parte, la volontà di determinare un consistente aumento della domanda turistica significa anche tendere a determinare una qualità diversa del turista che arriva a Roma: da frettoloso fruitore di massa di beni archeologici e delle emergenze religiose (la permanenza media è di 2 giorni)a frequentatore abituale della città per il piacere di ritrovarsi spesso nei luoghi visitati, di conoscere altri, di approfondire la loro conoscenza, al limite di partecipare a momenti della vita urbana (è il senso attrattivo della metropoli, d’altra parte, ed è ciò che si sta verificando per Parigi, Londra e New York).

Il potenziamento della domanda è legato anche alla possibilità di offrire alle molteplici figure dei visitatori per lavoro, studio, o altro, un ambiente gradevole e attrattivo in grado di garantire forme complementari di fruizione del tempo libero nel campo dello svago, della cultura, ecc.
E’ infine il cambiamento dei modi di fruire la città ed il proprio intorno da parte degli stessi abitanti a rappresentare occasione di potenziamento della domanda. Basta pensare alla modifica dei rapporti tra tempo libero e tempo di lavoro nella vita quotidiana, all’interesse per una maggiore conoscenza, e quindi cultura sociale ed individuale,che si sta determinando nei confronti dei luoghi attrezzati (come i musei) e non.

Finora, al riconoscimento dell’importanza dell’attività turistica non hanno fatto seguito – se si escludono iniziative sviluppate in occasione di particolari eventi (come i “mondiali” del 1990 ed oggi il Giubileo) – adeguate valutazioni sulle caratteristiche di “sistema” del comparto turistico nella vita della città, né tanto meno sulle integrazioni quantitative e qualitative tra il settore, la cultura, l’urbanistica, il commercio, i trasporti, ecc..
L’occasione della ricerca (sviluppata in parallelo all’elaborazione del nuovo piano regolatore di Roma) ha suggerito di mettere in connessione le politiche turistiche con le scelte di piano in un’ottica che, partendo dall’analisi dell’offerta,consenta di delineare “scenari” di riferimento sul ruolo che il turismo potrà svolgere nel medio e lungo periodo e sulle ricadute prevedibili, in termini economici, su un vasto a arco di attività urbane e,in termini sociali, sulla vita dei cittadini.
C’è un arco molto ampio di problematiche che si riferiscono al turismo e che incidono sull’assetto del territorio – da quelle più direttamente economiche a quelle sociali e urbanistiche – da articolare in relazione alle componenti di questa attività (la domanda e l’offerta turistica) ma anche ai modi attraverso cui essa si sviluppa (la promozione, il marketing, il servizio offerto e la sua qualità).

L’approccio può essere perciò molto differente, con esiti ovviamente diversi e spesso fra loro di difficile comunicazione.
In questo caso, l’attenzione è alle relazioni possibili fra “domanda” e “offerta”, valutate a partire dalle caratteristiche fisiche e localizzative.
La ricchezza delle risorse territoriali romane, il ruolo già molto consistente e stabile della domanda
consentono il costruire un quadro della situazione esistente e potenziale sufficientemente aderente all’organizzazione territoriale,da una parte, e di mercato, dall’altra, utilizzabile sia da quanti stanno operando nel settore che dall’Amministrazione Comunale.

I turismi a Roma: l’analisi della domanda e dell’offerta

Sebbene l’analisi del fenomeno turistico sia prevalentemente orientata alla valutazione delle risorse comunali (i beni storici ambientali e le attrezzature culturali, la ricettività e i servizi connessi, ecc.: in altre parole, l’offerta turistica) é tuttavia opportuno effettuare indagini anche sul versante della domanda. Ciò consente di valutare gli input sui quali può fare affidamento il comparto produttivo turistico locale per definire l’offerta stessa, che non può essere individuata solo sulla base dei caratteri del prodotto finale. E’, infatti, indubbio che il dimensionamento o la valorizzazione dell’offerta presente dipenda strettamente dal modello di consumo sul quale la domanda si fonda.
La domanda turistica, come già osservato, si traduce nel ricorso ad un insieme molto variegato di beni e servizi, la cui composizione è funzione diretta dei caratteri della domanda stessa. La forma di residenzialità turistica richiesta, la sua localizzazione rispetto ai beni turistici, la domanda di servizi di mobilità, ecc. variano molto in relazione ai caratteri culturali, sociali, economici, d’età della domanda.

Pur nelle condizioni di disomogeneità dei dati statistici, è tuttavia utile riferirsi a tali informazioni per determinare un quadro dei riferimento analitico. Quadro che sarà maggiormente significativo se riferito anche ad un campo territoriale più ampio (ad esempio, un insieme di comuni con termini a quello studiato).

Nel caso specifico, sebbene l’indagine sia mirata prevalentemente ad indagare il settore turistico nel comune di Roma, non si potranno non effettuare valutazioni sulla più complessa domanda turistica verso la città metropolitana (vero ambito di riferimento per la molteplicità delle domande), richiedendosi un confronto con informazioni relative ad altre mete turistiche. Il ricorso ad indicatori statistici può consentire di valutare quali siano i comparti del settore più in sofferenza, di selezionare aree sulle quali approfondire l’indagine,di classificare i comportamenti medi rilevati dei turisti. In poche parole, attraverso indicatori elementari è possibile valutare gli stili di consumo espressi da gruppo di utenti dei servizi turistici; la scelta di potenziare alcuni servizi più “attrattivi” o di selezionare strategie di rilancio turistico può essere effettuata, soprattutto in una prima fase, anche a partire dal ricorso all’analisi della domanda così svolta, in grado di far valutare la specificità ed il valore delle situazioni.

Il quadro delle informazioni di settore è,ai fini del lavoro, comunque limitato e, soprattutto, si presenta con dati troppo aggregati. Per gli scopi di questa ricerca si è ritenuto quindi opportuno sviluppare un programma di interviste a testimoni privilegiati,teso a far emergere sia le aspettative dei principali attori turistici rispetto alle politiche di piano,sia la percezione dei problemi e dei conflitti presenti nel rapporto tra domanda e offerta turistica locale.
Uno degli indicatori maggiormente significativi sul versante dell’offerta riguarda, ovviamente, la distribuzione e la classificazione delle strutture ricettive (alberghiere ed extralberghiere, queste ultime ormai spesso rientranti nella categoria del non convenzionale) o dei luoghi d’attrazione (musei, parchi pinacoteche, ecc.). Oltre all’indagine sulla distribuzione dei posti letto e sulle caratteristiche “qualitative” dell’offerta, non può essere trascurata l’interpretazione in chiave turistica dei servizi e delle fruizioni distribuite su un determinato territorio. Si è dunque ritenuto opportuno, nello sviluppare l’indagine sul turismo romano, considerare quel sistema composito di risorse che in qualche modo interagiscono con la “vita turistica”. Tale considerazione appare, peraltro, rafforzata dalle considerazioni espresse in precedenza: non si deve parlare di “turismo” quando piuttosto di “turismi”, essendo la segmentazione della domanda nella Capitale molto accentuata. Sono stati così considerati, da un lato, la distribuzione delle risorse in relazione alla tipologia dell’offerta di residenzialità (di cui è stata effettuata una classificazione analitica)e, dall’altro, la distribuzione potenziale della domanda in rapporto ai centri d’attrazione specifici. In altre parole, le considerazioni effettuate sono state diverse in relazione al tipo del turismo (un turismo “culturale” piuttosto che un turismo convegnistico, sanitario, religioso ecc.). Esplorare la composizione dei turismi dal punto di vista dell’offerta, (quello che più propriamente, ma non esclusivamente, pertiene alle analisi di piano regolatore) ha richiesto, in altri termini, di confrontare la distribuzione della residenzialità turistica con le funzioni e le risorse, articolate per “tipo d’offerta”.

Accanto alla valutazione incrociata di questi tre aspetti dell’offerta (residenzialità, servizi e funzioni, risorse storiche culturali, ambientali) è stato inoltre considerato il ruolo che, nel determinarsi dell’attrattività turistica, svolge l’accessibilità. A Roma nell’attuale congiuntura è evidente come la possibilità di accedere rapidamente dal luogo ove si risiede, anche temporaneamente, alle risorse di proprio interesse (o, più genericamente, alle aree centrali della città) valorizzi le potenzialità turistiche di un’area.

E’ possibile, in questo senso, sviluppare due valutazioni parallele: da un lato, occorre valutare l’offerta di mobilità presente (sia quella su ferro sia quella su gomma) e confrontarla con i luoghi d’offerta (residenzialità turistica, funzioni e risorse turistiche) e, dall’altro lato, verificare la “contiguità” delle zone di maggiore presenza di risorse turistiche con le zone d’offerta di residenzialità. Il concetto di accessibilità è dunque stato considerato, in questo caso, in una duplice accezione: ad esempio, un’area con forte presenza di musei, pinacoteche ovvero di centri per congressi, di centri sanitari specializzati,ecc, è considerata “accessibile” in quanto registra la presenza o la prossimità, di numerosi posti letto alberghieri o extralberghieri (valutati anche in relazione al mix d’offerta), ma è stata ritenuta “accessibile” in quanto ben collegata (ridondanza di trasporto pubblico su ferro e gomma e di viabilità) con le aree centrali e/o con le zone di maggiore presenza alberghiera ed extralberghiera.

Sulla base delle considerazioni fin qui svolte, gli aspetti considerati nello sviluppare l’indagine sulla domanda e sull’offerta a Roma hanno riguardato:
– Funzioni e servizi orientati ai diversi tipi di domanda turistica (compresi quelli “genericamente”rivolti al servizio della popolazione “presente”);
- Offerta di residenzialità turistica, articolata per categorie e offerta di posti letto;
– Beni e risorse culturali, sportivi, ricreativi, religiosi, d’amusement, naturalistici, ecc;
– Rete di trasporto pubblico su ferro e su gomma;
– Caratteri della rete varia e dei principali punti sosta.

Tecniche e metodi utilizzati nella ricerca

Nello svolgimento dell’indagine si è fatto ricorso ad un composito range di metodi e tecniche d’indagine. Una prima serie di elaborazioni ha riguardato la classificazione dell’offerta di residenzialità turistica per zone toponomastiche (che hanno rappresentato, in questa fase, l’unità di censimento): una volta raccolte, le informazioni sull’offerta(dati Apt, EBT, ecc.) sono state organizzate in appositi database e classificati su carte tematiche al fine di riconoscere le zone toponomastiche specializzate nell’offerta turistica (alberghiera ed extralberghiera).
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Classificazione

La classificazione delle informazioni relative all’offerta di residenzialità turistica è stata effettuata ricorrendo a tecniche di analisi multivariata (analisi delle componenti principali, cluster analysis applicate a matrici di dati composte da indicatori relativi alla numerosità degli esercizi
e dell’offerta di posti letto per categoria di esercizio alberghiero. La classificazione dell’offerta extralberghiera è stata sviluppata considerando le diverse categorie (campeggi, ostelli, bed and breakfast,case per ferie,ecc.).
La classificazione delle funzioni e delle risorse è stata sviluppata considerando l’organizzazione spaziale dell’offerta(risorse isolate,distribuite linearmente e raggruppate in aeree), l’appartenenza a percorsi turistici (in base alle modalità d’accesso), l’importanza (risorse di rilevanze internazionale ,nazionale o locale) verificata, ove possibile, in base al numero di utenti.
La classificazione dell’accessibilità è stata svolta considerando la ridondanza d’offerta, la densità d’offerta, i flussi di traffico (dove disponibili).

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Il riconoscimento di zone specializzate è stato il punto d’avvio di un’ulteriore serie di elaborazioni: partendo dagli esiti della classificazione, sono state ottenute,mediante una procedura di sovrapposizione tematica (overlay mapping), rappresentazioni di sintesi che costituivano l’espressione congiunta dell’offerta alberghiera ed extralberghiera, dell’accessibilità, della presenza e significatività di risorse localizzate e di funzioni che rappresentano, per la loro capacità d’attrazione (specifica o meno rispetto al fenomeno turistico), un’utilità di settore. Finalità ed esito della rappresentazione è stata la perimetrazione di porzioni dell’insediamento i cui caratteri (presenza di risorse, funzioni e ricettività, ma anche struttura dei tessuti, accessibilità, ecc.) sembrano indicarne una spiccata “vocazione turistica”.
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Overlay mapping

Il percorso di indagine per l’individuazione di centralità turistiche si è avvalso della sovrapposizione di carte tematiche elaborate sulla base della classificazione dell’offerta ricettiva e della rappresentazione selettiva di funzioni e risorse presenti sul territorio comunale.
L’indagine sviluppata ha preso l’avvio dalla valutazione comparata tra le carte tematiche relative al rapporto tra accessibilità e fattori d’attrattività (alberghi, funzioni e risorse turistiche), con lo scopo di verificare la dotazione d’infrastrutture per le modalità negli ambiti dell’offerta. Il riferimento spaziale utilizzato per la rappresentazione dei dati è,come già precisato, la suddivisione toponomastica della città.
Una tavola di sintesi, ottenuta per sovrapposizione dei tre tematismi (ricettività, risorse e funzioni), ha condotto ad una generalizzazione delle aree d’offerta. A questa tavola sono stati successivamente sovrapposti gli interventi in corso e i progetti in itinere (a finanziamento certo) e le centralità individuate dal Prg. Scopo di quest’ulteriore sovrapposizione è stato, da un lato, la verifica di coerenza tra struttura dell’offerta turistica rilevata e le azioni di potenziamento dei sistemi di accessibilità, delle localizzazioni funzionali, di porzioni dell’insediamento perseguiti dal piano;dall’altro lato, la individuazione di elementi su cui fare leva per potenziare l’offerta turistica romana, segnatamente quella non concentrata all’interno delle mura aureliane. La individuazione e descrizione dei nodi irrisolti, delle conflittualità generate e dei punti di interesse (ambiti di strutturazione turistica dell’insediamento) ha consentito di perimetrare ambiti significativi, alcuni dei quali distribuiti lungo direttrici urbane con valenza metropolitana.

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A completamento dell’indagine ,è stata costruita,attraverso il ricorso alle interviste ad opinion leader, una “mappa” delle attese dei principali attori oggi operanti nel settore turistico romano. Inoltre, al fine di considerare anche le prospettive future dell’insediamento urbano, sono stati considerati nella sovrapposizione tematica anche gli interventi in atto e i progetti a finanziamento certo (connotati, cioè, da un elevato grado di certezza attuativa).
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Interviste

Per l’individuazione e la raccolta degli elementi conoscitivi sulla domanda e sull’offerta turistica della città, sostanziale è stata la realizzazione di un pacchetto di interviste a opinion leaders, responsabili di enti pubblici o privati coinvolti a vario titolo nella costituzione dell’offerta turistica a Roma e del suo hinterland. Le iniziative hanno assolto allo scopo di definire la percezione dei problemi del settore turistico secondo il punto di vista dei principali attori operanti sulla scena romana.
Le tematiche principali affrontate: le distorsioni dell’offerta, la domanda turistica e le aree da valorizzare, le azioni di piano e normative proposte.

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L’interpretazione del sistema dell’offerta esistente, caratterizzato da una notevole complessità (e, peraltro, fortemente intrecciato con i più generali temi dell’urbanistica romana), ha richiesto un ulteriore approfondimento analitico. L’approfondimento, sotto forma di esplorazione pilota per ambiti di particolare interesse, è stato sviluppato utilizzando due scale di riferimento. Una prima relativa all’individuazione di sistemi d’offerta articolati a scala metropolitana, riconoscibili in alcuni settori urbani che presentano una chiara tendenza alla connessione (funzionale, dell’offerta ricettiva, di accessibilità, di aspettative e intenzioni trasformative, ecc.) tra la città consolidata e i centri della prima corona metropolitana. Una seconda scala d’indagine è certamente relativa alla definizione di dettaglio degli specifici ambiti d’offerta (territori a forte vocazione turistica) contenuti nei settori metropolitani considerati. In questi specifici ambiti d’offerta sono, generalmente, compresenti elementi positivi, su cui poggiare un’azione di potenziamento turistico, e fattori di debolezza che rischiano di vanificare gli eventuali sforzi avviati o, addirittura, fattori di rischio che possono condurre alla perdita di utilità turistiche (dalla scarsa utilizzazione al degrado e abbandono, fino alla vera e propria distruzione).

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Le scale dell’offerta

L’indagine sul settore turistico assume,in base a quanto detto, tre principali scale di riferimento.
La prima è quella comunale, e ha la finalità, in analogia con le altre analisi sviluppate nell’elaborazione del nuovo PRG,di individuare centralità urbane riferite al settore turistico. La qualificazione delle diverse centralità (centralità esistenti, da potenziare o da riqualificare, nuove centralità centralità o specializzazione d’offerta) consente di definire indirizzi generali per il potenziamento e/o la razionalizzazione dell’offerta turistica.
L’analisi alla scala comunale, sviluppata in altre parole su tutte le zone toponomastiche, ha lo scopo di far emergere le concentrazioni d’offerta sia per quanto riguarda la residenzialit (alberghiera ed extralberghiera) sia per quanto riguarda la presenza e la significatività di risorse e funzioni. La visione d’insieme che emerge da questa scala di lettura consente di evidenziare sistemi d’offerta articolati nel territorio comunale(direttrici, concentrazioni specialistiche, complementarietà e com-plessità, ecc.) e, quindi, di porre in risalto possibili nuove centralità in formazione, ma anche aree di conflitto (per carenza di offerta specifica o per mancanza di infrastrutture di supporto a questo,ecc.) nonché ambiti di “metropolitanizzazione” dell’offerta.
E’ a questa scala di lettura ,infatti, che emergono con certa evidenzia i fenomeni di concentrazione propri delle economie di agglomerazione che caratterizza larga parte dell’offerta: è a questa scala che emergono indicazioni utili alle perimetrazione degli ambit i(o direttrici) di livello metropolitano su cui sviluppare un approfondimento d’indagine.

La seconda scala di riferimento è relativa alla città metropolitana.
Il ricorso a questa scala di indagine è soprattutto giustificato dalla necessità di definire, come appena detto, grandi ambiti di interesse turistico (l’area del litorale, il sistema dei castelli, la città consolidata, la media valle del Tevere, i sistemi dei laghi, ecc,) e risorse turistiche di rilevanza extra locale (oltre la città consolidata, le risorse areali e puntuali diffuse nel territorio provinciale – ad esempio, villa Adriana – o i sistemi naturali). Un’ulteriore motivazione deriva dalla necessità di considerare l’offerta turistica come sistema a rete, caratterizzata dalla presenza simultanea di punti d’eccellenza e di punti a differente qualificazione d’offerta.
All’interno degli ambiti metropolitani è dunque possibile di verificare la presenza di nodi (siano essi d’eccellenza manifesta o in fieri) connotati da una forte presenza di risorse, funzioni, ricettività, accessibilità o da un manifesto interesse alla trasformazione (in questo senso particolarmente utile apporre la selezione dei progetti con alto grado di fattibilità: quelli già in corso d’attrazione o a finanziamento certo). La perimetrazione di ambiti sub comunali consente di sviluppare, in maniera esemplificativa su alcuni degli ambiti individuati, un approfondimento analitico.
Si tratta,essenzialmente,di un’esplorazione tesa a descrivere i caratteri dell’insediamento e le intersezioni che esso può avere con una politica di promozione turistica; si tratta di evidenziare le discontinuità, i punti di rottura nel tessuto urbano, la presenza di risorse sottoutilizzate, le incompletezze dei sistemi di infrastrutture, il loro contributo alla formazione dello “spazio libero”, e altro ancora.
La terza scala di riferimento riguarda dunque un’esplorazione di dettaglio di alcuni sub comunali. In linea di massima, gli approfondimenti sono riferiti alla dimensione circoscrizionale (1:20,000).
L’esplorazione esemplificativa di alcuni ambiti consente, tra l’altro, di valutare la “trasferibilità” di interventi di successo realizzati in altri paesi europei su aree che presentino un assetto insediativo analogo a quello osservato negli ambiti romani (dalla strada mercato, al waterfront, dalle aree di trasformazione per tasselli ai contenitori atopici, ecc.). Attraverso tale confronto mirato è possibile individuare comportamenti “eccellenti”, rischi dell’intervento, punti critici nonché fornire indicazioni per il riconoscimento di elementi di forza e di debolezza dell’ambito.
In altre parole, si tratta di desumere dall’analisi comparata prime linee guida progettuali e normative per il potenziamento, la riqualificazione, la specializzazione dell’offerta e la strutturazione di nuove centralità turistiche.

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Al fine di valutare l’impatto di tali elementi su possibili politiche di potenziamento turistico, si è ritenuto opportuno di sviluppare in forma esemplificativa, attraverso l’applicazione di un’analisi
Swat, una riflessione sui punti di forza e di debolezza, i rischi e le opportunità presenti in alcuni ambiti d’offerta particolarmente complessi.
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Analisi Swat

L’analisi del settore turistico comprende, spesso, l’individuazione di punti di forza e di debolezza di proposte pubbliche e private d’intervento in aree appetibili dal punto di vista turistico. La valutazione economica dei progetti privati(che ,però,non riguarda direttamente le analisi per il piano) viene effettuata, in genere, sulla base del rendimento prodotto, mentre, per quelli pubblici ,si fa spesso ricorso all’analisi costi benefici, che dà conto degli effetti di più lungo periodo e non strettamente connessi alla redditività del progetto (i costi e i benefici sono espressi in termini monetari, cioè registrabili dal mercato, sebbene vengono presi in considerazioni anche costi e benefici non misurabili tramite il mercato).
Volendo sviluppare valutazioni sull’impatto urbanistico degli interventi previsti o volendo individuare gli interventi più efficaci rispetto all’assetto territoriale presente,occorre fare riferimento a metodi d’indagine in grado di descrivere e,se possibile, misurare le distorsioni d’offerta ovvero i potenziali fattori di successo presenti in una determinata area, le risorse non sufficientemente valorizzate. Ciò, ovviamente, in relazione alle capacità operative dei soggetti d’intervento.
L’analisi Swart (Stengths, Weaknesses, Opportunites, Threats) è un metodo a bassa formalizzazione utilizzabile per identificare i punti di forza e di debolezza e per considerare le opportunità e i rischi connessi a progetti di investimento e applicabile, nel caso specifico,alla valutazione di interventi di trasformazione urbana, il cui fine è potenziare l’appetibilità turistica di aree specifiche. L’analisi, in estrema sintesi, risponde a domande che individuano i punti di forze di debolezza dell’area di intervento, del tipo: quali sono le priorità di intervento, quali sono le distorsioni e i fattori di degrado presenti, cosa può essere migliorato, quali sono le risorse presenti da valorizzare, ecc.
Sulla base dei punti di forza e di debolezza individuati,possono essere delineati rischi e opportunità connessi a scenari di intervento. Anche in questo caso, le domande a cui rispondere sono: quali sono i vantaggi ottenibili con un determinato intervento ,quali sono le opportunità di cambiamento e quali gli ostacoli, quali le innovazioni di processo o di prodotto operabili, quali le modificazioni generabili nell’assetto sociale ed economico, quali i fattori di competizione presenti, ecc.
Mentre l’analisi dei punti di forza e di debolezza si rivolge, dunque, ad esplorare i caratteri specifici dell’ambito di intervento, l’analisi dei rischi e delle opportunità rappresenta un esercizio valutativo sul ruolo dei fattori di competizione presenti nel mercato e sulle capacità degli attori della trasformazione di confrontarsi con questi.
L’analisi di Swart è stata,in questo caso, applicata in maniera esemplificata ad alcune delle centralità individuate. Nello svolgimento delle interviste ad opinioni leaders, sono stati già evidenziati punti d’attenzione ed elementi di interessi da utilizzare nella successiva fase di approfondimento analitico e nella definizione di specifiche linee guida per il potenziamento turistico delle centralità.

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I RISULTATI DELLA RICERCA

Valutazione della domanda turistica a Roma

Negli ultimi due anni, la quota maggiore di investimenti realizzati nell’area metropolitana di Roma, a parte gli interventi pubblici,si è concentrata nel comparto alberghiero, con oltre 200 progetti di nuove costruzioni e di ristrutturazioni anche di elevato pregio, e tale prevalenza è tanto più significativa se si considera che da qualche anno la capitale sta mostrando una notevole capacità di attirare imprese e investimenti soprattutto nel settore delle comunicazioni e nel campo delle funzioni direzionali delle grandi aziende multinazionali.
Questo sviluppo della vocazione turistica a Roma non può essere messo in relazione solo con il Giubileo, ma è stato influenzato soprattutto dall’accresciuto posizionamento internazionale della città di Roma in seguito a fatti che non attengono solo all’area del turismo come: lo sviluppo delle relazioni internazionali, la crescita, ad esempio, di quelle attività economiche che trovano nel made in Italy un punto di riferimento, la stessa vicenda dell’Euro, con l’accresciuta credibilità internazionale del nostro paese, il rinnovato interesse da parte dell’industria dell’intrattenimento per alcuni filoni culturali legati alla storia romana, il rilancio di Cinecittà, ecc.
Sta di fatto che, come rilevato da una ricerca sulla “Marca Italia” commissionata alla Doxa dal dipartimento del Turismo, l’indice di notorietà internazionale di Roma è assolutamente dominante rispetto a tutte le altre città italiane (54,2% contro il 28,9 di Venezia, il 16,5 di Milano, il 14,4 di Napoli) e che, anche per quanto riguarda l’immaginario turistico, la destinazione Roma risulta la meta più desiderata (44,7% contro il 29,1 di Venezia, il 16,5 di Firenze, 9,7 di Milano e l’8,3 di Napoli): tutto ciò tenendo conto non solo delle aree tradizionalmente generatrici di flussi turistici, ma anche da paesi new entry, come la Federazione Russa e – in prospettiva – la Cina.
E’ questo di riferimento all’interno del quale va collocata una riflessione sulle frequentazioni turistiche nella città di Roma, ma anche sulla utilizzazione della struttura urbana da parte dei city-users, che possono essere turisti o escursionisti, ma anche uomini di affari e persone che vengono per impegni di lavoro o soggiorni di studio, per assistere parenti ospedalizzati, per motivazioni legate ad interessi speciali e occasioni culturali che una grande metropoli può soddisfare meglio di un piccolo centro. Queste “popolazioni transitorie” esprimono domande non tanto di servizi turistici e commerciali quanto di servizi civili e di comunicazione, di attività di intrattenimento e di accessibilità alle funzioni urbane che sono difficili da quantificare e hanno modalità imprevedibili di fruizione del territorio soprattutto perché,negli ultimi anni, si è fortemente ridotta la componente dei city-users formate dalle persone che vengono a Roma per disbrigare faccende amministrative o legate alla presenza dei “palazzi”politici ed economici, utenti di cui era probabilmente più facile leggere le esigenze di mobilità e le domande di servizi e di strutture per l’accoglienza poste al sistema urbano nel suo complesso.
Ma quanti sono i city-users che frequentano la città? Al riguardo non esistono rivelazioni sistematiche,ma solo qualche indagine settoriale che non dà il senso dei volumi complessivi e, soprattutto, delle tipologie di utenza. Vengono censiti solo coloro che alloggiano nelle strutture alberghiere,ma non vengono distinti dai turisti “normali”, per cui si può solo notare che a Roma il tasso di occupazione delle camere è generalmente più alto del tasso di occupazione dei posti letto per tutte le categorie alberghiere, e ciò fa pensare ad un rilevante componente di single con motivazioni diverse da quelle meramente di vacanza.
Limitandoci alle popolazioni transitorie con motivazione di viaggio e di soggiorno turistico, tuttavia, è possibile fare alcune considerazioni, che possono essere desunte dalle dinamiche riscontrate negli ultimi due anni sul versante della domanda, e che sembrano esprimere delle tendenze stabili di medio periodo. Alcune considerazioni relative al breve periodo riguardano la “sovraesposizione” promozionale di Roma collegata con l’evento giubilare e quindi devono essere corrette soprattutto per quanto riguarda il volume globale e la provenienza dei flussi di visitatori.
La prima considerazione che può essere fatta è quella di una crescente internazionalizzazione della domanda turistica verso Roma ove si registra una presenza prevalente della componente internazionale rispetto a quella domestica: anche nei primi mesi di quest’anno, sebbene la quota di turisti stranieri sia stata inferiore a quella dei visitatori italiani per quanto riguarda gli arrivi, i dati delle presenze mostrano ancora una decisa prevalenza della componente internazionale. Ciò fa ritenere che l’evento giubilare abbia attirato, dall’Italia, una quota più rilevante di pellegrini con soste nella capitale che sono state anche molto brevi, ed abbia rafforzato l’incoming dall’estero di turisti con motivazioni culturali, come si dimostra anche dai dati relativi al Giappone, paese dove la percentuale di cattolici non supera il 2% della popolazione anche se vi è un diffuso interesse antropologico per i riti cristiani, come la ricorrenza del Natale e la celebrazione del matrimonio con la sposa in abito bianco che molto speso segue di qualche giorno la cerimonia scintoista.
Ma, per quanto riguarda il turismo culturale,è particolarmente interessante il dato degli arrivi dei turisti statunitensi registrati negli alberghi che,nei primi cinque mesi dell’anno, ono stati circa quattrocentomila, una cifra straordinaria che tuttavia non è stata molto influenzata dal richiamo del Giubileo né dai vantaggi valutari che,prima dell’introduzione dell’Euro,favorivano le destinazioni italiane rispetto alle altre mete europee. Inoltre, dai dati provvisori di un’indagine ancora in corso sulle aspettative dei turisti americani a Roma, commissionata dall’Assessorato al Turismo, risulta che il richiamo della storia antica e dei suoi monumenti permane al primo posto tra le decisioni di effettuare il viaggio,ma questa motivazione culturale è parzialmente corretta nel corso del soggiorno poiché viene scoperta ed apprezzata la capacità di “coinvolgimento emotivo” della città derivante dalle molte suggestioni che essa è in grado di offrire. Ciò deve far pensare che, in futuro, la frequentazione del territorio da parte di questa clientela si potrà distribuire sull’intero tessuto della città,al di là dei percorsi tradizionalmente battuti e conosciuti,alla ricerca di nuove trame di interessi, di esperienze e di percezioni gratificanti.
Questa prospettiva – che ha grande rilevanza per i piani di assetto della città e del suo hinderland – può anche riguardare l’uso del territorio che caratterizza il soggiorno di altri segmenti di clientela internazionale proveniente da diverse aree di generazione della domanda.
Ciò soprattutto se si tiene conto che, a differenza di quanto si ritiene comunemente, la clientela soprattutto statunitense non è formata solo da turisti con elevati livelli di reddito che alloggia in alberghi a 4 o 5 stelle, ma che – come si rileva dalle presenze registrate negli ultimi anni anche nelle strutture a 1 e 2 stelle – essa è formata soprattutto da soggetti appartenenti a alla middle-class, i cui atteggiamenti culturali e valori comportamentali sono sempre più imitati dalle fasce sociali emergenti in tutti i paesi del mondo.
Le fasce sociali emergenti dei paesi new entry nel mercato della domanda turistica internazionale, del resto, rappresenteranno la quota quantitativamente più rilevante, dell’incoming turistico nei prossimi 20 anni, come prevede lo studio del W.T.O. che analizza il panorama turistico nel 2020, da cui risulta che la Cina diventerà il primo paese non solo per ricezione, ma anche per generazione di turisti. Rispetto a questa nuova domanda emergente, il mito di Roma, ma anche la sua notorietà e la sua desiderabilità attuali, saranno certamente un vantaggio competitivo nei confronti di altre destinazione europee.
Ma i nuovi turisti che verranno nella capitale saranno portatori di esigenze meno “professionalizzate” e sarà necessario prevedere lo sviluppo di nuove forme di ospitalità (come già si è fatto per i B & B, nuove modalità di soggiorno, ad esempio nell’area metropolitana, nuovi percorsi di visita alla città e, probabilmente, una diversa gerarchizzazione dei poli attrattivi e,infine,nuove occasioni per rinnovare costantemente le capacità di richiamo turistico, tenendo conto che, a grado a grado che aumenterà il volume globale della domanda, crescerà anche la quantità e la varietà dell’attrezzatura turistica in tutto il mondo.
Così, nell’ipotesi di una maggiore articolazione dell’offerta turistica della capitale, che dovrebbe aprirsi a nuovi target di clientela come i giovani e le famiglie, i frequentatori di eventi musicali, gli ecoturisti,ecc., che a Roma hanno rappresentato una quota assolutamente marginale, è opportuno tener conto dello sviluppo di nuove opportunità e occasioni di visita e di soggiorno: il verde urbano e le aree dei parchi archeologici – all’interno dei quali possono essere previsti percorsi pedonali per il fitness, piste ciclabili e attrezzature ricettive leggere -, il litorale marino, lo shopping, i nuovi spazi previsti per i mega eventi potranno rideterminare un riequilibrio delle polarità attrattive se accompagnate da interventi tesi al miglioramento dell’accessibilità e della rete informativa per la modalità, compresa la tradizionale segnaletica stradale che a Roma è particolarmente inadeguata,non solo per le esigenze dei turisti, ma anche per gli stessi cittadini.
Due considerazioni finali relative alle tipologie turistiche tradizionalmente legate all’internazionalizzazione dell’immagine delle grandi città: il turismo shopping e il turismo congressuale.
Per quanto riguarda la prima tipologia si pensa subito ai mega mail americani (Shoppinhg City di Minneapolis fa oltre 40 milioni di visitatori all’anno, molti dei quali provenienti dall’estero con voli charter) o agli Harrods di Londra che attirano alcuni milioni di visitatori stranieri nel periodo dei saldi.
Ora anche Roma, su iniziativa dell’Assessorato al Turismo, si affaccia su questo interessante mercato e dobbiamo ritenere che lo stesso sviluppo dell’incoming stimolato dai pacchetti turistici collegati con i saldi invernali potrà generare nuove frequenze d’uso del territorio urbano, tenendo conto che l’attività di shopping si indirizzerà in buona parte verso i grandi centri commerciali che faranno da contrappeso all’area tra Via del Corso e Piazza di Spagna.
Infine, tenendo conto dei progetti già approvati dall’amministrazione capitolina, dobbiamo ipotizzare anche lo sviluppo dell’attività turistica e del turismo congressuale che invertirà il trend negativo degli ultimi anni dovuto non solo alla mancanza di strutture di alto livello e all’incapacità degli operatori alberghieri di sviluppare un equilibrato sistema di offerta integrata (convention bureaux), ma anche ai notevoli disagi che devono affrontare gli organizzatori per assicurare una adeguata sistemazione ai congressisti negli hotel e logistica per gli spostamenti, difficoltà che aumentano in proporzione geometrica con l’ampliarsi della dimensione degli incontri. Le aree metropolitane sembrano essere quelle che manterranno il primato nell’ospitare eventi di carattere internazionale – che hanno generalmente maggiore durata – e incontri con grande numero di partecipanti, mentre le località turistiche e i centri minori si mostrano più dinamici nell’intercettare gli eventi ospitati nelle strutture alberghiere: si può ritenere che la realizzazione di un grande centro congressuale moderno a Roma potrà rilanciare la città sul mercato dei grandi congressi internazionali, solo se sarà affrontata l’esigenza di prevedere raccordi agevoli tra il Centro Congressi, gli alberghi da 4/500 posti letto o più,le porte d’accesso fisiche e le “porte d’accesso immateriali” (che contribuiscono a far decidere la localizzazione del congresso).

La percezione della domanda da parte dei soggetti pubblici e privati

Una prima, sommaria individuazione dei punti di forza e di debolezza del sistema turistico romano
è stata svolta intervistando alcuni “testimoni privilegiati”, operativi del settore e soggetti pubblici e privati che, a diverso titolo intervengono nella formazione dell’offerta turistica a Roma. Nello svolgimento del lavoro è stato realizzato un primo gruppo di 15 interviste, il cui obiettivo era definire lo stato di fatto dello scenario turistico attuale e le prospettive future, sia dal punto di vista delle amministrazioni coinvolte ai diversi livelli (Comune e Provincia, assessorati al turismo, al commercio, Ministero dei beni culturali e del turismo, ecc.), sia secondo la voce degli operatori del settore (EBT, FIAVET, Confesercenti, ecc.).
Le domande sono state raccolte in tre grandi tematiche generali: le distorsioni dell’offerta, la domanda turistica e le aree da valorizzare, le azioni di piano e normative proposte. Per una descrizione più dettagliata del questionario e della selezione dei soggetti intervistati si rimanda ai documenti in allegato.

Temi e problemi del turismo romano

Il quadro che emerge dalle interviste mostra alcuni elementi ricorrenti, sui quali si incentra l’attenzione dei “testimoni privilegiati” compresi nel campione d’indagine. E’ possibile, in tal senso, delineare alcune grandi aree tematiche di interesse: anzitutto, la modalità e l’offerta di residenzialità turistica, considerate da molti determinanti per una strategia di rilancio e di ampliamento turistico. Accanto a queste aree tematiche, ne emergono altre complementari,non tutte direttamente utilizzabili nella costruzione del piano regolatore generale,ma comunque di grande interesse per la comprensione del fenomeno turistico a Roma e, in ultima analisi, utili per strutturare una strategia di sviluppo che intersechi l’azione di piano. Si tratta di aree tematiche che riguardano le trasformazioni della domanda, i rapporti con il commercio e con i servizi,le aree da valorizzare e da utilizzare come “nuove centralità turistiche”, le azioni di informazione e di gestione delle risorse.

Mobilità turistica e trasporto

Gran parte delle critiche sull’organizzazione mobilità si sono incentrate sul Piano dei pullman e sulla realizzazione di una rete di trasporto pubblico a gestione privata, dedicata esplicitamente alla mobilità turistica (le cosiddette j-lines); poche osservazioni sono state, invece, svolte sul sistema della mobilità periferica e sulle integrazioni tra trasporto urbano e quello metropolitano.
Le principali critiche mosse all’organizzazione della mobilità dei vettori turistici riguardano,anzitutto,gli effetti (veri o presunti) che la riduzione di accesso al centro storico comporterà sul settore commerciale (ristoranti, alberghi, ma anche su altri servizi turistici collegati), Si tratta, in alcuni casi, di affermazioni che in parte contraddicono la dichiarata necessità di potenziamento dell’offerta periferica o decentrata. Ciò nondimeno esiste, nella percezione degli intervistati, un oggettivo problema di accesso al centro storico, soprattutto per alcune classi di domanda: alcuni intervistati sostengono che una quota del flusso turistico è rappresentata da anziani, difficilmente disposti ad una mobilità individuale estesa (determinato dalle dimensioni del centro storico romano). Il Piano dei pullman, esito di un accordo faticoso tra soggetti pubblici e privati, ha rappresentato assieme alla localizzazione dei checkpoint un tentativo di razionalizzazione della mobilità turistica non sempre apprezzato dagli operatori.
Questi ultimi, peraltro, osservano che il problema della mobilità a Roma, sicuramente presente, è di carattere generale non determinato solamente o prevalentemente dalla mobilità turistica. Le soluzioni proposte sono le più disparate vanno dalla riutilizzazione dei parcheggi esistenti (ad esempio, il galoppatoio) come punti di sosta, alla introduzione di tariffazione per l’accesso al centro.
Le osservazioni effettuate sulle linee riguardano, in prevalenza, la loro scarsa utilità nell’incentivare la mobilità individuale dei turisti: le principali difficoltà sono individuate negli aspetti gestionali quali, ad esempio, la mancata integrazione tariffaria con le linee di trasporto pubblico, la organizzazione del servizio di linea più simile ad un trasporto urbano tradizionale che non ad itinerari specifici per turisti, la scarsa flessibilità offerta (in alternativa viene proposto, ad esempio, un tragitto del tipo “stop ad go”), la scarsa facilitazione nel trasporto per le utenze più disagiate,anche economicamente (ad esempio, i giovani).
Una parte delle critiche si è incentrata sui percorsi, sulle escursioni proposte, sulle difficoltà connesse al rilascio delle concessioni sugli itinerari. Si tratta di percorsi poco innovativi che ripropongono, sostanzialmente e senza variazioni di rilievo, itinerari tradizionali.
Certamente, il problema del parcheggio e dei punti di sosta o di carico e scarico è presente nelle risposte fornite (sebbene con minore entità di quanto era lecito aspettarsi). Alcuni intervistati propongono azioni di riorganizzazione dell’offerta di aree di sosta che siano contemporaneamente punti di carico e scarico sicuri, controllati e “all’interno della città”, mentre altri propongono la “rifunzionalizzazione dei checkpoint” localizzati lungo il raccordo anulare.
Scarsa attenzione è posta al rapporto tra mobilità e risorse turistiche nelle zone periferiche o nell’hinterland, probabilmente a causa della troppo recente approvazione del Piano pullman, che ha condizionato la percezione dei problemi da parte degli operatori. Solo alcuni intervistati hanno posto il problema di itinerari che valorizzano il patrimonio culturale al di fuori delle mura Aureliane, segnalando nel contempo la scarsa attenzione alla segnaletica, sia quella legata alla mobilità sia quella che consente di individuare le risorse storiche, culturali, artistiche, ecc.

Adeguamento dell’offerta alberghiera

Il sistema alberghiero romano, nella descrizione fornita dagli intervistati soffre ancora oggi di problemi legati alla rigidità d’offerta, determinata essenzialmente da una ridondanza di domanda (che, tuttavia, si concentra prevalentemente in alcuni periodi dell’anno) ed accentuata da una scarsa propensione degli operatori privati verso politiche di riqualificazione.
Sebbene in periodi relativamente recenti si sia verificata qualche modifica nella struttura alberghiera, permangono, come osservato da gran parte dei testimoni privilegiati, alcuni fattori di distorsione del mercato turistico.
Un primo fattore distorsivo è rappresentato dal rapporto tra la qualità del servizio e il prezzo richiesto. Molto spesso,anche nel caso di un’offerta tendenzialmente rivolta ad un segmento di domanda medio basso, si manifesta un effetto d’allineamento dei prezzi verso l’alto, non commisurato alla qualità del servizio. Un caso esemplare è rappresentato, in questo senso, dalla recente realizzazione di una nutrita offerta di bed & breakfast: la campagna tesa ad allargare la base ricettiva,soprattutto nei segmenti di ospitalità alberghiera a basso costo, in risposta alla prevista domanda legata al Giubileo si è, di fatto, trasformata un’ulteriore distorsione d’offerta. In un certo senso,il rapporto qualità/prezzo appare più equilibrato nelle categorie d’offerta alte (segnatamente, la quarta e quinta)
Un secondo fattore distorsivo, riconosciuto da molti, è rappresentato dalla scarsa ampiezza del “ventaglio d’offerta”. La percezione, concorde nel segno negativo, è incentrato su due aspetti prevalenti. Da un lato, si osserva una scarsa qualificazione e competenza dei segmenti alti d’offerta alberghiera (esercizi a quattro e cinque stelle) accompagnata da una bassa qualificazione e numerosità dei segmenti intermedi (due e tre stelle), il cui compito è integrare l’offerta di punta ed estendere alla domanda meno “ricca” i vantaggi della qualificazione del tessuto urbano generato dalla presenza di alberghi di categoria alta; dall’altro lato, si osserva una debolezza strutturale dell’offerta non convenzionale (ostelli della gioventù, agriturismo, campeggi qualificati, aziende ecoturistiche, ecc.). Nell’area romana, esistono attualmente solo due ostelli, di cui uno a Roma, mentre ne occorrerebbero almeno quatto/cinque. Peraltro, gli ostelli possono rappresentare lo snodo di funzioni turistiche integrate: punto d’arrivo e di sosta per pullman turistici, luogo di partenza e d’arrivo per itinerari culturali, archeologici, religiosi, gastronomici, ecc. ma anche luogo per lo svolgimento d’eventi capaci di attrarre una domanda consistente e oggi meno rilevante a Roma.
Analoghe considerazioni sono fatte dagli intervistati sulle aziende agrituristiche che, al pari degli ostelli, possono consentire un parziale spostamento dell’offerta al di fuori dei luoghi di concentrazione alberghiera e che possono avviare,assieme ai Bed and breakfast e alle case per ferie,un processo di diffusione spaziale della domanda a basso costo. Peraltro, l’offerta agrituristica, orientata prevalentemente ad una nicchia di domanda relativamente ampia, potrebbe fornire, da un lato, una platea potenziale di domanda per le aree a parco presenti nel comune e nell’hinterland romano e,dall’altro lato, potrebbe consentire l’innesco di operazioni di recupero del patrimonio residenziale dei casali: anche in prospettiva di una pratica di “albergo diffuso”. Ovviamente, la possibilità di ampliare questo segmento d’offerta è fortemente considerato dall’accessibilità delle zone d’offerta.
Un terzo elemento percepito come fattore di distorsione dell’offerta riguarda la definizione di standard qualitativi. La questione degli standard appare piuttosto articolata: mentre non è possibile una pratica dello standard inteso come definizione a priori delle prenotazioni attese (che possono variare anche significativamente da zona a zona), resta tuttavia il problema della qualificazione “minima” dell’offerta. Secondo alcuni, in mancanza di “standard nazionali in materia di turismo”, è compito del Piano regolatore la costruzione di una griglia di riferimento che va dalla definizione di standard tipologici e dimensionali alle norme per la qualificazione dello spazio di pertinenza del sistema alberghiero (fino a definire l’illuminazione). A giustificazione di tale esigenza di standard qualitativi, molti adducono riferimenti alla nuova concorrenza sui mercati internazionali e alla recente immissione nel mercato romano di operatori stranieri con elevata capacità di spesa.
Un quarto fattore distorsivo riguarda la distribuzione spaziale dell’offerta. Attualmente è osservabile una grandissima concentrazione di offerta nella I circoscrizione e in alcuni quartieri immediatamente a ridosso di questa. Molti operatori percepiscono questa situazione come problema, limite allo sviluppo del settore, fino al riconoscimento di una vera e propria situazione di oligopolio di fatto (definizione forse impropria, data la molteplicità dei soggetti che operano nell’area centrale, sebbene le critiche si rivolgano implicitamente al congelamento delle licenze): L’area da potenziare è dunque, per molti, quella esterna alle mura Aureliane; in particolare, alcuni intervistati suggeriscono di potenziare le aree a sud (EUR, peraltro già connotato da una ricca presenza d’offerta) e di evitare ulteriori carichi nell’area nord-ovest (l’asse dell’Aurelia).

Trasformazioni della domanda

Il modello di domanda prevalente sta, pur con una certa lentezza, modificandosi. Diminuisce il turismo di gruppo a favore di quello individuale,generando nuovi tipi di domanda, spesso connessa alla qualità “generale” dei servizi offerti, ovvero alla più complessa qualità urbana: trasporti, parcheggi, servizi pubblici, ma anche pulizia delle strade, sicurezza, ecc.. Diminuisce la domanda di basso livello e, segnatamente, quella giovanile, motivata dalla scarsa presenza di offerta a basso costo. Altrettanto poco presente è l’area di domanda legata a motivi di studio, mentre ridotta appare la domanda congressuale. In buona sostanza, il turismo romano, si orienta oggi prevalentemente verso le città della storia, dell’arte e della cultura.
Il turismo giovanile è, fra i diversi segmenti di domanda, quello che presenta maggiori problemi. Accanto all’elevato costo delle strutture alberghiere (e, come si è visto, anche di alcuni segmenti del non convenzionale) si colloca una carenza d’offerta di eventi attrattivi specifici e di luoghi d’incontro (ad esempio, i locali notturni, le gallerie d’arte, ma anche luoghi di ritrovo), se si escludono le aree dell’ansa barocca e alcune zone centrali. L’interesse per l’hinterland è decisamente basso, si a per l’oggettiva mancanza di attrezzature e strategie d’uso delle risorse esistenti, sia per la scarsa informazioni sulle (poche) iniziative in corso, oltre che per una sostanziale assenza di trasporto pubblico (soprattutto nella fascia serale).
Accanto al turismo giovanile (o, forse, nelle sue pieghe) si colloca la domanda del turismo di studio. Si tratta di una domanda diversificata: da un lato, si colloca il turismo delle “gite scolastiche”o simili, che manifesta una bassa capacità di spesa e che richiede strutture alberghiere a basso costo (2 o 3 categoria) o strutture non convenzionali anche decentrate, ma con grande capacità; dall’altro lato, si colloca il turismo di studio vero e proprio, domanda di nicchia un tempo soddisfatta dalle accademie straniere e che oggi non trova collocazione adeguata. Un altro segmento di domanda penalizzato è, nell’interpretazione degli intervistati, quello congressuale. Molti attribuiscono tale penalizzazione alla mancanza di strutture congressuali adeguate e diversificate per capacità d’offerta, per servizi accessori e complementari,per ricettività alberghiera associata.
La domanda di turismo nell’area metropolitana, è, nel complesso, debole. Per soddisfare questa domanda di minore entità, oltre alle citate azioni di potenziamento della ricettività periferica e dell’accessibilità, è opportuno,secondo la maggior parte degli intervistati, “creare prodotti vendibili”, ovvero realizzare circuiti alternativi a quelli classici (valorizzazione di piccoli musei, luoghi archeologici minori, aree termali, ecc.), magari rivolgendosi alle fasce di domanda più svantaggiate (famiglie con figli piccoli, anziani, ecc.) o legate a permanenze di fine settimana. Tale tipo di offerta, secondo alcuni, potrebbe rispondere, inoltre, ad alcuni segmenti di domanda di nicchia o d’élite, segnatamente al turismo di ritorno di matrice europea.

Rapporti tra commercio e turismo

Le attività commerciali, al pari di qualsiasi altra funzione pubblica o privata (dagli ospedali alle poste, dai centri sportivi alle biblioteche, dalle strade e parcheggi al trasporto su ferro), contribuiscono a definire la qualità del sistema urbano. Una politica turistica efficace, sostengono molti degli intervistati, non può non prendere le mosse da un’azione di miglioramento delle condizioni di vita nella città. In questo senso è possibile percepire la distribuzione della domanda anche come indicatore di qualità urbana.
Per quanto riguarda il settore specifico,ovvero per le sue componenti più strettamente legate alla fruizione turistica, non esiste, secondo molti, un rapporto specifico tra turismo e commercio; o meglio, tale rapporto esiste solo in alcune delimitate zone della città, quelle alle quali si rivolge in prevalenza la domanda turistica: la prima circoscrizione e alcuni assi commerciali centrali.
Anche nel caso del commercio, come osservato per la ricettività alberghiera, si richiede la definizione di standard dalla razionalizzazione delle categorie merceologiche alla organizzazione spaziale degli esercizi, fino a politiche di valorizzazione dell’offerta “tradizionale”, soprattutto per la ristorazione: molti intervistati presentano la necessità di vere e proprie strategie di valorizzazione (e riqualificazione) degli esercizi commerciali per far emergere le offerte “tipiche”.
In questo senso, sono state svolte dagli intervistati alcune considerazioni sulla cosiddetta “Legge Bersani”, che incentiva la riqualificazione dell’offerta commerciale e che demanda agli enti locali il compito di definire le modalità di organizzazione del settore (con implicazioni notevoli anche per l’elaborazione dei Piani urbanistici comunali). Le possibilità introdotte dalla nuova legge sul commercio, riconducibili sostanzialmente alla creazione di un’offerta differenziata in base alle caratteristiche degli esercizi (di vicinato, media e grande superficie di vendita) e alla loro organizzazione spaziale (puntuale, lungo assi, diffusa, con possibilità o meno di risalita degli esercizi ai piani superiori, ecc.) vengono percepite con qualche differenza dagli operatori, sebbene essi stessi riconoscono la presenza, di fatto, di un regime di oligopolio d’offerta.
Ancora, nel valutare gli esiti della rinnovata organizzazione prevista nel settore commerciale, gli intervistati riconoscono elementi distorsivi nelle modalità (e nella attribuzioni di competenze ai soggetti cui è demandato) di rilascio delle licenze commerciali. Riconoscono, altresì, il ruolo determinante che avrà l’organizzazione della modalità turistica (e di quella generale) nella possibilità di fruire dell’offerta così determinata.
Una particolare attenzione è rivolta ai mercati, soprattutto dagli intervistati la cui attività ha maggiori intersezioni con la vendita al dettaglio “concentrata”. Anche in questo caso, è possibile individuare due questioni rilevanti, che in parte convivono: da un lato, i mercati all’ingrosso (due mercati ortofrutticoli, quello dell’Ostiense e un secondo in via di ultimazione, il mercato dei fiori, in progetto sulla via Portuense, e il centro Corni, in fase di adeguamento alle normative CEE), le cui intersezioni con il turismo sono decisamente limitate (se non per il fatto che essi contribuiscono a creare centralità urbane), e i mercati rionali che potrebbero, se opportunamente collocati, costituire un punto di partenza per l’allargamento dell’offerta commerciale anche a fini turistici. Alcuni propongono di localizzare questi punti di vendita, opportunamente organizzati, in prossimità delle aree di interesse turistico (archeologiche, museali, ecc.), migliorando l’offerta commerciale soprattutto per le fasce turistiche con minore capacità di spesa.
Un tipo di offerta assolutamente insufficiente è quella collocata nella fascia oraria notturna,salvo alcune rare eccezioni(manifestazioni per vendita libri,in genere associate alle manifestazioni dell’estate romana e collocate nei parchi dell’aerea centrale).
Sicuramente, secondo molti, occorrerebbe potenziare l’integrazione dell’offerta commerciale con lo svolgimento di eventi di rilevanza anche internazionale (il rilancio della stagione lirica di Caracalla, la riproposizione di iniziative del tipo “Suoni e luci”, ecc.) che, in alcuni casi, potrebbero essere associati sia all’estensione degli orari di apertura degli esercizi fissi, sia alla localizzazione temporanea di mostre, mercati, ecc.

Nuove centralità turistiche e aree da valorizzare

Alla scala della città metropolitana, emergono con chiarezza alcuni dei principali ambiti di interesse per un’azione di riqualificazione turistica. Anzitutto, la fascia costiera,che dovrebbe essere sottoposta ad interventi di valorizzazione sia delle risorse naturali (supporto indispensabile, oggi,per un’offerta turistica qualificata) sia delle opere pubbliche. In particolare, la politica di riqualificazione turistica del Piano si dovrebbe concentrare nei “fuochi” costieri (Ostia e Fiumicino,anzitutto), realizzando un sistema ricettivo che associ la qualità degli spazi (il lungomare, i luoghi dell’incontro, della storia, ecc.) con la proposizione d’ eventi e strutture legate alla valorizzazione artistica e all’amusement. Sempre nell’area di Ostia (ma il discorso pare estensibile a qualsiasi altra centralità turistica), si ipotizza la realizzazione di strutture di gestione miste realizzate ad hoc per l’area degli scavi o per l’ex Zoo Safari di Fiumicino.
Analoghe considerazioni vengono svolte per il porto di Ostia, considerato da alcuni “un’occasione persa di sperimentare una progettazione infrastrutturale che tenesse conto delle valenze paesistiche dell’area” a vantaggio di scelte esclusivamente economiche. Più in generale, l’area costiera è considerata luogo privilegiato per la realizzazione di un nuovo polo alberghiero associato alla realizzazione di centri congressi. Tale localizzazione, nell’opinione comune, presenterebbe i vantaggi derivati dalla vicinanza a Roma e dalla presenza di risorse naturali e archeologiche di grande valore.
Più in generale, vengono indicate come aree da valorizzare quelle dell’hinterland metropolitano (i castelli romani, l’asse tiburtino e Tivoli, l’area dei laghi di Bracciano, ecc,) e il sistema ambientale ad esse connesso, in contrapposizione con i circuiti classici delle Basiliche (S. Pietro, S. Paolo fuori le Mura, ecc.), l’area archeologica dei Fori, l’ansa barocca, i grandi musei. La valorizzazione delle aree esterne al quadrilatero del turismo “classico” può fare leva, secondo alcuni, sulla realizzazione di percorsi a tema, già sperimentata altrove con qualche successo, magari utilizzando i tracciati delle antiche vie consolari o i percorsi religiosi verso luoghi extramoenia (prevalentemente, i santuari).
Un ulteriore ambito di interventi è individuato nel sistema del Tevere, sia nel tratto urbano – da rivitalizzare attraverso interventi di attrezzatura dello spazio fluviale, oggi poco utilizzato,salvo alcuni eventi stagionali (Tevere expo) – sia nel tratto extraurbano, come “collana verde” di spazi naturali. L’ipotesi è connessa alla riprogettazione e gestione di molte aree marginali di valore ambientale, che potrebbero costituire un corridoio vegetale (o una greenway) da far correre tra la periferia e il centro città, riconnettendo alcune aree strategiche, quale ad esempio, l’Ostiense.
Nella percezione degli interventi, un altro punto di forza da considerare nella promozione turistica è il sistema del verde. Il verde ed i parchi presenti a Roma sono, per la maggior parte, oggetto di interesse di una fascia molto ristretta di domanda, prevalentemente di nicchia o d’élite. L’azione del
piano dovrebbe incentrarsi prevalentemente nella valorizzazione (anche attraverso l’attribuzione di funzioni e di modalità di gestione autonome) del patrimonio storico ed archeologico presente nelle principali aree verdi. Analogamente le aree naturalistiche potrebbe giovare dell’attribuzione di funzioni ricreative, ludiche e per l’istruzione, non trascurando la possibilità di introdurre in esse quote di ricettività alberghiera o di ricettività non convenzionale. Il patrimonio edilizio esistente in esse,spesso in stato di degrado, potrebbe essere riutilizzato per ospitare ostelli, nelle zone esterne, e per ospitare nuove centralità nelle aree della periferia urbana.
Ciò consentirebbe di riequilibrare e gestire con efficacia i parchi e le aree verdi periferiche e, contemporaneamente, potrebbe contribuire al processo di ampliamento diffuso dell’offerta turistica,anche nella prospettiva di realizzazione di nuove municipalità urbane.
Diverse sono le aree candidate, nell’interpretazione degli intervistati, ad ospitare le nuove centralità: tra le molte, l’area della Marcigliana, che potrebbe ospitare ricettività non convenzionale nell’ex colonia agricola a condizione di migliorarne l’accessibilità, e l’area di Tormarancia, contigua a quella dell’Appia Antica.
Solo una parte degli intervistati ha posto esplicitamente il problema dell’impatto turistico sulle risorse ambientali, paesaggistiche e storiche. Al di là dei fenomeni di abusivismo, comunque presenti (soprattutto lungo il litorale, ma non solo), esiste indubbiamente un problema di “capacità di carico” che, tuttavia, nella percezione comune, emersa dalle interviste, potrebbe essere risolto praticando una politica di ridistribuzione spaziale dell’offerta e ponendo in essere azioni efficaci per la manutenzione dell’ambiente urbano.

Informazione e azioni di sostegno

Le questioni connesse all’informazione sono molto spesso presenti nelle considerazioni svolte dagli intervistati sulle distorsioni dell’offerta turistica. Si tratta di considerazioni che spaziano dalla generica necessità di portare a conoscenza per tempo dei turisti e degli operatori di settore delle diverse iniziative programmate alla possibilità di prenotare e acquistare a distanza biglietti di ingresso a manifestazioni, musei, mostre temporanee. Le considerazioni svolte, tuttavia, presentano scarsa incidenza sull’elaborazione del piano urbanistico comunale.
Molti hanno riconosciuti elementi distorsivi nell’organizzazione amministrativa del settore. Un primo elemento di riflessione riguarda la necessità di snellire le pratiche per l’accesso al settore di investitori privati. Alcuni degli intervistati hanno caldeggiato il ricorso alo sportello unico o la realizzazione di un’agenzia mista, in grado di gestire l’accesso al settore e, nel contempo, di valorizzare le risorse storiche, artistiche e culturali minori, anche mediante il ricorso a contratti di gestione con soggetti privati.
Un secondo elemento riguarda la formazione della classe imprenditoriale che opera nel settore, ancora oggi, fortemente caratterizzata da un’organizzazione “artigianale” e basata su di una struttura di tipo “familiare”.
Parallelamente, viene riconosciuta la necessità di ricorso a politiche di “marketing territoriale”, in
grado di proporre un’immagine di Roma non necessariamente caratterizzata dalla dotazione si risorse turistiche “classiche”, ma legata alla capacità di funzionamento del sistema urbano e dei diversi settori produttivi in esso presenti. Si tratta, in altri termini, di favorire la crescita di quei settori del turismo oggi dispersi (principalmente, il turismo d’affari). Operazione, questa, che richiederà la costruzione di una specifica strutturazione di poli d’offerta (ad esempio, il nuovo polo tecnologico sulla cinematografia e sulle tecniche multimediali). Anche in questo caso viene ipotizzato il ricorso ad un’agenzia che sia in grado di indirizzare le imprese verso i più opportuni canali di finanziamento e le aree di intervento a maggiore probabilità di successo.
Alcune considerazioni a lato, ma comunque ritenute significative per vendere un’immagine turistica
qualificata, riguardano il mantenimento di un buon standard di sicurezza. Aree che potrebbero essere oggetto di politiche di riqualificazione turistica soffrono oggi di gravi problemi legati alla presenza,soprattutto (ma non solo) nelle ore serali e notturne,di zone di degrado sociale e di concentrazione di attività illegali, che vanificano qualsiasi sforzo di miglioramento dell’offerta.

LE TRE SCALE D’INDAGINE

L’ambito di riferimento metropolitano

Lo sfondo di riferimento metropolitano permette di inquadrare,in un’immagine di sintesi, il mosaico della diversità a scala locale. Tale riferimento garantisce il raccordo tra piccole scale e area vasta relativamente alle grandi tematiche.

Le ragioni di una simile scelta però sono anche legate due ulteriori motivazioni di contenuto:
 la possibilità di pensare a forma di decentramento dell’offerta ricettiva in ambiti esterni a quelli della tradizionale concentrazione dell’hotellerie romana;
 l’opportunità di allargare e incrementare l’attuale base di offerta delle risorse turistiche;
 altrettanto significative di quelle su cui si è costruita l’”attrazione Roma”, all’esterno del
 territorio comunale.

Tali motivazioni si ritrovano nel Piano di Coordinamento Territoriale della Provincia di Roma.
Tale Piano ha individuato ambiti di interesse culturale ambientale, che possono per potenzialità espresse e per reali risorse patrimoniali essere rilette omogeneamente all’interno.
Il quadro conoscitivo del patrimonio dei beni culturali provinciali, ordinato secondo una visione storica territoriale del suo costituirsi ha condotto alla individuazione di otto comprensori, esterni a quello della città di Roma, definiti “regioni formai”. Tali ambiti possono costituire la cornice metropolitana dell’area romana a cui il Comune di Roma deve rapportarsi per costruire un progetto turistico in continuità tra centro e luoghi esterni.
Nelle linee del programma regionale in materia di servizi culturali, di difesa e valorizzazione delle risorse ambientali, di promozione turistica, si rivela una analoga tendenza. Ciò avviene anche con l’inserimento delle zone parco nei circuiti turistici interregionali e con la valorizzazione dei centri storici al fine di garantire al sistema romano significative opportunità in termini di allargamento delle possibilità escursionistiche, nonché dei rapporti di interscambio turistico interregionale, aprendo importanti circuiti alternativi rispetto alle tradizionali mete ricreative e turistiche della fascia costiera e dei Castelli Romani dove, come si è già detto, si registrano indici di densità del turismo estivo e di fine settimana tali da sconsigliare ulteriori programmi di ampliamento delle strutture ricettive.
La situazione territoriale all’intorno di Roma si sta modificando rapidamente.
La distribuzione territoriale della popolazione romana su di una vasta area provinciale è un fenomeno che prende vistosamente corpo a partire dal 1986. Da all’ora,sino a tutto il 1991, ben 95,205 residenti romani si sono trasferiti nei comuni della propria provincia. Il trend è chiaramente osservabile valutando l’incidenza annua % dei trasferimenti nell’hinterland sul complesso delle cancellazioni anagrafiche: infatti, in quasi dieci anni (1980-1989) si passa da una irrilevante incidenza (1%) degli esodi di tipo “metropolitano” al 33%, nell’anno 1989, con una punta massima – pari al 38,4% – nel 1988.
Considerando, più in dettaglio, i soli trasferimenti di residenza verso i comuni della provincia nel periodo più significativo, compreso il 1986 ed il 1991, si può rilevare innanzitutto una fortissima concentrazione in 42 comuni (con flussi culturali in ingresso superiori alle 500 unità) che da soli captano bel il 92% (84.909) delle tensioni emigratorie “metropolitane” provenienti da Roma.
Distinguendo ulteriormente, nei flussi di ingresso tra i 42 comuni maggiormente captanti, quelli superiori alle 2000 unità, si individua un ristretto gruppo di comuni dalla elevata capacità di attrazione: 14 tra i 42 comuni captanti polarizzano bel il 65% (54.829) delle emigrazioni romane.
Tra i 14 comuni polarizzanti se ne trovano ben 11 che contano, al 1991, una popolazione compresa tra le 60.000 e le 20.000 unità, il massimo della scala demografica della Provincia di Roma.
Nel periodo questi comuni ed altri hanno assistito ad un consistente incremento di popolazione dovuta anche al rilevante apporto di trasferimenti residenziali provenienti da Roma: Guidonia 6.889, Cervetri 6.717, Ladispoli 5.196, Pomezia 4.975, Ardea 4.693, Ciampino 4.434, Anzio 4.060, Mentana 3.638, Marino 2.957, Anguillara 2.438,Zagarolo 2.330, Tivoli 2.247, Albano 2.135, Monterotondo 2.121.
L’incidenza media osservabile nei comuni della provincia è pari al 9,4% ma il comune di Ardea si posiziona al primo posto con una incidenza percentuale di immigrati da Roma pari al 46,8% della popolazione; lo seguono, nell’ordine, quello di Cervetri 31,5%, di Ladispoli 25,9%, di Anguillara 24%, di Castelnuovo di Porto 21,4% e di Fornello 21%. Si può ancora osservare come ben il 65% del flusso emigratorio metropolitano originato da Roma si sia stanziato nei comuni della cintura.
In questa prospettiva di sempre maggiore diffusione della popolazione presente nel territorio metropolitano, è credibile pensare a nuove interconnessioni tra fattori di centralità turistico – culturale ed il patrimonio ambientale, storico e archeologico diffuso nell’area più vasta, nella periferia dell’hinterland.
Un secondo elemento di valutazione è determinato dalla domanda dei cittadini che vivono il territorio a scala metropolitana,soprattutto per la seconda residenza (marina o collinare) e per le escursioni sempre più frequenti nei dintorni.
Più sostanziale appare tuttavia la lettura a scala metropolitana per quanto riguarda il complesso di risorse storiche, culturali e naturalistiche (concentrate o diffuse) in molteplici parti esterne al territorio comunale; alcune di tali parti hanno una loro capacità attrattiva consolidata (Tivoli con Villa Adriana,la stessa area dei Castelli Romani); altre, di minore notorietà, assumeranno probabilmente nuove potenzialità in relazione all’attuazione delle politiche regionali di istituzione dei parchi; altre ancora forniscono un richiamo oggi prevalentemente limitato alla seconda residenza romana (come parti del litorale).
Nello sviluppo della dimensione metropolitana dell’offerta territoriale non si considerano le articolazioni amministrative su cui si sta lavorando per la “costruzione” dell’area metropolitana; si è preferito individuare alcuni ambiti correlabili come direttrici e polarizzazioni connesse (o connettibili) all’area del territorio comunale (una sorta di area metropolitana a geometria variabile).
In tali ambiti l’offerta ricettiva e quella di risorse turistiche possono diventare così complementari a quelle che è in grado di offrire la città consolidata allargando il circuito di interesse turistico o territori più vasti; piccoli centri storici o anche aree ancora da consolidare sotto il profilo urbanistico possono rappresentare piccole e medie centralità nel sistema complesso e articolato che si va configurando come carattere qualificante nell’area metropolitana, Tali ambiti, d’altra parte, sono significativi per la loro reciprocità attrattiva nei confronti di Roma.
Basta pensare alla via Tiburtina e al passo dell’Aniene che dal polo di Tivoli possono ricevere inedite possibilità di potenziamento. Lo stesso litorale romano non si esaurisce in Ostia ma trova i suoi caratteri di strutturazione nei rapporti con i centri a nord (Fiumicino, Fregene) e anche se più limitatamente verso il sud.
Nel complesso si sono considerati un sistema di aggregazioni/compenetrazioni di funzioni che rendono uniche ed originali parti del territorio specializzandole a ruoli specifici, trame di centri urbani,di diverse dimensioni e conformazioni,aventi specifici caratteri fisici, culturali e funzionali.
Queste aree, suggerite nel corso delle analisi svolte, vengono individuate come ambiti di interesse turistico preferenziali nella costruzione dello “scenario” di riferimento a breve e a lungo periodo: un insieme di sistemi funzionali, non definiti rigidamente e univocamente sul territorio, a cui affidare un particolare ruolo nella riorganizzazione dell’offerta di risorse turistiche.
Di tali ambiti, individuati prima nella loro globalità, è stata riconosciuta singolarmente la diversità di valenze, la distribuzione delle risorse e le potenzialità. L’obiettivo è quello di non disperdere le potenzialità dei singoli ambiti, oggi tutti univocamente relazionati a Roma attraverso il sistema infrastrutturale prevalentemente radiocentrico, ma di esaltarne le specificità, connetterli fra loro ed interrelarli sinergicamente in rete.
In particolare, la definizione di aree urbane consolidate, la determinazione di centri urbani principali,e la ricostruzione della maglia di relazione principale attraverso il riconoscimento di assi viari primari e secondari permettono di definire l’ambito di riferimento metropolitano così articolato:
1 ) La città storica e religiosa
2 ) Il Litorale
3 ) Il Tevere
4 ) I Castelli romani e i parchi suburbani
5 ) La Tiburtina Valley e la polarità di Tivoli e Guidonia
6 ) Anguillara, Bracciano e i laghi.

LA CITTA’ STORICA E RELIGIOSA

L’importanza storico -culturale dell’agglomerato urbano di Roma è certamente universalmente riconosciuta. La storia stessa ha contribuito alla sua formazione, sovrapponendo ed amalgamando le opere prodotte successivamente senza soluzione di continuità.
La città storica, coincidente in larga misura con l’anello ferroviario, rappresenta il più denso e complesso ambito di tutta l’area di riferimento metropolitano.
Il centro storico, caratterizzato dalla massima complessità funzionale, è, al tempo stesso, componente del sistema città d’arte del mondo, sede del più grande centro religioso e sede della capitale d’Italia.
Una connotazione che privilegia la cultura e l’arte, la conservazione della memoria e tutto ciò che a questi valori è connesso; comunicazione, scambio, ricerca, confronto scientifico e culturale.
Tra i caratteri strutturali è decisiva l’evidenziazione della reste fluviale del Tevere e dell’Aniene.
Essa costituisce la linea di congiungimento tra i sistemi ambientali situati ai lati opposti della città, da nord a sud. Sono gli elementi di attraversamento, di permeabilità, nell’area centrale, di tutto il sistema dei parchi e al tempo stesso corridoi biologici.
La più grossa ricchezza è sintetizzata nell’area archeologica centrale: ma c’è anche una costellazione di ulteriori aree archeologiche, di beni culturali e di relativi percorsi.
L’attività turistica a Roma si articola intorno ad una serie isolata di elementi di eccezionale richiamo turistico, ma risulta priva di un tessuto connettivo che si compatti e che sia in grado di offrire una facile fruibilità dell’intera gamma delle proprie risorse.
L’occasione dei parchi urbani è quello di un recupero ambientale non solo dal punto di vista della salute dell’habitat, ma è anche quella di sviluppare possibili iniziative rivolte in particolare ai residenti, individuando nuove centralità a vocazione turistica nelle adiacenze dei parchi urbani. Si costruisce così una rete di polarità ambientali tra ville storiche e nuove centralità, al bordo dei parchi.
Pur sembrando in contraddizione con quanto detto tuttavia va dato maggior risalto al patrimonio turistico dell’area centrale, dove si catalizza il grande flusso turistico, e dove il settore turistico vive e si alimenta dello sviluppo connesso con il ruolo di Roma capitale e al tempo stesso delle città “romana”, “barocca”, “della cristianità”,”vissuta dai suoi concittadini”, e “commerciale”; ognuno di questi aspetti offre un’occasione di turismo giornaliero e di più giorni,ma l’utente può frequente è la popolazione residente: per questa domanda di utilizzo del tempo libero della popolazione presente vanno potenziati e meglio individuati i criteri di localizzazione delle attività commerciali, culturali e sportive.
Rete dei fiumi, beni archeologici e culturali,parchi,rete di ferro, distribuzione delle sedi universitarie, cultura e flussi di informazioni,innovazioni produttive sono i grandi tracciati naturali e tecnologici con i quali la città storica si collega fisicamente ed idealmente con il resto del territorio metropolitano.

IL LITORALE

Il litorale luogo turistico per eccellenza della popolazione “presente”, costituisce uno tra i fenomeni
metropolitani più significativi. Investe un territorio esteso, lungo oltre 100 chilometri, entro il quale spiccano numerose polarità ormai consolidate. Fra queste è da annoverarsi la parte costiera del Comune di Roma.
La spiaggia di Roma: Ostia balneare si caratterizza per la presenza di numerosi stabilimenti balneari
per il pendolarismo estivo delle vacanze dei romani,ridotta la presenza alberghiera; il potenziamento dell’aeroporto Leonardo Da Vinci offre l’occasione di rilanciare Ostia anche come luogo di ricettività alberghiera, in questo caso si dovrebbero accelerare gli interventi di potenziamento vario per una maggiore accessibilità da e per Fiumicino.
La residenzialità turistica, in generale il litorale laziale e in particolare quello romano, si contraddistingue per la numerosa presenza di seconde case che genera il fenomeno di conurbazione
per ampi tratti: S.Marinella, S; Severa, Anzio, Nettuno, Torvaianica, ecc.
In termini quantitativi, e con riferimento agli ultimi 30 anni, nei sette comuni della fascia costiera più interessati dal recente processo di sviluppo o comunque esterni al comune di Roma (esclusi cioè Civitavecchia, Fiumicino e Ostia), la popolazione insediata è passata da 62.000 a 203.000 abitanti con un incremento del 230%.
Di particolare interesse è la crescita, che si è verificata nella Provincia di Roma, dello stock edilizio, relativo alle abitazioni non occupate. Infatti, negli stessi sette comuni, mentre nel 1961 le stanze non occupate erano 30.500 nel 1991 risultavano 252.000 con un incremento quindi del 740%.
Oggi nella fascia costiera, sempre escludendo Civitavecchia, Fiumicino e Ostia, tenuto conto che nella provincia di Roma, esclusa la capitale, le stanze non occupate sono pari a 478.000 risulta residente il 18% della popolazione e localizzato il 53% delle stanze non occupate.
Le porte extra moenia – se da terra l’accessibilità al litorale è affidata al sistema viario costiero (la Roma-Civitavecchia e l’Aurelia verso nord, un sistema più articolato basato sulla puntina a sud), la sequenza dei porti turistici garantisce l’accesso dal mare: nel loro complesso possono essere considerate come le porte extra moenia del litorale.
La Regione Lazio ha redatto un piano di coordinamento dei porti avente per oggetto la realizzazione e lo sviluppo della portualità laziale. Il documento evidenzia il precario equilibrio della costa laziale interessata,in molte zone, da accentuati fenomeni di erosione e traccia alcune linee sulle quali impostare la pianificazione portuale. Sono previsti interventi di ampliamento del porto di Fiumicino e la realizzazione di un porto a Isola Sacra e di uno a Ostia,sono previsti inoltre numerosi approdi turistici e la ristrutturazione degli esistenti: Civitavecchia, Riva di Traiano, S. Marinella, Fiumicino, Anzio e Nettuno; inoltre alcune di queste località hanno un vero e proprio porto e sono (oltre al grande porto di Civitavecchia) Anzio, Fiumicino e Nettuno che, pur essendo ormai porti turistici, ospitano ancora le imbarcazioni per la pesca.
Per Civitavecchia si prevede un ampliamento con una completa riorganizzazione degli attracchi,con il prolungamento di quelli destinati alle navi da crociera, la divisione della parte commerciale da quella turistica, il miglioramento del collegamento ferroviario e, in prospettiva, lo spostamento più a nord della zona petrolifera. Lo sviluppo del porto è collegato anche alla realizzazione della prevista
bretella autostradale Civitavecchia – Orte e alla riapertura della linea ferroviaria di collegamento con Orte.
A Fiumicino gli insediamenti portuali sono collocati a nord e a sud dell’Isola Sacra.
Nella zona a nord si trova il Porto Canale nel quale convivono pescherecci, imbarcazioni da diporto e cantieri navali. A sud nella zona di Fiumara Grande, si è sviluppato negli ultimi anni in modo spontaneo un approdo turisti che comprende anche cantieri nautici e circoli sportivi. In questa zona è prevista la realizzazione del nuovo porto che,oltre a regolarizzare l’ormeggio delle imbarcazioni sportive, liberando in tal modo anche il Porto Canale, dovrebbe riqualificare l’intera foce del Tevere.
Il sistema dei valori storici e ambientali (il tessuto storico e ambientale di pregio) – Ostia Archeologica, la necropoli del Porto, il lago di Traiano costituiscono un sistema archeologico unico al mondo per l’alto grado di restituzione delle caratteristiche insediative di epoca romana; è in corso di attuazione con i contributi di Roma Capitale la realizzazione del Parco della Porta dei Porti da parte del comune di Fiumicino, che valorizza l’aerea del lago di Traiano e permette la realizzazione della ricucitura dei tre insediamenti archeologici sopraddetti. La qualificazione di questi sistemi am-bientali e archeologici conduce la parte sud del litorale in un circuito internazionale.

IL TEVERE

Il corso urbano del Tevere è la via fluviale di un tempo,linea di sutura tra importantissimi assi viari antichi e moderni, intorno alla quale si concentrano ingenti patrimoni di archeologia e arte antica e moderna,nonché ricchezze ambientali; fino alla costruzione degli argini, una gran parte della città viveva in simbiosi con il fiume.
Gli approdi turistici della navigabilità del Tevere, potrebbero contribuire alla creazione di un itinerario turistico naturalistico e culturale che lega le diverse epoche di Roma, che tutte, fin dal secolo scorso, sono state strutturate e condizionate dalla presenza del fiume; un rapporto teso a ridare al Tevere il ruolo di “via” e di “asse”che la città del Novecento ha perso. Diminuisce l’uso urbano come linea di trasporto,rimane quello straordinario di rilettura per il turista della storia della città,al contempo per la popolazione “presente” ritorna ad essere un luogo di inesauribile dimensione per attività sportive, e come percorso di collegamento tra gli interventi di recupero ambientale da Castel Giubileo, a nord, alle aree fluviali della Magliana, a sud.
Tali approdi sono da considerarsi luoghi di scambio (piccoli nodi di scambio infrastrutturali) tra la via d’acqua e i tessuti urbani; questi dovranno essere funzionali al servizio, di linea di trasporto anche di superficie ma, e soprattutto, punti di arredo urbano di elevata qualità, rileggibili immediatamente e contemporaneamente non invasivi nel contesto della città.
Le azioni di pianificazione urbanistica per un’offerta del fiume ai fini del tempo libero riguardano:
 in via prioritaria le azioni in campo igienico ambientale: bonifica e ricostruzione dell’ambiente naturale degli argini senza banchina;
 il recupero e utilizzazione delle banchine esistenti al centro della città per manifestazioni di tipo non commerciale ma ricreativo ed espositivo;
 gli interventi tesi a moltiplicare le opere di restauro già fatte per l’isola Tiberina per estenderle a tutti gli argini della città.
La foce – L’ ultimo tratto del Tevere rientra a pieno titolo nell’ambito della regione formale del litorale, anche se rimane in questo ambito per tutte le indicazioni e caratteristiche di inteventi di natura igienico-ambientale dell’intero fiume.
La media Valle del Tevere – L’area compresa tra l’autostrada del Sole, il Tevere e le due antiche strade della Tiberina e della Flaminia si presenta con una configurazione pianeggiante, caratterizzata dalla presenza del fiume, risulta abitabile sin dall’età preistorica ma oggi si presenta interessante per il valore storico del sistema insediativo della valle del Tevere e tale carattere ne dovrebbe divenire la risorsa turistica, cercando di contenere la forte espansione edilizia che alcuni territori comunali stanno già attuando, generata in parte dello spostamento della popolazione della città di Roma.

I CASTELLI ROMANI E I PARCHI SUBURBANI

L’area si caratterizza per l’alto livello d’integrazione territoriale e funzionale con la conurbazione romana,sia per i bacini d’utenza e di mobilità territoriale, sia per quanto riguarda gli aspetti strettamente fisici, con varie zone di fatto in aderenza fra i vari centri e con Roma. L’ambito presenta caratteri storici di appetibilità: campagna, paesaggio naturale e storico, enogastronomia, vocazione tradizionale dei Castelli Romani.
E’ un sistema collinare di forma regolare ed isolato costituito dai Colli Albani, il più meridionale sistema vulcanico del Lazio. Dentro l’area spiccano il laghi di Albano e di Nemi.
La forma dell’assetto ha condizionato l’organizzazione del sistema insediativo e della rete di relazioni interna ed esterna del territorio.
L’area si caratterizza per la presenza di vie di comunicazioni storiche: la via Appia, nata per collegare anticamente Roma con il Mezzogiorno; la via Latina, nata per collegare Roma con Capua; la via Tuscolana, nata per collegare Roma con l’antica città di Tuscolo.
Tali arterie hanno costituito un sistema di riferimento per l’organizzazione infrastrutturale del territorio dei Castelli, ora integrato dall’autostrada che lo attraversa a nord-ovest. Infatti la via dei laghi che taglia il comune di Marino, fiancheggia il lago di Albano per ridiscendere verso Velletri e allacciarsi alla Via Appia.
Tra le direttrici consolari di via Appia è quella che ha maggiormente risentito di trasformazioni. A partire dai confini del comune di Roma si incontrano i territori dei comuni di Ciampino, Marino, Castelgandolfo Albano in un continuum dove non si capisce più dove termini la città ed inizi la campagna.
Il sistema insediativo è legato all’assetto geografico e alla rete infrastrutturale dell’area.
Sul versante occidentale, esterno al sistema dei laghi, i centri sono caratterizzati dall’allineamento sulla via Appia (Castelgandolfo, Albano, Ariccia e Genzano); sul versante orizzontale del vulcano i comuni appaiono arroccati sulla cima dei Colli, con un tessuto urbanistico a spirale, tipico del periodo medioevale (Roccapriora, Montecompatri, ecc.)
I comuni di Nemi, ai bordi del lago anonimo, e Rocca di Papa sul versante occidentale del cratere Albano, sono centri isolati da tutto il resto. Marino e Frascati svolgono una funzione di centralità dell’ambito dei Castelli: capisaldi nella dinamica dei rapporti fra gli altri sistemi insediativi e fra questi e l’area metropolitana.
Il vasto ambito naturale “il Parco suburbano dei Castelli Romani”, risorsa endogena e prioritaria per uno sviluppo qualitativo dei Castelli, è costituito da aree protette intercalate a zone a forte antropizzazione, rappresenta un nodo strategico per il progetto di raccordo tra i due parchi: quello dell’Appia Antica e quello dei castelli romani.

LA TRIBUNA VALLEY E LA POLARITA’ DI TIVOLI E GUIDONIA

L’area Tiburtina è stata oggetto di rilevanti dinamiche di trasformazione ed è interessata da un forte numero di proposte progettuali, legate in larga misura, al decentramento di funzioni ed attività metropolitane di Roma, favorito dalla posizione strategica, e, in parte da esigenze di modernizzazione interne all’area.
L’ambito è caratterizzato da elementi forti:
 un sistema della mobilità molto articolato e diffuso;
 un sistema produttivo trainante con attività industriali anche di antica tradizione,attività estrattive(le cave di travertino, le cartiere, attività di trasformazione dei prodotti agricoli);
 un’elevata qualità ambientale rappresentata da risorse di tipo naturale,storico-culturali e rurali(il parco dell’Aniene,il parco della Marcigiana,dell’Inviolata);
 vaste aree archeologiche e storico – monumentali come villa Adriana, Castello di Lunghezza, ecc.; e importanti aree rurali come Castel Verde, Casale del Cavaliere, Casale Monastero, Caracalle, ecc.).
La “Tiburtina Valley” è una vasta porzione territoriale che si sviluppa secondo una fascia anulare a nord-est di Roma è individuata da un sistema congiunto di elementi geografici forti che ne esaltano la qualità e ne sottolineano l’identità.
Geograficamente è caratterizzata dalla quinta montagna che divide la valle del Tevere, l’Agro Pontino, la valle del Sacco, dal sistema delle altre valli; sistema tagliato dalla Valle dell’Aniene che ne costituisce l’asse di simmetria.
L’area Tiburtina è quasi tutta a destra dell’Aniene. Si caratterizza per un contesto ambientale che, pur nell’unitarietà data dalla valle dell’Aniene, si presenta non come un contenitore ma come un insieme complesso di elementi di contorno e interni (Monti Tiburtini, Monti Lucretili, Monti Cornicolani, piana fluviale dell’Aniene, forre, agro romano) caratterizzanti la costruzione urbana.
L’articolazione insediativa interna presenta parti di differenti definizione formale e funzionale: i nuclei originali d’origine romana e medioevale o consolidati si affacciano agli insediamenti in formazione (i “non tessuti” delle periferie recenti, delle frange, degli addensamenti lineari in continuità delle periferie consolidate e delle aggregazioni isolate in territorio agricolo senza un disegno riconoscibile).
Nell’ambito si distinguono centralità urbane, alcune localizzate all’interno dei tessuti consolidati di Tivoli e Guidonia, altre diffuse nei tessuti consolidati della via Tiburtina o negli insediamenti più recenti lungo i due assi trasversali che dalla Tiburtina si staccano per connettersi alla s.p. 28 bis.
Il modello insediativo delle attività economiche e delle funzioni metropolitane è organizzato per sistemi lineari o nuclei isolati lungo la via Tiburtina, posti in aeree attrezzate o non pianificate, che presentano o una forte monospecializzazione (aree commerciali, deposito e stoccaggio, attività estrattive, attrezzature per il tempo libero o per lo sport,ecc,) o una forma di integrazione.
La rete infrastrutturale viaria è organizzata sui nodi della A24 per Tivoli e pe Castelmadama, sulla via Tiburtina e la S.P.28 bis per Guidonia, sulla Tiburtina e la S.P.28 bis e della Maremma per il resto del territorio.
La linea ferroviaria FM2, con servizio metropolitano fino a Tivoli, è organizzata sul tracciato della linea a binario unico della ferrovia Roma – Sulmona.
L’elevato valore delle varie risorse convive con quello della necessità di potenziamento delle strutture esistenti e di nuove realizzazioni, sia per la tutela e la valorizzazione dell’ambiente che per l’inserimento dell’ambito nel circuito dei servizi e delle attività di livello metropolitano.
In particolare vanno segnalate nell’area come dinamiche di tipo metropolitano più rilevanti:
 la domanda di luoghi e attrezzature per il tempo libero in cittadelle specializzate (turismo di massa: Acquapiper di Guidonia; turismo elitario; campo da golf Marco Simone) e le proposte di utilizzo delle risorse ambientali (area termale delle Acque Albule, il parco fluviale dell’Aniene, il parco naturale e archeologico dell’Inviolata, ecc.);
 la domanda di nuove sedi per attività commerciali e miste (artigianato, commercio, terziario) lungo o a ridosso del Gra, della Bretella A1/2 e dell’A24, con interventi legati all’attività economnico-produttive (Parco Tecnologico, Centro Agro Alimentare, ecc.);
 la domanda di residenze qualificate connessa a una forte domanda di mobilità pendolare metropolitana.

ANGUILLARA, BRACCIANO E I LAGHI

L’area raccoglie in sé tutte quelle caratteristiche di un sistema territoriale nel quale convivono risorse naturali di grande pregio,risorse storiche, attività per il tempo libero, centri di ricerca e sviluppo.
La risorsa ambientale, il sistema lago, le spiagge, le colline circumlacuali, e parallelamente le risorse monumentali, Castello Odescalchi, il complesso conventuale degli Agostinelli, gli stabilimenti termali di Vicarello,ecc, e la presenza di funzioni turistiche sono il punto di forza di tale ambito. Le risorse acquisiscono un ruolo peculiare e strategico per l’area che, contemporaneamente protetta, diviene fruibile dall’intero bacino di gravitazione dei centri costieri e dell’area metropolitana.
L’area è quella interna ai monti Sabatini. Interessa tutti i comuni circumlacuali: Bracciano, Anguillara e Trevignano, che rappresentano uno specifico sistema ambientale omonimo.
La statale Claudia – Braccianese proveniente da Roma raggiunge Bracciano e prosegue verso Viterbo; Anguillara e Trevignano sono raggiungibili da un percorso circumlacuale oltre che da raccordi con la statale 493 Anguillara e con la statale Cassia bis Trevignano.
L’attuale relazione tra i comuni del Braccianese e la Capitale è debole,e parecchio squilibrata; il soggiorno nell’area da parte dei romani o dei turisti in genere nel week-end non valorizza l’identità dei luoghi,non consolida la domanda di naturalità che l’area esprime, non diversifica attività e flussi turistici, ma produce congestione e disservizi.

LA SCALA COMUNALE

I turismi a Roma e le trasformazioni del territorio

L’organizzazione del settore turistico, che per una natura non è ascrivibile ad un unico insieme di beni specialistici, è stata qui indagata e rappresentata mediante una scomposizione dell’offerta in layer tematici, relativi a ricettività, risorse e funzioni,accessibilità. L’analisi, sviluppata al livello di disaggregazione statistica delle zone toponomastiche, consente di rappresentare l’attuale configurazione spaziale dell’offerta con una sufficiente articolazione, rendendo certamente più agevole la ricostruzione dei caratteri peculiari del “sistema turismo” di Roma.

Ricettività turistica e accessibilità

L’analisi della ricettività turistica in rapporto al sistema dell’accessibilità ha un duplice scopo. Da un lato, essa si propone di verificare la distribuzione geografica delle residenze per il turismo (di carattere alberghiero o meno), verificando la presenza di poli di concentrazione, siano essi in parti consolidate o in parti non compiute della città,in aree semicentrali o periferiche. Dall’altro lato, essa ha lo scopo di verificare quanto l’offerta di residenzialità turistica possa essere considerata una vera e propria rete, che trova espressione materiale nella dislocazione dei punti dell’offerta a ridosso dei sistemi di mobilità (linee di metropolitana e trasporto pubblico, assi di mobilità veicolare) e in connessione con i luoghi di principale attrazione turistica (risorse e funzioni).
Un’ulteriore, non meno importante ,finalità dell’analisi, in buona misura complementare alla precedente, risiede nella costruzione di un “supporto” per la successiva verifica di conseguenza tra i punti di conflitto oggi presenti nella mobilità turistica e la progettualità espressa dal piano come possibile (auspicabile) politica di problem solving. Attraverso la valutazione della completezza del sistema della mobilità in rapporto alla dislocazione dell’offerta (residenzialità turistica, risorse e funzioni) si fornisce, di fatto, uno strumento di verifica che consente di valutare quanto le proposte progettuali assunte dal piano contribuiscano a realizzare una migliore rete d’offerta nel settore turistico.

Ricettività alberghiera

La ricettività alberghiera rappresenta una consistente fetta della capacità turistica della città, anche se non si può certamente considerare l’unica. La dislocazione topografica dell’offerta è un’importante chiave di lettura in quanto fornisce indicazioni non solo rispetto alla capacità alberghiera (e, quindi,
al carico turistico) nelle diverse parti di Roma, ma anche perché testimonia un modello dominante, culturale, di offerta che può dimostrarsi in alcune circostanze o in particolari contingenze di mercato, non congruente con i caratteri emergenti della domanda (il caso del Giubileo e del conseguente impegno della struttura alberghiera né è un’ampia testimonianza).
Il primo passo per lo svolgimento dell’indagine ha dunque riguardato la raccolta, in un dato base georeferenziato, delle informazioni statistiche, desunte da fatti ufficiali e dalle principali pubblicazioni esistenti in materia,e/o elaborate da strutture pubbliche o private che elaborano annualmente rapporti sulla ricettività.
L’applicazione delle tecniche di analisi multivariata (e, in particolare, della cluser analisys) alla base dati così costituita ha consentito di definire sei classi di offerta ricettiva, costruite sui seguenti parametri di controllo: categoria alberghiera, numero degli esercizi, numero posti letto e media dimensione – ottenuta dal rapporto posti letto su numero degli esercizi.
Dalla classificazione è stata esclusa l’area centrale che avrebbe falsato la procedura, appiattendo gli esiti di cluser. Nell’area centrale (quella interna alle mura aureliane) è infatti concentrata circa la metà del numero di posti letto alberghieri presenti a Roma. Peraltro, oltre alla forte concentrazione d’offerta, rilevante per quantità e qualità, si osserva anche una consistente differenziazione del target d’offerta, essendo compresenti in un’area relativamente ristretta tutte le categorie e, per quelle inferiori, la quasi totalità degli esercizi.
Le sei classi, una volta effettuata l’interpretazione degli assi fattoriali di riferimento, sono state denominate in relazione al modelli di offerta che configuravano:

1 ) qualificazione alta con forte integrazione di offerta, elevata presenza di posti letto e di esercizi;
2 ) qualificazione alta con media integrazione d’offerta, medio-alta presenza di posti letto ed elevata presenza di esercizi;
3 ) qualificazione media, con bassa integrazione d’offerta, medio -bassa presenza di posti letto e o di esercizi;
4 ) qualificazione medio – bassa con bassa integrazione, basso numero di posti letto ed esercizi;
5 ) qualificazione bassa con bassa integrazione d’offerta, basso numero di posti letto e di esercizi, bassa dimensione media;
6 ) qualificazione bassa con offerta isolata e di basso rango scarso numero di posti letto.

Nella tavola allegata al testo è stato rappresentato in modo puntuale il numero degli esercizi alberghieri di quarta e quinta categoria, per una maggiore comprensione del grado di qualità espressa all’interno delle classi; queste sono graficamente descritte mediante una campitura integrale per zone toponomastiche. La diversa modalità di rappresentazione non ha, è facile intuirlo, tanto un carattere strumentale (legato alla scarsa numerosità di esercizi di queste due categorie) quanto perché restituisce una lettura gerarchica del “sistema alberghi”. E’ infatti del tutto evidente che ambiti d’offerta caratterizzati da una ricca articolazione delle categorie sono a tutti gli effetti centralità nel settore produttivo turistico e rappresentano, quindi, dei fattori di localizzazione diffusi (soprattutto per esternalità positive che essi possono generare, quale, ad esempio, la convenienza alla localizzazione di esercizi commerciali accessori al turismo): essi sono un terreno fertile nel quale si sviluppa per emulazione un’offerta crescente e, con essa, una crescente specializzazione turistica della zona considerata. Tale specializzazione si esprime non (solo) per elementi puntuali ma si rivolge a tutto il tessuto circostante coinvolgendolo nella costruzione di esternalità positive. Ovviamente, essendo questo tipo di offerta strettamente connesso con il contesto in cui si inserisce, lo influenza ed è da esso influenzato. Le vicende di un settore urbano (ad esempio, il suo degrado) influenzano inevitabilmente i caratteri (non solo quelli di manutenzione edilizia,ma anche il tipo e la qualità del servizio) degli alberghi in esso contenuti,così come il tipo di domanda che si rivolge agli alberghi (ad esempio per effetto di una politica dei prezzi da essi praticata) può in certa misura condizionare la qualità di un settore urbano.
I grandi alberghi, considerando come tali la quarta e quinta categoria, fanno invece riferimento ad un “autocontenimento” della domanda accessoria a quella di residenzialità turistica. Si tratta, in genere, di grandi macchine ibride che, soprattutto nelle aree più periferiche, poco dialogano con il tessuto urbano circostante,sino a giungere a negarlo del tutto. La compresenza di entrambe le forme di offerta pone le zone così caratterizzate in una posizione gerarchicamente superiore, rendendole a tutti gli effetti centralità di offerta (non ancora, tuttavia, centralità turistiche). I grandi alberghi rappresentano, in questi casi, non tanto (o non solo) operazioni di valorizzazione fondiaria, ma anche delle vere e proprie “porte d’offerta” e di qualificazione del servizio.
La presenza di una sola delle categorie d’offerta, invece, se letta in relazione con il sistema dell’accessibilità, delle risorse e funzioni, con i caratteri dei tessuti urbani, può fornire indicazioni sulle potenzialità di sviluppo turistico presenti nei diversi ambiti urbani, indicando se ci si trova di fronte ad una possibile centralità turistica o meno.
La rappresentazione riportata nella tavola allegata restituisce un quadro d’insieme, articolato sui temi accennati,in cui emerge con particolare evidenza la presenza di centralità consolidate (quelle delle aree interne alle mura aureliane), legate a fattori classici di richiamo turistico (i beni storici, il tessuto urbano centrale e le attività commerciali, i poli religiosi, culturali, ecc.) e di centralità in formazione, prevalentemente site in zone semi periferiche e la cui presenza deriva da fattori specifici di attrazione (quelli legati ai molteplici turismi, già descritti).
Considerando l’articolazione in quartieri, suburbi, e zone è possibile tentare una prima geografia del fenomeno turistico, così come emerge dall’offerta ricettiva. Con il riferimento all’interpretazione fornita dalle aggregazioni prodotte dalla cluster analisys, si individua l’appartenenza dei quartieri ai diversi “modelli d’offerta”.
La prima classe, con qualità e capacità ricettiva elevata e presenza di esercizi di 5a e 4a categoria distribuite nelle zone centrali, Pinciano,Trionfale. In merito alla distribuzione territoriale di questo gruppo è evidente il ruolo svolto dall’interno della tipologia dei quartieri del centro di Roma, che sicuramente vantano una ricettività consolidata e un patrimonio urbano in termini di infrastrutture, collegamenti, ecc. diffusa in maniera consistente e capillare.
La seconda classe, con qualificazione alta e con media integrazione di offerta, comprende una grossa fetta di territorio comunale, è presente in molte delle zone centrali e semicentrali: Rione Prati, Parioli, Salario, Nomentano, Gianicolesnse, Aurelio, Eur, Primavalle, ecc.
La terza classe, disposta a cornice rispetto al centro, corrispondente ad una qualificazione media con bassa integrazione di offerta e offerta di esercizi medio-bassi, copre le zone del Delle Vittorie, Tor di Quinto, Flaminio, Monte Sacro, Trieste, Torre Angela, Appio Claudio, Magliana, Acilia sud.
La quarta classe, che si identifica con una qualificazione medio -bassa con zone a bassa integrazione, basso numero di posti letto e di esercizi, è disposta in maniera discontinua sul territorio quasi sempre al di fuori del Gra e soprattutto nel quadrante nord-ovest. Le zone sono: Cesano, la Storta, Labaro, Casolati, Giustiniana, ecc.; inoltre nel quadrante est Tiburtino, Torre Gaia: a sud, fuori del Gra, le zone di Castel di Decima e a sud-est Castel Morena, Capannelle e sulla costa, Ostia Levante.
La quinta classe, connotata da una bassa qualificazione e integrazione di offerta (numero di esercizi e di posti letto) è concentrata sulla costa nel quartiere di Lido di Castel Fusano, e nel quartiere Ostiense, Ardeatino, Appio Latino, ecc.
L’ultima classe, la sesta, è caratterizzata da una bassa e/o isolata offerta di esercizi e di posti letto. Le zone, all’interno della città, sono San Basilio, Lobicano, e Gianicolense; al di fuori del Raccordo Anulare sono disposte a clorona Castel di Guido, Castel di Leva, San Vittorio, la Marcilgiana e la zona di Grottarossa.
Le prime tre classi, che si concentrano soprattutto nell’area più centrale della città, risolvono il rapporto ricettività-accessibilità con la vicinanza tra i servizi ricettivi, le risorse e le attrezzature; la debolezza della restante classificazione è dovuta alla mancanza di relazione tra le risorse e la scarsa offerta ricettiva, che comunque, quando è presente, si situa lungo la viabilità principale extra-urbana privilegiando il trasporto privato.

Ricettività extralberghiera il turismo non convenzionale

In primo luogo è opportuno stabilire il significato stesso di “turismo non convenzionale” che, nella letteratura di settore, non trova ad oggi una sua chiara definizione e valutazione.
Per “turismo convenzionale” si vuole intendere l’insieme di tipologie innovative e non tradizionali che può assumere il fenomeno turistico in un dato luogo rispetto alla vocazione espressa e consolidata, le cui modalità di fruizione e caratterizzazioni derivano dall’estrema diversificazione di motivazioni, tanto da generare il concetto di turismi, in alcuni casi concorrenziali ma spesso complementari o comunque integrabili tra loro nel medio e lungo periodo.
Motivazioni non “classiche”, non riconducibili cioè a forme di turismo “mature” come il turismo culturale, balneare, montano o termale, ma bensì motivazioni nuove, fino ad oggi non manifestatesi, e dalle quali derivano nuove generazioni di prodotti, in passato considerati alla stregua di simpatiche curiosità, ma che oggi mostrano l’enorme potenziale delle varie nicchie e sub – segmentazioni di un mercato in forte crescita (+5%).
Turismi plurimi, turismi alternativi, turismi minori, costituiti da tanti piccoli segmenti in forte crescita che nel contesto della città di Roma possono esplicarsi in una “differenziazione pluritematica”, grazie alla presenza di risorse, ad oggi non espressamente valorizzate ed economicamente improduttive, capaci di rispondere, con una rete di prodotti, alle esplosioni dei mercati della domanda turistica particolarmente attenta agli elementi di “rarità”, “tipicità”, “made in Italy”.
E’ impensabile una separazione netta tra motivazioni classiche e nuove nel momento in cui si parla di Roma: i nuovi turismi possono essere complementari ed integrarsi al turismo culturale fornendo quel contributo alla “differenziazione monotematica” per la riqualificazione e diversificazione del prodotto turistico culturale.
Se è vero, infatti, che oggi i contenuti dell’offerta sul mercato della “destinazione Roma” sono carenti con le risorse turistiche culturali della città, è pur vero che esiste una ripetitività di prodotto, che non subisce aggiornamenti e cambiamenti, che ripropone la città del “passato” e raramente nei suoi aspetti più vivi e moderni, limitando la permanenza media a meno di 3 giorni e no aiutando a diversificare l’offerta, impoverendola dell’immagine e non ponendola al pari di altre città-capitali con le quali competere. Il turismo “tradizionale” della città, che comunque costituisce un importante motore economico interessando un rilevante sistema di imprese presenta, così, caratteristiche di rigidità nelle modalità di fruizione delle risorse sul territorio e delle strutture.
Nel 1999, il Comune di Roma ha registrato 6 milioni di arrivi, dei quali il 63% italiani, e 14 milioni di presenze, delle quali circa il 70% straniere ed il 30% italiane.
Questi importanti risultati, tuttavia, interessano per lo più un sistema di offerta di servizi turistici concentrati nella città, mentre l’area metropolitana,per le caratteristiche che ne contraddistinguono il sistema di offerta e, quindi, la rispondenza ad esigenze di un’attuale e potenziale domanda turistica differente, riesce con difficoltà a beneficiarne economicamente. E’ pur vero che, nell’area metropolitana, si riscontra un’offerta carente sul piano quantitativo (e, sotto alcuni aspetti,qualitativo) incapace ad oggi di rappresentare una vera offerta di sistema ed alternativa.
Roma è per vocazione città d’arte e al centro della religiosità,una città che ben accoglie turisti appartenenti alle fasce medio-alte, ma dotata al contempo di una sviluppatissima offerta di ricettività religiosa per target medio, medio-bassi e bassi.
Allo stesso tempo, è meta per soggiorni di studio,per shopping, per congressi e motivi di lavoro, per eventi e manifestazioni sportive, per cure ospedaliere ed altri motivi ancora. La realtà però è che, per questo esemplificativo e certamente non esaustivo elenco di differenti tipologie di turismi, non pare esserci una offerta turistica certa, organizzata e commercializzata sia sul piano delle infrastrutture che del sistema ricettivo e dei servizi.
Un esempio può essere rappresentato dal turismo enogastronomico dato in forte crescita: l’enogastronomia, elemento di forte attrazione per il turismo internazionale, a Roma potrebbe manifestarsi, oltre che con la “romanità”, con tutte le caratterizzazioni regionali italiane attraverso uno o più circuiti della ristorazione già presente de con l’utilizzo di strutture e servizi complementari coerenti, andando a costruire così una nuova offerta per nuovi mercati in grado di irradiarsi anche nell’area metropolitana.
Altro settore quello degli eventi: l’intermediazione organizzata internazionale auspica investimenti sia in termini strutturali che promozionali per far fronte alla crescente domanda di prodotti special interest, legati cioè ad eventi che collegano in un sistema integrato una pluralità di soggetti imprenditoriali del turismo e dell’indotto.
Come segmento di prodotto turistico, l’evento costituiva generalmente la parte “utile ma non necessaria” dell’offerta territoriale; utile perché poteva essere determinante in uno specifico periodo,
non necessaria perché spesso rappresentava un avvenimento accidentale e causale che tuttavia procurava un atteggiamento positivo all’immagine del territorio. Il ruolo odierno è di elemento strategico del mix di prodotto.
L’evento considerato direttamente o indirettamente come attrattiva turistica implica un’attività di interesse economico, e come tale, va esaminato in un’ottica di mercato che richiede l’espletamento di una serie di processi.
Ha infatti caratteristiche atte ad attirare nuove correnti di turismo ed anzi viene organizzato con questo specifico scopo, come accade ad esempio per “L’Estate Romana”, un appuntamento che ormai coinvolge la città nel suo complesso. Nata come un’alternativa di relax e divertimento per i residenti costretti in città nei mesi caldi,ha assunto nell’arco degli anni la connotazione di una “macchina di animazione territoriale” che ha rafforzato la sua immagine. Il successo nasce dalla convinzione che gli eventi siano un’immensa risorsa da utilizzare e al tempo stesso un investimento destinato a durare, con effetto moltiplicatore. E questa premessa è confermata da un dato incontrovertibile: la crescita costante del pubblico; durante l’edizione del 1999 hanno preso parte alle varie manifestazioni 6.100.000 persone che hanno partecipato alle 101 rassegne in 122 giorni,alle 3643 rappresentazioni e spettacoli, a 519 tra dibattiti, seminari e presentazioni di libri,a 299 appuntamenti di intrattenimento vario e attività sportive, a 113 visite guidate e naturalistiche,,a 35 mostre d’arte, scienza e fotografia, a 13 appuntamenti astronomici,a 4 concorsi. Una scelta che valorizza le aree monumentali più suggestive della città e porta lo spettacolo in periferia, con la consapevolezza dell’importanza che questo può avere anche per la crescita culturale e la socializzazione.
L’orientamento è di dare maggiore impulso al settore degli eventi che assume una rilevanza strategica per la capacità di catalizzare sul territorio risorse,interessi e flussi turistici, espressioni di una nuova domanda capace di irradiare i benefici economici anche sulle aree metropolitane e su attività di nuova generazione. Dando impulso e sostegno al turismo non convenzionale, si potrebbe favorire indirettamente anche il segmento classico di turismo culturale che verrebbe a beneficiare di quei processi di diversificazione dell’offerta e delle modalità di fruizione delle risorse disponibili.
Quanto fin qui detto è ulteriormente avvalorato dalla tendenza rilevata e di particolare interesse,ai fini della progettazione delle politiche di promozione del territorio,rappresentata da quella che viene definita “total leisure experience”: la scelta di dove andare non avviene più (solo) in base alla destinazione,ma al mix globale di offerta (trasporti, alloggi, animazione sul territorio, ecc.), che deve avere un giusto rapporto prezzo/qualità ed una sua poliedricità, cioè a dire una capacità di attrazione fondata su una pluralità sinergica di offerta. Ciò implica inevitabilmente, anche alla luce dei nuovi prodotti che possono comporre il mix di offerta, la definizione di un chiaro posizionamento sul mercato, individuando in una politica di marca gli strumenti per la fidelizzazione dei mercati acquisiti e per agganciare l’attrazione dei nuovi mercati (un concetto di destination marketing che ancora a Roma le risorse della cintura metropolitana e individua nell’idea,più avanti espressa, di “Roma regione di vacanza” come possibile strada perseguibile per una brand strategy), uscire dall’indistinto,dal generico “proporre tutto a tutti e allo stesso modo” conoscendo le motivazioni che sollecitano la domanda turistica ed essere “fitting”, aderenti a quelle domande, per potersi affermare su ogni singolo mercato.
La domanda del turismo non convenzionale è dunque sollecitata da una pluralità di motivazioni che esprime forme differenti di turismo,molti segmenti con regole comportamentali diverse, sia rispetto alla tipologia specifica che rispetto alla permanenza dei flussi. Ad oggi, gli strumenti disponibili di rilevazione e di analisi delle informazioni sui mercati della domanda (fonti ufficiali e fonti secondarie) non ci forniscono un supporto nel delineare le caratteristiche specifiche dei segmenti che possono attribuirsi al turismo non convenzionale: un mercato vasto,estremamente diversificato e interconnesso, in continua evoluzione e con la continua nascita di nuove nicchie, per molti versi neppure rilevate. Le stesse indicazioni sulla crescita riportate in apertura (tendenza del +5%) sono il frutto di una previsione in base ad un panel di operatori,unico riferimento ufficiale rintracciabile nell’ultimo Rapporto sul Turismo Italiano. Indicazioni che si riferiscono al fenomeno dei nuovi turismi in termini macro, e non chiaramente riferiti al contesto locale del territorio oggetto della nostra indagine. Solo alcuni specifici segmenti come il turismo enogastronomico o sportivo, comunque sempre nei loro aspetti macro o eventualmente su delimitate aree territoriali, non del Lazio, sono stati sottoposte ad indagini ad hoc e questa risulta essere l’unica strada percorribile per giungere ad una conoscenza sulla domanda da suggerire pianificazioni strategiche.
In tal senso, nel definire il nostro campo di indagine, riferito al turismo non convenzionale a Roma e nell’area metropolitana la scelta metodologica non poteva che riguardare un’analisi dell’offerta che aiutasse a definire le modalità di fruizione del territorio. L’alternativa metodologica, cioè un’analisi che partisse dalla domanda, mostrava infatti due fattori di debolezza: da un lato, la difficoltà nel circoscrivere il campo d’indagine in un territorio in cui sono manifeste molteplici forme di nuovi turismi; dall’altro lato il rischio di acquisire informazioni, sia di tipo quantitativo che qualitativo,che, sebbene contribuivano ad una maggiore percezione dei fenomeni delle domande turistiche in atto, non avrebbero tuttavia fornito quel contributo alla comprensione degli scenari di riferimento sul ruolo che il turismo potrà svolgere nell’immediato futuro e come esso influenzerà i piani di progettazione urbanistica.
Esaminando gli scenari di evoluzione della domanda rispetto all’attuale sistema di offerta sul territorio di Roma città ed area metropolitana si è ritenuto opportuno focalizzare il campo di indagine su quanto sin d’ora possono,in termini prioritari rispetto all’universo del turismo non convenzionale, costituire prime opportunità di sviluppo:
• il mercato di offerta per il turismo giovanile;
• il mercato di offerta per il turismo plein air;
• il mercato di offerta per il turismo rurale.
L’identificazione all’interno di ogni singolo mercato degli elementi caratterizzanti in termini di motivazioni, target, tipologie ricettive, caratterizzazione e modalità di fruizione rispetto all’attuale sistema di offerta in termini di strutture, localizzazioni, servizi (in particolare per quanto riguarda l’offerta per la domanda proveniente dal mondo universitario e degli scambi culturali, e l’offerta di ostelli della gioventù, campeggi e agriturismi) ha delineato l’area delle necessità e degli interventi da attuare per sostenere lo sviluppo della stessa offerta e rispondere efficacemente alle esigenze dei nuovi turismi.
La dislocazione dell’offerta risulta diversificata in relazione al target di riferimento. Le case per ferie, soprattutto a causa del modello d’offerta cui si riferiscono, presentano una distribuzione simile a quella alberghiera . La maggior parte dell’offerta, infatti, si colloca nell’area centrale (I circoscri- zione) e nella zona (XVIII circoscrizione) adiacente al Vaticano,per evidenti motivi di concentrazione dei manufatti da cui queste derivano (collegi, seminari e conventi). L’offerta concentrata complessivamente in queste assomma a più del 40% dei posti letto e degli esercizi complessivamente presenti a Roma. Un altro 20% circa dell’offerta si colloca nella circoscrizione
XVI e XIX: la zona dell’Aurelio (considerando un’estensione che parte dalla Città del Vaticano e si estende lungo l’Aurelia fino a raggiungere il Gra), offre, nel complesso, più del60% dell’offerta romana. L’altra quota significativa di offerta è localizzata nel quadrante sud-est (circoscrizione III, VI, IX, XI, XII), con una particolare concentrazione nell’area dell’Appia antica.
In maniera sostanzialmente differente si comporta l’offerta di ricettività en plen air (campeggi e ostelli), prevalentemente dislocali (anche per ovvi motivi di spazio e costo della localizzazione) a corona a ridosso del raccordo anulare, delle consolari e lungo la linea di costa. Nel paesaggio rurale dell’agro romano, per naturale vocazione, si colloca l’offerta agrituristica.

Risorse turistiche e accessibilità

Ambiente naturale e dimensione storico- culturale nell’assetto della città in funzione dell’accessibilità per capire l’organizzazione fisica degli spazi e delle attrattive (vedi tab.e tav.allegata).
Le risorse turistiche rappresentate sono quelle ambientali e naturalistiche ricreative, storico culturali, areali e puntuali, gli impianti sportivi di valenza monumentale e le attrezzature balneari.
Tra gli elementi che costituiscono il sistema delle risorse la “rete del verde” svolge il ruolo primario di connessione tra le diverse parti del territorio, la funzione di compensazione ecologica, la conservazione e la valorizzazione delle diversità del paesaggio urbano, il contenimento dell’espansione edilizia.
La rete del verde è articolata a diversi livelli di fruizione; il primo è quello del sistema dei parchi di livello intercomunale, il secondo è costituito dalla cintura verde della città; il terzo livello riguarda i parchi urbani e le ville storiche che si estendono per tradizione dal centro alla periferia.
Oltre alle funzioni più classiche di spazio ricreativo, centralità verde e conservazione e valorizzazione del paesaggio storico naturale,il parco di grande dimensione sta assumendo un ruolo di “parco connettivo”. In particolare il parco dell’Appia Antica, il parco dell’Aniene, il parco dei Casali, il parco dell’Insugherata stanno diventando dei veri e propri sentieri metropolitani che consentono di attraversare la città secondo varie direttrici, riducendo l’intersezione con il traffico veicolare.
I parchi di dimensione più contenuta,distribuiti nel territorio, svolgono un ruolo di centralità funzionale e simbolica all’interno delle circoscrizioni: il parco di Centocelle e il parco Alessandrino nella VII circoscrizione, il parco Gordiani, il parco Lobicano, oppure villa Carpegna nella XVIII circoscrizione, ecc.
Queste aree hanno un ruolo strutturante l’ambito locale, una spina verde di quartiere, che attraverso piazze, passeggiate, e vie alberate riconnette piazze, giardini e risorse storico-archeologiche.
Dal punto di vista prettamente turistico sono state individuate altresì le risorse puntuali storico naturalistiche (monumentali, archeologiche, ecc.) più strettamente legate ad itinerari turistici. Dette risorse spesso non risultano essere collegate con il sistema attuale della mobilità, anche se si collocano maggiormente nell’area più consolidata della città (le risorse, individuate sulla mappa per numero, sono ripartite per circoscrizione, e per zona toponomastica, secondo il data-base di
riferimento).

Funzioni turistiche e accessibilità

Nella determinazione dei raggruppamenti delle funzioni della città ai fini turistici si è tenuto conto delle connessioni esistenti e dei legami economici e di servizio che le singole attività ricercano “naturalmente”.
Le funzioni turistiche considerate sono quelle legate alle attività urbane, in particolare il direzionale e il terziario, ai quali sono stati aggiunti i servizi di vario tipo che comunque abbiano un bacino d’utenza di rango metropolitano ed oltre: ospedali, università, la grande distribuzione commerciale, le biblioteche nazionali, gli istituti culturali e le accademie nazionali ed internazionali, i principali teatri, le sedi di ambasciate; per la loro puntuale localizzazione si rimanda alla tavola allegata e al data-base specifico.
Si evince la grandissima concentrazione di funzioni nel cuore della città; in special modo sono presenti nella parte più antica i servizi culturali rari: le accademie, le biblioteche e le sedi diplomatiche, mentre se si esclude il direzionale politico e pubblico che si colloca nella stessa area centrale e risulta a tal punto diffuso da non poter essere rappresentato, quello che rimane si con centra nell’EUR e con minor peso lungo l’asse Roma-Fiumicino e la via Flaminia.
La grande distribuzione commerciale, data la sua necessità di spazi e l’esigenza di utilizzare la viabilità nazionale, si colloca per lo più nelle adiacenze del GRA.
Gli ospedali,che influenzano più direttamente un particolare settore turistico, sono quelli che presentano un’alta specializzazione e che si collocano in maggior misura nel settore ovest, si nota comunque una tendenza più recente che mira al riequilibrio della distribuzione di tale servizio anche nel settore est della città.
Il sistema congressuale ha sede soprattutto nei grandi alberghi (IV e V categoria), concentrati nelle circoscrizioni centrali: esiste una nuova realtà congressuale, che tende ad insediarsi in strutture dismesse e recuperate allo scopo e che risulta maggiormente diffusa nell’area centrale, EUR e Farnesina.
I principali teatri sono tutti in area centrale.

Progetti e stato della pianificazione

Il nuovo piano regolatore per modificare la struttura ad “agglomerato” della metropoli romana, propone una serie di nuovi poli di rango diverso con l’obiettivo di creare un territorio metropolitano il più possibile equilibrato, sia per riconoscibilità dei luoghi sia per la qualità dei servizi offerti, supportata dal sistema della mobilità fortemente caratterizzato dal trasporto su ferro e da un sistema del verde a tutela delle aree rimaste libere.
Dal punto di vista dell’offerta turistica questa progettualità diffusa, che riguarda in maggior misura l’aumento di servizi e di attrezzature, migliora le condizioni di sviluppo dei diversi turismi romani.
Da un lato la presenza programmata di servizi specialisti, volti in particolare all’innovazione tecnologica, e dall’altro la previsione di quote di ricettività nelle centralità urbane e metropolitane permette di diffondere il servizio turistico che attualmente è contenuto nel centro nord della città (area centro-storico – Parioli – Salario – Prati – Vaticano – sistema Aurelia – Torre Rossa) anche laddove esiste la nuova domanda insediativa legata ad attività del terziario e dell’innovazione.
Il sistema della mobilità proposta dal nuovo piano per Roma, si realizza in modo diretto con i “luoghi centrali” che spesso nascono attornio alle stazioni delle linee FM e metropolitane; è, ormai, matura la condizione di un turismo organizzato sull’integrazione dei servizi complementari alla ricettività che si propone come settore rinnovato e sempre più in competizione con quello delle altre metropoli internazionali.
E’ possibile, infatti, prevedere un sistema turistico non che punti solo ad essere di supporto a coloro che si spostano per divertimento e tempo libero ma anche a rispondere all’esigenza di coloro che raggiungono la città per motivi differenti (lavoro, studio, salute, formazione, …. ) ma condizionati da un tempo predeterminato e dal tipo di qualità dell’accessibilità.
L’estensione del sistema del verde, ad oggi la più grande delle aree urbane europee, oltre il 70% della superficie comunale, diventa la caratteristica turistica esclusiva di questa città, non solo in termini di fruibilità ma e soprattutto come garanzia di qualità ambientale dell’intero insediamento urbano: poiché, le ulteriori possibilità di diversificazione dei circuiti turistici mantiene alta la qualità dei luoghi, in particolare quelli che sono le risorse uniche del turismo italiano: le aree archeologiche, solo in parte conosciute e vistate.
L’integrazione dei parchi urbani,già istituiti, con le aree agricole e con le aree fluviali si evidenzia quando avviene con le destinazioni ambientali della città storica: ville storiche e spazi aperti, come del resto la documentazione sul nuovo piano già espone ampiamente.

Individuazione delle polarità comunali e degli ambienti d’offerta

La sovrapposizione delle risorse turistiche determina un addensamento di presenze funzionali nell’area centro nord, dove la distribuzione della ricettività si combina con una buona accessibilità e una notevole ricchezza di elementi puntuali storico monumentali; valga per tutti il patrimonio del centro storico e dello stato del Vaticano, la concentrazione di ville storiche e la dotazione dei servizi, le maggiori istituzioni culturali e dello spettacolo (il sistema RAI), la città giudiziaria, ecc.
Questa lettura in gran parte conferma quanto già ci si aspettava di leggere, dato il contesto di cui sopra, ma ci offre anche una nuova visione del ruolo del settore ovest (Aurelio – Torre Rossa) che risulta contrassegnato non solo dalla presenza delle strutture del turismo non convenzionale(le case per ferie e i seminari religiosi, residenze delle istituzioni vaticane), ma soprattutto da quello più tradizionale costituito dai grandissimi alberghi attrezzati anche pere convegni e grandi manifestazioni. Si tratta, ad esempio, di strutture alberghiere (come l’Ergife) situate nelle vicinanze della via Aurelia e utilizzate per lo svolgimento delle prove scritte per concorsi di livello nazionale.
Il quadro programmatico costituito dalla rete delle centralità,dal potenziamento della rete di trasporto su “ferro” nonché dell’adeguamento della grande viabilità secondo le linee del nuovo piano regolatore, crea l’opportunità per altre aree, anche più periferiche, di diventare potenziali luoghi attrattivi per il settore turistico.
A fronte delle risorse rilevate si delineano due tendenze distributive:
 aree strategiche in virtù di nuove realtà infrastrutturali, potenziali attrattori di un turismo di tipo tradizionale che cerca sempre più di inserirsi in contesti già strutturati; nel caso specifico tale tendenza riguarda le aree adiacenti il nominato settore centro – nord che si amplia ad ovest fino all’area portuense e verso nord – est sino all’asse Salario,

 aree con elevata carenza di offerta turistica e al tempo stesso interessate da numerosi programmi di riqualificazione e trasformazione dei luoghi periferici in contesti di “respiro metropolitano”in grado di offrire al turismo specialistico ancora grandi aree e una libertà insediativa impossibile nella città consolidata.

Le aree che offrono maggiori possibilità sono quelle a sud e a sud-est ovvero l’area lungo la via Pontina,asse principale del territorio meridionale della metropoli romana e l’arco urbano che si delinea tra le strade consolari Casilino e Appia, dove già esistono strutture come l’università di Tor Vergata, le sedi della Banca d’Italia e del CNR alle quali vanno sommati i luoghi della grande distribuzione creando un contesto assai densa di attività rare di livello nazionale.

LA SCALA SUB COMUNALE

Esempi di esplorazione degli ambiti d’offerta

Asse tiburtino: gli ambiti d’offerta

L’interesse dell’ambito in questione riguarda soprattutto il potenziale di trasformazione che i programmi più recenti delle Amministrazioni locali,e le tendenze in atto di terziarizzazione degli edifici industriali evidenziano, e al contempo denunciano il ruolo metropolitano dell’intero asse tiburtino.
Dal punto di vista dell’interesse turistico si possono individuare tre fasce territoriali che si differenziano per la distanza dall’area centrale di Roma e si distinguono, inoltre, per il tipo di struttura insediativa, legata spesso a contesti che recentemente erano ancora solamente agricoli. La divisione che individua tali fasce è scandita dalle tre grandi arterie trasversali: la via P. Togliatti (area urbana), il Grande Raccordo (Capannacce – Tenuta del Cavaliere) e la bretella Fiano Valmontone (Bagni di Tivoli – Terme).
L’area più centrale dell’intero settore è quello tra la via P. Togliatti e il G.R.A., l’area urbana della via Tiburtina; dove prevale il tessuto consolidato e, in direzione raccordo un tessuto spontaneo misto ad edilizia artigianale e industriale minore; l’area comunque offre livelli di attrezzature puntuali di media qualità, risulta tra i tre sub-ambito servito meglio tanto più che sono in essere grandi trasformazioni di qualità che imporranno il nuovo ruolo centrale dell’area sull’intero quadrante orientale romano.
Il grande progetto della Stazione Tiburtina, nodo di traffico internazionale, ma soprattutto, nuova porta di Roma per l’Europa, offre indubbie occasioni al settore turistico, oggi del tutto assente,di inserirsi nel circuito turistico degli affari e del lavoro, a cui si aggiunge la trasformazione in cittadella delle innovazioni della ex Fiorentini con ulteriori opportunità di diversificare l’offerta turistica.
Il rischio che sottende queste nuove destinazioni è la tendenza della loro attuazione e quindi la perdita di interesse per un settore economico, come quello turistico,che si propone laddove è possibile in breve tempo ottenere dei risultati.
Infine il terzo sub-ambito Bagni di Tivoli – Terme è un territorio di bordo tra la realtà urbana e quella più autenticamente metropolitana, terreno vocazionalmente adatto ad un’offerta diversificata del settore turistico. In particolare presenza di risorse termali,vicinanza al parco dell’Aniene, la villa Adriana, il centro storico di Tivoli, brani di paesaggio rurale storico, presenza di archeologie industriali offrono la possibilità di creare un sistema di circuiti turistici alternativi o certamente complementari al consolidato sistema romano.

Asse ostiense e litorale gli ambiti di offerta

Il litorale romano non è solo la costa laziale amministrativa della 13^ e 14^ circoscrizione del comune di Roma, ma quella vasta porzione di territorio individuata dal triangolo che ha per vertici Passoscuro a nord, Capocotta a sud e la Magliana ad est, con al centro il fiume Tevere, esso racchiude una serie inestimabile di valori storici e naturalistici di risonanza internazionale.
Elemento essenziale, da sempre, è il fiume Tevere che ha svolto nei secoli diversi ruoli, da quello importantissimo di collegamento con Roma, a quello di avanzamento della costa rispetto al mare mediante il suo enorme apporto solido, a quello odierno di fogna a cielo aperto.
Gli scavi archeologici di Ostia Antica con la necropoli di Porto e gli ancora ineslorati Porti di Claudio e Traiano sono da soli i migliori della archeologia mondiale e sicuramente lo sono di quella romana per la vastità, la qualità e l’importanza dei reperti.
La via Severiana, l’antica litoranea dei romani, è ancora visibile in varie parti del litorale dalla villa di Pino nel verde di Castelfusano all’abusivismo dell’Isola Sacra dove, è addirittura a doppio senso e consente di raggiungere l’antica sede episcopale medioevale del Sant’Ippolito posto a guardia del ramo scavato dai romani, chiamato appunto fossa traianea.
Risalendo il Tevere all’altezza di Acilia, sul monte Cugno, è stato riportato alla luce un antico insediamento dell’età del bronzo chiamato Ficana a rappresentare quella civiltà sorta lungo il corso dell’attuale fossa di Malafede.
Lungo la costa esistono quattro torri con una funzione di avvistamento della battaglia,a cominciare dalla Tor Boacciana, la più antica e probabilmente presente sin dall’epoca dei romani, che si trova in prossimità dell’attuale ponte della Scafa; circa 500 m. più ad ovest abbiamo Tor San Michele ,del 1560; sullo stesso allineamento sorge Torre Diruta del 1600.
La più vicina alla costa dera la Torre Clementina, del 1700, adiacente al ponte pedonale sul Canale Navigabile di Fiumicino e distrutta dai tedeschi nell’ultima guerra mondiale: oggi a ricordo dell’antica torre è stata eretta una colonna con sopra la statua della Madonna.
Ostia Antica, un piccolo Borgo Medioevale Rinascimentale, è rimasto quasi tutto intatto dall’ultima ristrutturazione nel 1476, tranne le abitazioni della fine dell’800 addossate sulle mura da lato est parallelo alla via del mare.
In questo Borgo, sede vescovile, c’è un mirabile esempio di chiesa rinascimentale del 1483. Della stessa epoca è il primo esempio di architettura rinascimentale; la Rocca Rinascimentale della Rovere.
Gli elementi naturali sono la grande Pineta del Parco Regionale di Castelfusano, il Parco della Presidenza della Repubblica di Castelporziano con la macchia mediterranea, le dune della spiaggia libera di Capocotta che rappresenta uno degli ultimi resti delle macchia mediterranea.
Andando verso nord si può osservare nella tenuta Procaio un paesaggio strettamente ondulato, in queste pianure, perché formato dalle antiche ville romane sepolte.
Inoltre c’è l’Isola Sacra, con via Severiana fra i due rami del delta del Tevere.
Le grandi aree agricole della Maccarese, le tenute Aldobrandi con la fascia preparco di Infernetto.
L’oasi della piccola tenuta di Coccia di Morto, con la macchia grande a sud di Fregene e le zone umide della foce dell’Arrone, è rimasto con delle rive di bellezza quasi struggente, che ci deve spingere ad un suo urgente recupero ambientale liberandolo dalle barche e lasciandolo al godimento di tutti i cittadini e della fauna,che tuttora e in queste condizioni,vive.
Il sistema dei trasporti è formato essenzialmente da infrastrutture di collegamento con Roma perpendicolari al mare, come la ferrovia Roma – Ostia , la via del Mare, la Cristoforo Colombo, l’autostrada per l’Aeroporto di Fiumicino e la strada litoranea ìche collega Pomezia o Passoscuro, passando vicino alla costa.
In questo sistema sono assenti le arterie trasversali di collegamento con i vari centri abitati, abusivi e non, che hanno creato delle vere e proprie barriere architettoniche con problemi di traffico locale.
Il litorale si è urbanizzato seguendo il PRG, nel caso di Ostia e Fregene, ma per tutte le altre località l’abusivismo delle seconde case ha deturpato un paesaggio vario e pieno di valori.
L’erosione, dovuta soprattutto alla dissennata escavazione delle sabbie lungo l’alveo del Tevere, è uno dei grossi problemi di Ostia.
Il porto dell’antica Roma, il porto di Claudio con il successivo ampliamento esagonale di Traiano, alimentato dal Tevere dalla fossa traianea, è scomparso con la caduta dell’impero, e da allora questo problema è rimasto insoluto. Tra Fiumicino e Fiumara si è installato abusivamente il più grosso porto da diporto, con le sue attuali 3.500 barche di attracco.
Analogamente a quanto osservato per l’ambito della Tiburtina, si possono individuare per l’area di Ostia tre ambiti territoriali, per i quali descrivere punti di forza e debolezza. Si tratta di un’organizzazione spaziale diversa da quella osservata per la tiburtina,soprattutto per la diversa struttura del tessuto edilizio e per l’organizzazione della maglia viaria. Più di un asse di scorrimento attraversa l’area (autostradali, statali, provinciali condizionandone l’accessibilità e, quindi, l’appetibilità insediativa. Contribuisce a tale geografia delle localizzazioni la linea metropolitana che attraversa l’intero ambito considerato. I tre ambiti sono: il sistema insediativo Ostia – Fiumicino, sistema via Cristoforo Colombo- via del Mare il sistema lungo l’asse autostradale.

VALUTAZIONI DI SINTESI

Per un orizzonte strategico del piano

Più ordini di temi possono essere sottolineati a conslusione di questo lavoro di ricerca.
Il primo si riferisce alla conoscenza degli aspetti territoriali e ambientali del fenomeno turistico a Roma.
Gli interventi effettuati in occasione del “Giubileo” hanno contribuito a modificare il quadro dell’offerta ricettiva, per molti anni statico e in molte situazioni obsolescenti.
Ciò è avvenuto sia dal punto di vista quantitativo (soprattutto per l’incremento legato alla ricettività non convenzionale delle case “religiose” per ferie) che qualitativo (soprattutto attraverso la ristrutturazione di alberghi di pregio e l’introduzione di tipologie prima assenti come il “bed and breakfast”).
Tuttavia, rispetto alla finalità dichiarata dall’Amministrazione Comunale di favorire un consistente incremento della capacità turistica della Capitale, per l’offerta ricettiva sembrano evidenziarsi limiti non marginali sia per quanto riguarda la sua distribuzione sul territorio che la sua articolazione tipologica.
Come è evidenziato nei grafici la distribuzione della ricettività rimane legata soprattutto alle aree centrali (Roma ottocentesca, significative presenze nel settore Aurelio e nel quartiere Pinciano); le aree investite da recenti progetti e proposte di intervento e le aree di potenziale polarizzazione, pur naturalmente coinvolte da interessi turistici e per il tempo libero,rimangono nel complesso sottodimensionate. Si riscontra pertanto l’assenza di una adeguata correlazione delle localizzazioni alberghiere con le infrastrutture di collegamento su gomma e su rotaia e con il complesso di risorse direttamente e indirettamente legate al turismo.
Attraverso la concentrazione della ricerca tra i livelli di riferimento (dimensione metropolitana, urbana e ambiti di intervento) e differenti caratteri delle polarizzazioni urbane, si è cercato di evidenziare una sorta di “ciclo virtuoso” attraverso cui favorire la messa a punto di politiche turistiche nell’ambito dei processi di trasformazione urbana nelle aree semicentrali e periferiche.
Per quanto riguarda l’articolazione tipologica della ricettività appaiono evidenti le carenze di offerta relative al turismo giovanile (ostelli e altre forme di case per giovani) e all’universo delle domande
(come quelle per campeggiatori, roulottisti, ecc.) che potrebbero rappresentare invece un utile completamento del quadro dell’offerta. Per molte di tali attrezzature è evidente la compatibilità che può sussistere all’interno del sistema dei parchi urbani e territoriali nonché delle preesistenze storiche e ambientali dell’agro. Anche in questo caso si richiama l’esigenza di determinare una valutazione delle opportunità localizzative basata sulle concatenazioni prima richiamate, così come introdotte per esemplificazione nella ricerca.
Una tale concatenazione, fra l’altro, può rappresentare la base per la ridefinizione dei criteri localizzativi nelle politiche di attrazione del piano: da una parte, essa favorisce l’introduzione di una normativa di piano meno restrittiva nei confronti delle tradizionali destinazioni d’uso (e quindi di aprioristiche scansioni funzionali che assumono in maniera troppo poco flessibile le esigenze della città così come degli operatori), dall’altra, introduce aspetti di compatibilità territoriale legati alle opportunità/convenienze localizzative(assi specializzati,insediamenti puntuali,ecc.); tutto ciò, evidentemente, invita a precisare in termini quali-quantitativi le caratteristiche prestazionali più adeguate per i diversi tipi di ricettività (vedi a questo proposito,in analogia al tema del rurismo, quanto espresso dalla legge Bersani per il commercio).
Un secondo ordine di temi riguarda le relazioni fra l’offerta attuale di risorse per il turismo e le prospettive che si evidenziano sia dai progetti che dalle indicazioni del progetto del nuovo piano regolatore.
Appare evidente che non si tratta di pensare a distretti funzionali allo svolgimento dell’attività turistica conclusi in sé ed avulsi dalla città.
Da quanto detto,la ricchezza di suggestioni urbane che offre la città consolidata è costituita proprio dal mix di offerte di attrezzature di natura diversa e non dalla rigida separazione funzionale tra e attività urbane. D’altra parte, è evidente l’importanza che assumono le attrezzature per il turismo ed il tempo libero nella conformazione delle nuove centralità urbane (come consolidamento di preesistenze e come nuovi interventi) sia per usi complementari ad altre attività direzionali (il sistema commerciale) che per supporto a risorse storiche ed ambientali (musei,sale convegni,ecc.).
Ma ciò vale anche per diversi degli ambiti di ristrutturazione (come nel caso dei cosiddetti”art,11”): spesso tali ambiti contigui ad aree di forte richiamo turistico possono trovare nelle convenienze allocative di attrezzature ricettive e di altre attrezzature per il turismo una delle ragioni economiche della ristrutturazione stessa (vale la pena richiamare la ristrutturazione spontanea di alcune zone di Trastevere, gli interventi più recenti di rivalutazione del quartiere San Lorenzo per quel che riguarda Roma, alle aree all’interno di Saint-Germain-de Près, Place de la Contrescarpe a Parigi,ecc.).
Si tratta perciò di tendere nei progetti di interventi a definire le possibili compenetrazioni tra i caratteri ed esigenze diverse, spesso non direttamente legate al turismo ma da questo fruibile attraverso un adeguato marketing, contribuendo così a realizzare delle centralità alternative al tradizionale sistema di offerta del turismo romano.
Sotto il profilo del metodo è questo il ruolo che si è voluto attribuire alla sequenza delle esemplificazioni di ambito su cui si è sviluppata una parte della ricerca.
A partire da alcuni assi di trasformazione metropolitano, gli ambiti di intervento su cui si ritiene opportuno operare rappresentano infatti uno dei modi possibili attraverso cui correlare, se non mettere a “sistema”, risorse ambientali storiche e culturali, da una parte, e attrezzature urbane (come il parco tecnologico, la nuova “fiera di Roma” e lo stesso lungomare di Ostia), dall’altra.
I due canali di offerta su cui si è soffermata l’attenzione per un esame più dettagliato investono fenomeni di portata metropolitana dello sviluppo delle attività turistiche.
La polarità all’esterno e all’interno del territorio comunale si susseguono determinando condizioni d’uso promiscue ma entro le quali assume un ruolo determinante l’uso del tempo libero sia per i residenti che, in prospettiva, per consistenti flussi turistiche non devono necessariamente essere subordinati ma possono vivere di vita propria.
Su tali nuove polarità convergono sistemi complessi di attrezzature, di risorse ambientali e comunque di fattori favorevoli all’incremento della potenzialità turistica. Gioca un ruolo favorevole il sistema dei trasporti programmato con il decisivo incremento di accessibilità lungo gli assi principali.
La ricentralizzazione in chiave turistica dei luoghi si coniuga con la questione ambientale.
L’analisi del “parco progetti” evidenzia la tendenza ad uno sviluppo urbano più strutturato secondo tali assi (asse Tiburtina, asse Ostiense-Tevere) e conferma l’opportunità delle valutazioni fatte in merito alla “costruzione dell’area metropolitana. In ciò riceve conferma dalle proposte del PRG, che tende a confermare nuove polarità al di fuori di quelle consolidate.
Nasce di conseguenza la valutazione delle condizioni favorevoli e non, dei rischi e delle opportunità che scaturiscono da tale correlazione per indurre nuove potenzialità turistiche a contribuire o strutturare le nuove centralità urbane.
Si spiega così anche il contributo che si è voluto fornire attraverso un’analisi di alcune best practises: il senso dei casi proposti è quello di fornire condizioni, suggestioni progettuali per alcuni aspetti significativi degli interventi analizzati e non quello di esempi da seguire pedissequamente. Un terzo ordine di temi riguarda il rapporto tra la presente ricerca e le elaborazioni in corso per la realizzazione del nuovo PRG. La ricerca è stata sviluppata, e non poteva essere diversamente, in modo parallelo rispetto al processo di elaborazione del PRG; ha assunto da questo alcune indicazioni di metodo e di contenuto di ordine generale ma, muovendosi da premesse differenti (come quelle proprie dello sviluppo turistico), ha introdotto valutazioni che possono essere introdotte nel PRG solo ex post.
Nell’ipotesi di un piano per la città che – pur fissando alcuni punti fermi (come quelli che emergono dal “piano delle certezze” per l’ambiente antropizzato e non, o dal sistema delle comunicazioni su ferro e gomma) – demanda a specifiche politiche la precisazione delle scelte e le forme attuative,appare naturale che il contributo della ricerca sia soprattutto nell’offerta di dialogo che propone fra metodi e tematiche di intervento,fino ad oggi riguardante in forma distinta se non contrapposta.
L’esito della ricerca riguarda le valutazioni strategiche in merito alle potenzialità di trasformazione dell’assetto metropolitano ed urbano attraverso l’apporto delle attività legate al turismo e al tempo libero,in una diversa dinamica di fruizione da parte dei visitatori della città,dei suoi abitanti e più in generale dei city users.
Da qui la volontaria schematicità dell’impianto e il valore didascalico delle informazione e delle valutazioni. Come per ogni esperienza non codificata in precedenza la ricerca presuppone verifiche,
opportune sulla base delle indicazioni del piano a livello dei singoli ambiti, e esige ulteriori approfondimenti sugli aspetti di contenuto qui enunciati,sia in altri ambiti territoriali che attraverso l’apporto congiunto delle istituzioni e degli operatori pubblici e privati direttamente e indirettamente legati al settore turistico e del tempo libero.

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