Consorzi turisti locali e iniziative promocommerciali
Accade sempre più spesso di constatare la fioritura di attività turistiche da parte di Consorzi privati oppure a natura mista pubblico/privata che esercitano attività promozionali: si tratta di Consorzi talvolta costituiti tra soli operatori turistici (albergatori, agenti di viaggio, ristoratori ecc.) , oppure comprendenti anche rappresentanti di categorie economiche , non solo turistiche . Tali organismi, in misura diversa riconosciuti e aiutati da Comuni o altri Enti locali, si sostituiscono di fatto, in tutto o in parte , all’organizzazione turistica istituzionalmente proposta a tali attività e cioè A.P.T. e IAT, operanti secondo le leggi regionali.
Questa situazione – da noi recentemente verificata a Todi, a Tivoli e a La Spezia (in Regioni e in contesti operativi del tutto differenti) è una riprova dello stato confusionale in cui si trova l’organizzazione turistica del nostro Paese: in attesa ormai che abbia fine quel processo di sfaldamento originato dalla incapacità delle Regioni di trovare, salva alcuni casi eccezionali, un modello organizzativo adeguato della promozione turistica.
Purtroppo la Finanziaria ’95, oltre a tagliare le spese per la promozione turistica, ha anche azzerato i contributi che venivano erogati dal Ministero del Commercio Estero che – sulla base di una legge che ha ben funzionato per quindi anni – supportava parzialmente l’attività promocommerciale incoming svolta dai consorzi di operatori turistici. La verità è che molti di questi consorzi hanno spesso occupato anche lo spazio lasciato vuoto dall’iniziativa pubblica, , ma ciò non è stato certo un male, se il modello consortile – coinvolgendo ed attivando energie direttamente interessate – si dimostrasse più utile ed efficiente del modello – tradizionale – delle Organizzazioni turistiche periferiche, che restano comunque strumenti di sola promozione, il nuovo assetto organizzativo del turismo potrebbe essere totalmente modificato in questa direzione. Così, come vanno ora le cose, ci sembra che le energie si disperdano, la confusione aumenti e l’interesse generale sia, al solito, perdente.
Dopo questa premessa che ci sembrava doverosa, vogliamo dare il dovuto riconoscimento al lavoro svolto dalle realtà consortile incontrate nel corso di alcune recenti manifestazioni. La prima si chiama Todipromotion: si tratta di un consorzio che, oltre ad albergatori, ristoratori ed altre categorie turistiche , comprende artigiani e commercianti , la sua attività promozionale è svolta, quindi, anche al di fuori del settore turistico e forse di questa versatilità si avvantaggiano complessivamente tutte le attività economiche di Todi, cittadina ormai nota anche sul piano internazionale per il suo equilibrato e armonico sviluppo.
Todipromotion è il braccio (ma forse anche la mente) dell’attività del Comune, rivolta all’organizzazione di manifestazioni culturali atte a promuovere la località umbra nel mondo. A tal fine, anche con la collaborazione della Proloco, stampa un periodico locale che viene inviato ai todini sparsi nel mondo, che restano così collegati con la cronaca (minima, ma per loro importantissima) del lontano comune di origine. A Todipromotion si deve l’organizzazione della Mostra dell’Editoria Turistica, organizzata dalla Federazione Europea della Stampa Turistica, di cui parliamo altrove. Ma, con eguale capacità organizzativa Todipromotionè presente in Borse Turistiche, Mostre ed Esposizioni, svolgendo così un ruolo trainante dell’intera economia locale.
Altro esempio di associazione consortile, composta questa da soli operatori turistici, è il Consorzio AnieneValley, che organizza annualmente un Premio internazionale “Tivoli per il Turismo” assegnato ai tour operators segnalatisi per flussi turistici portati in Italia, e segnatamente a Tivoli o nella valle dell’Aniene. Anche in questo caso il ruolo svolto dagli Enti pubblici turistici locali (EPT di Roma e Azienda Autonoma di Turismo di Tivoli) è diametralmente ribaltato poiché, anziché fungere da organizzatori, questi partecipano dichiaratamente come sponsor , potenziando l’azione del Consorzio, come è dimostrato dal successo della manifestazione e dalla ricaduta che l’attività promozionale ha sulle imprese commerciali (alberghi e ristoranti) che vi sono coinvolte.
D’altra parte a queste aziende si deve la produzione di materiale divulgativo sulle ricchezze culturali di Tivoli, tra le quali non possiamo non ricordare le condizioni di trascuratezza e di disinteresse in cui sono lasciati tesori come Villa Adriana, Villa d’Este e le famose (per l’abbandono) Terme delle Acque Albule. Non ci riferiamo alle autorità locali, che anzi l’appoggio del Comune di Tivoli al Consorzio Aniene Volley è la dimostrazione di un lodevole interessamento, limitato tuttavia agli angusti limiti delle disponibilità finanziarie del Comune.
Pensiamo a cosa si potrebbe fare – disponendo di una vera e propria città archeologica quale è Villa Adriana – se la gestione del monumenti non si limitasse alla pura conservazione o al massimo a manifestazione, aprendosi invece a manifestazioni di carattere culturale, ma anche di richiamo turistico, com’è possibile del resto sulla base della legge Ronchey, Pensiamo al danno derivato dal degrado di Villa d’Este, di cui soltanto ora si sta per realizzare l’impianto di depurazione dell’acqua delle sue famose fontane.
Quante risorse restano inutilizzate, quanta ricchezza è andata perduta per via dell’incuria e della incapacità gestionale dei Bagni delle Acque Albule, cui necessitano ammodernamenti che solo un intervento di capitali privati potrebbe garantire.
Saremmo ben lieti se queste pessimistiche considerazioni potessero essere smentite dal rinnovato attivismo degli amministratori pubblici e degli imprenditori che si sono consorziati per assicurare la promozione della Valle dell’Aniene, cui deve necessariamente corrispondere una serie di interventi per la qualificazione dei suoi “prodotti”.
Le esperienze più interessanti ci sono state fornite, infine, dal Consorzio Spezia incoming, costituito anch’esso da enti pubblici e operatori privati. Si tratta di un consorzio con fini esclusivamente turistici, del quale fanno parte l’Azienda di Promozione delle Cinque Terre, la Provincia, il Comune della Spezia, la Camera di Commercio con il contributo della Cassa di Risparmio della Spezia.
L’attività del Consorzio è finalizzata a dare un nuovo impulso al turismo della provincia spezzina, partendo dal rilancio – anche culturale – di Lerici e del suo golfo – rivalutando, tra l’altro, la memoria dei suoi illustri turisti del passato., Byron, Shelley, Lawrence, e organizzando eventi di richiamo che potranno trovare degna sede del restaurato Castello che domina il Golfo.
Ma il Consorzio ha fatto di più: per legare , com’è giusto, promozione e commercializzazione ha addirittura creato una piccola Borsa Turistica, organizzando quest’anno per la seconda volta un workshop internazionale, il WISP ’96, al quale hanno partecipato 25 tour operators e organi di viaggio italiani, 12 T.O. stranieri, venuti da Slovenia, Ungheria, Svizzera, Francia, Germania, Belgio. Danimarca e Gran Bretagna. Interlocutori: 18 alberghi, cinque campeggi, due agenzie di viaggi e alcuni ristoranti, oltre alla Società di navigazione “ Golfo dei Poeti” e alle Amministrazioni comunali e Comunità della Provincia della Spezia.
I contatti (ed anche i contratti) tra gli operatori della domanda e quelli dell’offerta hanno occupato una intera giornata, durante la quale si è anche tenuta una “Conversazione a più voci” sulla “Via Francigena” a conferma della vocazione culturale del turismo spezzino.
Com’è noto, la rievocazione della Via Francigena (la rete di strada che portava il pellegrino medievale dal Nord Europa a Roma, o agli altri luoghi santi di San Giacomo di Compostella o addirittura verso Gerusalemme) fa parte di un progetto europeo che – per la parte italiana – è stato curato dal Dipartimento del Turismo, anche con un Convegno ed una Mostra nazionale.
Nella prospettiva del Giubileo del 2000, il progetto europeo ha lo scopo di attivare opportune iniziative per la rivalutazione turistica delle varie tratte del percorso, e l’occasione è stata colta dal Convegno spezzino, nel corso del quale sono state illustrate le opportunità turistiche, culturali e gastronomiche offerte dalla riscoperta dei percorsi dei pellegrini nel territorio provinciale e in particolare nella Val di Magra.
A parte l’interessante convegno, il Wisp ’96 ha consentito agli operatori e ai giornalisti di ripercorrere itinerari splendidi, come quella delle Cinque Terre e di scoprire, nell’entroterra della Val di Magra e della Val di Vara, un ambiente naturale integro, punteggiato da paesini che hanno conservato fascino e sapori antichi.
Sulle Cinque Terre poco si può dire che già non si sappia, ma sarà utile, forse, sapere che la difficile accessibilità alla striscia di terra che unisce Portavenere a Monterosso (inaccessibilità che è stata garanzia di conservazione dell’ambiente) può essere superata, oltre che dalla strada recentemente aperta, dai battelli della Società di Navigazione “Golfo dei Poeti” che consentono di godere, dal mare, gli irripetibili squarci di panorama.
Attrattive naturali del tutto differenti sono, invece, offerti dalla Val di Magra e dalla Val di Vara: seguendo il corso del Magra, si incontrano paesi a castelli di origine malaspiniana, tra i quali assume particolare rilievo Castelnuovo Magra, dove Dante siglò, per conto dei Malaspina, la pace con il vescovo di Luni.
I ricordi storici e artistici si accrescono se i prolunga la visita all’antico porto romando di Luni, con il suo Anfiteatro e il suo Museo, e una sorpresa assoluta ci viene dal magnifico quadro del Bruegel, conservato nel Duomo di Castelnuovo, dove è giunto in modo impeccabile, come soddisfazione di un debito da parte dei privati.
Passando alla Val di Vara, ci limitiamo a ricordare Varese Ligure con il suo Castello dei Fieschi, ora restaurato e con il suo originale Borgo Rotondo, che costituiva il prolungamento della difesa militare rappresentata dal Castello e che offre una singolare passeggiata attraverso un portico medievale straordinariamente conservato.
Al di là delle risorse turistiche (tra le quali vanno ricordate specialità gastronomiche di tutto riguardo, vini locali inclusi) ci ha colpito: il fervore che anima autorità e operatori, ma diremmo in generale la gente di questi luoghi, nel conservare l’ambiente, gli usi, le tradizioni, non soltanto per il loro valore turistico, ma soprattutto in considerazione dell’importanza culturale di memoria storica.
E, per finire, una considerazione che ci sembra importante: in questi vagabondaggi fuori stagione abbiamo incontrato molti Sindaci che ci hanno favorevolmente e – diciamo pure – inaspettatamente colpito per lo spirito nuovo con cui affrontano i problemi della tutela e della valorizzazione ambientale e artistica, per l’attenzione non retorica ma consapevole che assicurano ai problemi di carattere turistico: non più discorsi di occasione, ma esposizione di programmi precisi, spesso realizzati o in corso d’opera.
Al di là degli interessi turistici e delle aspettative delle popolazioni amministrate, forse una nuova classe dirigente si sta formando in periferia: speriamo che presto si affermi e si imponga anche a livello nazionale.