Turismo tra Industria e Cultura

Evoluzione del mercato e dell’amministrazione

Mentre le riforme orientate sulla legge Bassanini tendono ad eliminare il momento di centralità nel sistema del turismo ed il Senato , discutendo le riscritture della Legge –quadro, sembra invece propenso ad arricchire le funzioni di governo di questo settore, il turismo si evolve dimostrando una dinamica superiore a quella di qualsiasi altro comparto.

Sono esempi di quest’evoluzione anche se si tratta di indicazioni piuttosto iperboliche, il turismo “stellare” e quello che potremmo definire “macabro”. In America , primo paese al mondo per movimento turistico, nel 2001 saranno operativi i viaggi spaziali: si sono già prenotati 28 viaggiatori che, al costo di circa 160 milioni di lire, potranno orbitare intorno alla Terra  per tre ore a 100 Km. d’altezza e godere di questa esperienza sinora riservata agli astronauti.  La Segraban Space Voyages di Seattle  ha incamerato gli anticipi ed è in contatto con un’impresa aeronautica per la costruzione di due veicoli spaziali necessari ai tours orbitali.

La violenza e la morte sono invece le motivazioni principali di consistenti flussi turistici che accorrono nei luoghi ove si sono verificate sciagure, come la tragedia della funivia de Chermis, o l’esplosione nucleare di Chernobyl,  o  i terremoti, come quello recentemente verificatosi in Umbria. Cos’ l’hotel Odeon di Parigi offre un tour che ripercorre il fatale viaggio di lady Diana. In minibus o in Mercedes rigorosamente nera, mentre l’agenzia Interinform di Kiev, offre pacchetti comprendenti la visita alla sala di controllo della centrale.

Abbiamo premesso che si tratta di indicazioni molto originali dalle quali tuttavia risulta – e lo dimostra l’andamento dei flussi in costante crescita – che il turismo è un fatto non più elitario e ristretto, ma sociale e mondiale, animato da sempre nuove pulsioni. L’analisi  ci dice, infatti, che sta mutando profondamente la motivazione di base del movimento turistico : se negli anni 60 / 70 ci si spostava soprattutto per motivi di relax con una forte spinta verso il mare o la montagna, oggi ci si sposta, molto più diffusamente, lungo tutto l’arco dell’anno, soprattutto per motivi culturali.

Ciò è evidente dall’incremento del comparto nelle cosiddette città d’arte, nonché dall’incremento del numero dei visitatori nelle istituzioni museali. Secondo la recente indagine sui flussi turistici internazionali elaborata dalla Confesercenti e dall’ENIT, mirata sull’Europa e gli Stati Uniti, gli interessi culturali dominano le motivazioni della vacanza relegando in secondo piano il turismo climatico e quello sportivo ed agrituristico.

Le presenze degli stranieri nelle principali città d’arte, risultano in costante incremento; dal 1993 al 1997, Venezia va da 11 a 15 milioni di presenze, Roma da 7 a 10 milioni, Firenze da 4 a 6, Napoli da 2 a 5 ed anche nei centri “minori” l’incremento di presenza va dal 20 al 50% nel quinquennio preso in considerazione. Anche gli arrivi dimostrano un eguale segno di incremento per cui si può tranquillamente parlare di una rilevante progressione del turismo culturale. L’analisi dell’andamento delle visite  negli Istituti museali conferma il trend di sviluppo.

I dati relativi all’indagine ENIT in 33 musei campione hanno evidenziato , per il 1° semestre 1997, un sensibile incremento rispetto allo stesso periodo del 1996. Dall’esame comparato dei due semestri risulta un aumento pari al + 7,6%  degli ingressi: infatti dagli 8.220.093 del 1996 si è passati agli 8.845.898 del 1997. La tabella a lato riporta, in dettaglio, i dati relativi alle presenze nei musei italiani più visitati.

La netta propensione per il turismo culturale – rispetto alle tradizionali correnti orientate sulla balneazione e sullo sport – deve far riflettere perché l’Italia dispone del 40% e oltre del patrimonio culturale collegato al pensiero occidentale e va considerato che il 90% di tale patrimonio è collocato nelle aree del Mezzogiorno.

La connessione fra turismo e cultura è dimostrata anche, a livello amministrativo, dalla creazione di un Gruppo di lavoro permanente coordinato dal Ministero per i Beni Culturali, con la partecipazione del Ministero degli Esteri, del Dipartimento del Turismo, dell’ENIT, del CNEL, del Touring Club Italiano, dell’Alitalia, delle Ferrovie dello Stato, della Fiavet, della Federalberghi, della Confindustria-Federturismo, della Confcommercio-Assoturismo, dell’ANCI, dell’UPI, della RAI, della Telecom e dell’Autogrill, un gruppo estremamente qualificato che può affrontare la problematica turistica con la necessaria rapidità ed efficienza e lavorare direttamente sul prodotto turistico, al di là degli schemi burocratici tipici delle Amministrazioni statali.

Prescindendo, quindi, dai segnali iperbolici sulle motivazioni turistiche, l’Italia ha nella cultura un megatrend di sviluppo validissimo e di grande richiamo che potrà contribuire a risolvere i problemi del lavoro soprattutto nel Mezzogiorno, se verrà a svilupparsi una politica attenta ed intelligente. Ma si riaffaccia qui, prepotentemente, il problema istituzionale: quale sarà il sistema di governo del turismo capace di una politica attenta ed intelligente? Vi potrà provvedere il Dipartimento del Turismo presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri?

Va notato che il Dipartimento può agire, con rapidità ed efficienza, sia attraverso la Conferenza Stato-Regioni-Città ove sono presenti gli organi locali  ai fini del necessario autocoordinamento, sia attraverso lo strumento della Conferenza dei servizi, onde procedere all’adozione di misure complesse, che coinvolgano più settori ed Autorità, in tempi brevissimi.   Il Dipartimento sembra, quindi, idoneo ad affrontare le problematiche relative alle peculiarità ed alla diffusa trasversalità del fenomeno turistico.

A livello regionale, il comparto turismo-cultura sarà affrontato sulla base delle competenze riconosciute ex articolo 117 della Costituzione e secondo le linee autonomistiche della riforma Bassanini?  Tale ipotesi dovrebbe essere esclusa perché il fenomeno “cultura” non è tra quelli delegati agli organi locali.

La regolamentazione potrà venire dal futuro Ministero dell’Economia o delle Attività Produttive che sembrerebbe destinato a sostituirsi all’attuale Dipartimento del Turismo? A favore di questa tesi è tutta la ricerca scientifica sulle attività turistiche che, dal segmento dei servizi e del commercio, si sono affacciate, in epoca recente, al comparto industriale.

Sono chiari segni di questo passaggio sia il riconoscimento dell’impresa turistica quale impresa industriale, sia il fatto che l’intervento  straordinario sul turismo si ritrovi oggi negli incentivi previsti per le imprese in genere: ne è esempio evidente la legge 488, del 1992, attualmente estesa alle imprese turistico-ricettive.

Per la verità il passaggio del turismo, dai servizi all’industria, è stato visto come un segnale di qualificazione di un settore che in passato ha ricevuto scarsa attenzione da parte del mondo politico. Inoltre va registrato in positivo che il turismo è stato assimilato all’industria anche per potersi meglio giovare degli aiuti comunitari, dal momento che il Trattato di Roma non prende in considerazione il turismo in modo autonomo per cui gli operatori rischiavano di non potersi avvalere degli incentivi dell’Unione Europea. Il settore, tuttavia, è in costante evoluzione e continua a sfuggire sia agli inquadramenti legislativi – di per sé lenti – sia ai più veloci moti del pensiero scientifico.  Come abbiamo visto all’inizio, il turismo vive in parallelo con l’evolversi dell’economia, della tecnologia e del pensiero storico e sociale, arricchendosi e modificandosi nel tempo.

L’industria, ultima spiaggia di ieri, oggi sembra superata dalla cultura.

Al di là dei vantaggi di cui abbiamo appena riferito, va detto che le peculiarità del comparto turistico mal si adattano a convivere con la rigidità del mondo industriale dominato dalle regole della domanda e dell’offerta. In realtà, la domanda e l’offerta turistica si muovono obbedendo a criteri spesso lontani da quelli economici:  le motivazioni intime della conoscenza, la spinta verso l’avventura, il desiderio di confrontarsi con  nuove realtà, le passioni religiose, le motivazioni sportive e le ragioni della cultura vivono al di là delle leggi economico-industriali, per cui neppure il settore industriale appare del tutto idoneo al governo del turismo.

L’ultima ottica sembra allora quella della cultura.

L’occasione è nell’istituzione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali che raccoglie l’eredità dell’Amministrazione dei Beni Culturali, della Direzione Generale dello Spettacolo dell’ex Ministero del Turismo, dei Servizi della proprietà letteraria, riunendo in un’unica gestione, tutto il mondo della cultura. Di questo mondo fa autorevolmente  parte il turismo che potrebbe aggiungersi alle competenze del futuro Dicastero.

Ingressi registrati nei musei italiani
1. Roma Musei Vaticani 490,008
2. Pompei Scavi Vecchi e Nuovi 757
3. Firenze Galleria degli Uffizi 898
4. Roma Palatino e Foro Romano 028
5. Caserta Palazzo e Parco Reale 209
6. Firenze Giardino di Bodoli 461.154
7. Firenze Galleria dell’ Accademia 035

La regione con il maggior incremento rispetto al 1996 è il Lazio con il +15,3%, segue la Toscana con un +8% e la Campania con +4.1%. Il totale dei visitatori per queste regioni è aumentato, per il Lazio di 2.091.886 la Toscana di 2.208.898 e per la Campania di 2.199.275 unità.

Le strutture museali che hanno avuto un significativo aumento di visitatori, nei primi sei mesi del 1997, sono state;
Museo Nazionale Castel S. Angelo Roma + 60,0%
Terme di Caracalla Roma +41,8%
Templi e Museo Archeologico Paestum +38,9%
Anfiteatro Favio Roma +36,8%
Museo S. Martino Napoli +36,8%
Museo Palatino e Foro Romano Roma +19,4%
Museo Castello di Miramare Trieste +16,9%

 

di Antonio Sereno

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