Tra Color che Son Sospesi

Ordinamento pubblico del turismo

Dal punto di vista turistico, il 1995 si è aperto all’insegna dell’ottimismo, pur recando una impronta decisamente negativa a livello dell’ordinamento.

L’anno che si è chiuso ha visto un trend in ascesa  ( anche se dovuto più a fattori estrinseci che di struttura); il 1995 dovrebbe quindi sfruttare  e consolidare una linea ascensionale dei consumi turistici e vi sono fondate ragioni per ritenerlo probabile.

Resta invece pesantemente precario l’andamento turistico; i maggiori centri  del sistema (Dipartimento del Turismo ed  ENIT) sono tuttora sospesi, per così dire, in una situazione di eterna ristrutturazione che nuoce all’efficienza e alla certezza di quanti operano nel settore.

Paradossalmente, infatti, la crisi aperta col referendum abrogativo del Ministero del Turismo e dello Spettacolo, ha reso evidente, soprattutto per le Regioni che pure ebbero a promuovere la soppressione del Ministero, la necessità di un centro governativo di riferimento del settore turistico.

La istituzione  del Dipartimento ha riscosso l’approvazione delle Regioni, degli operatori, della Confcommercio e della Confindustria; alla sua ennesima reiterazione, il Decreto legge sembrava ormai sufficientemente maturo per essere convertito, ma le vicende politiche collegate all’approvazione della legge finanziaria 1995 non hanno lasciato spazio al Parlamento per la definitiva approvazione del decreto.

Il Dipartimento, tuttavia, pur vivendo di bimestre in bimestre, da  circa un  anno, ed essendo quindi ostacolato notevolmente nella sua capacità operativa, non ha cessato di operare per ricucire  gli strappi del sistema turistico: la promozione e l’incentivazione.

Risulta noto a tutti che è necessario continuare ad investire nel settore anche perché l’investimento raggiunge ritorni altissimi ed è opportuno migliorare la ricettività per reggere la concorrenza dei Paesi mediterranei che vantano strutture modernissime.

Occorre poi insistere nella promozione all’estero e nelle agevolazioni ai turisti stranieri come ha riconosciuto  anche la Decima Commissione della Camera nella Risoluzione  n. 7/00122.

Sono appunto questi gli sforzi compiuti dal Dipartimento che, grazie alla legge 237 del 1993, ha varato ed attuato di recente una manovra di 110 miliardi di incentivazione di cui 33 destinati ad  iniziative di carattere nazionale e 77 assorbiti a livello regionale. Tale manovra ha movimentato di fatto oltre 450 miliardi di investimenti diffusi su tutto il territorio nazionale.

L’incentivazione , tra l’altro, non ha impegnato l’Erario, in quanto il Dipartimento ha utilizzato fondi che giacevano senza destinazione precisa ed erano quindi sottratti al corretto impiego economico.

Va evidenziata questa sistematica, che consente l’utilizzo delle somme stanziate che, ove non vadano a buon fine in prima istanza, vengono riutilizzati attraverso riassegnazioni e, qualora anche questa seconda concessione venga meno, vanno ad alimentare un’ulteriore  linea di intervento che è il Fondo nazionale per il turismo.

Il Dipartimento ha voluto questa  nuova linea d’azione che migliora notevolmente l’efficienza dell’intervento e costituisce una risorsa insperata per il settore turistico più che mai bisognoso di essere sostenuto.

Dal 1992, infatti, non vi è più la dotazione della legge quadro che alimentava le scarse risorse regionali. Il fondo nazionale del turismo, previsto dalle norme di riordinamento delle funzioni dell’ex Ministero, colma questa lacuna  e fornisce al turismo uno strumento duttile e intelligente, capace di autofinanziarsi incidendo minimamente sulle finanze statali.

Basterebbe questo per contrastare la diceria di un Dipartimento che non esiste (come si è letto su un mensile del settore): il Dipartimento esiste ed opera attivamente.

Nel settore della promozione del turismo straniero sono state attivate due misure (soccorso stradale ed assistenza ai turisti stranieri in situazioni di emergenza), mentre si attende il parere del Consiglio di Stato per iniziare un’azione di promozione del turismo culturale incentrata sull’ingresso gratuito nelle istituzioni museali e una serie di agevolazioni nei musei privati ed in esercizi commerciali  convenzionati (progetto ART-PASS).

Tutto questo mentre il Parlamento e le Regioni cercano una nuova strada per il riordinamento dell’ENIT, ancora in gestione  commissariale.  Il travaglio dell’Istituto  destinato alla promozione dell’immagine dell’Italia all’estero, risulta parallelo a quello del Dipartimento del Turismo: anche qui viene vissuto precariamente il lavoro delicatissimo della promozione che richiederebbe certezze e programmazione di lungo periodo, esattamente l’opposto dell’attuale situazione operativa.

Anche qui, mentre si decide sul destino della struttura, gli addetti lavorano  a 360 gradi . L’ENIT ha creato un sistema telematico comprendente la banca dati degli alberghi, la banca dati organizzazioni turistiche, la banca dati agenzie di viaggio, la banca dati dei musei, la banca dati  eventi e manifestazioni degli oltre 30.000 alberghi alle 5.000 località turistiche, dalle notizie su 2.000 organizzazioni e 5.000 agenti di viaggio, alle schede che memorizzano i 3.000 musei e gli eventi sociali, culturali, musicali, folcloristici e religiosi che possono interessare il turista straniero.

Questa iniziativa sembra  sufficiente per dimostrare che le strutture operano, per quanto è loro consentito, nell’interesse del turismo italiano. Su questa loro attività fondiamo la speranza che il 1995 possa lasciare dietro di sé il lato negativo e proiettarci nuovamente verso la leadership.

di Antonio Sereno

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