Turismo, cultura e occupazione
Il 21 Aprile 2002 è stato inaugurato l’Auditorium-Parco della Musica che sarà completato definitivamente entro il 2003. Realizzato su progetto di Renzo Piano, il Parco della Musica rappresenta certamente l’opera più importante realizzata a Roma dagli anni ’60, non solo per il valore architettonico e per le tecniche innovative con cui è stato costruito ma anche per le ricadute sociali e per gli auspicabili effetti di attivazione dei flussi turistici.
La centralità della musica è l’idea cardine del progetto per il nuovo Auditorium. Tutti gli spazi, sia interni che esterni, sono pensati in maniera funzionale alla fruizione della musica anche se la suggestione del complesso è in grado di stimolare anche altre emozioni, visive e di intrattenimento.
Le tre scale principali, di diversa ampiezza e differente destinazione funzionale, hanno forma di grandi scarabei di legno lamellare e una disposizione ortogonale e sono in grado di coprire tutte le esigenze musicali richieste: la sala grande (2.700 posti), destinata ai concerti sinfonici per grande orchestra e coro; la sala media (1.200 posti) caratterizzata da una maggiore flessibilità acustica, adattabile ai più svariati tipi di musica anche in virtù delle diverse posizioni assumibili dall’orchestra rispetto al pubblico; la sala piccola (700 posti) per la musica sperimentale. Ognuna di esse è stata progettata per divenire la cassa armonica più idonea al tipo di musica che vi verrà interpretata poiché è possibile modificare l’acustica naturale con speciali apparecchiature; così da adattarla perfettamente alle diverse esigenze che ogni genere musicale richiede.
Anche le sale prova (una per grande orchestra e coro ed una per solo coro) offrono spazi musicali evoluti sul piano tecnico, adatti per svolgere sperimentazioni musicali, ovviamente in condizioni acustiche ottimali, mediante l’uso di elementi mobili. E’ perfino il foyer, in particolari occasioni, è in grado di ospitare eventi musicali.
La covea all’aperto (3.000 spettatori) costituisce, infine, uno spazio particolarmente interessante, perché progettata come un vero auditorium all’aperto: ha la forma di un grande emiciclo e si divide in due parti, una inferiore, da cui si accede alle varie attività dell’Auditorium e in particolare al foyer d’ingresso, e una superiore, strutturata a gradi sino a livello del parco.
E’ un teatro all’aperto per un pubblico di 3.000 persone, ma è anche piazza e ciò la rende il centro nevralgico dell’intero complesso. Dalla covea si raggiunge il foyer, che si presenta come uno spazio vivo in virtù della complessità e varietà di funzioni presenti e della loro distribuzione. E’ servito da un percorso anulare, che dalla reception dell’edificio nord porta al bar collegato attraverso un patio esterno al parco. Da questo percorso si diramano radicalmente le direttrici principali verso la sala di rappresentanza, i guardaroba e le scale d’ingresso alle tre sale per la musica, oltre alle aree destinate all’esposizione dei ritrovamenti archeologici e degli strumenti musicali.
Come è noto, infatti, durante gli scavi per la realizzazione del nuovo Auditorium sono affiorati alcuni reperti di età romana e, dopo quattro mesi di approfondite ricerche, sono emersi i contorni di una villa romana, probabilmente una delle più grandi residenze fuori mura dell’età repubblicana. Il ritrovamento è stato considerato talmente significativo,che si è deciso di avviare subito il restauro della villa, sistemandola all’interno della nuova struttura dell’Auditorium, per renderla visibile dalle vetrate del foyer.
L’Auditorium è anche un nuovo parco pubblico, composto da oltre 30.000 mq, di area interamente permeabile e accessibile al pubblico, e da più parti di un ettaro di spazio “minerale”, costituito dalla covea e dalla piazza. Il parco è sia la naturale continuazione all’aperto delle attività dell’Auditorium, particolarmente adatto alle grandi manifestazioni, sia un nuovo riferimento di qualità urbana per l’intorno territoriale del complesso.
La vegetazione molto densa, infatti, diventerà negli anni a venire un vero e proprio bosco, costituito da piante in parte spoglianti e in parte sempre verdi, tali da presentare un aspetto gradevole in ogni stagione.
Tutto ciò perché la “città della musica” possa essere una forte polarità attrattiva.
Sono stati previsti dei “percorsi pedonali” interni, strutture di servizi e ristoranti destinati ai visitatori e ai cittadini che, sebbene non attirati dalle attività musicali, possono comunque apprezzare la bellezza dell’opera architettonica, delle sue pertinenze e dei reperti archeologici.
L’Auditorium non rappresenta soltanto il ritorno a Roma della grande architettura. Né, semplicemente, un’opportunità culturale in più per i romani. Come tutte le grandi opere, anche questo complesso è destinato a intervenire positivamente sui tessuti circostanti,consentendo una riqualificazione dell’area dove è insediato e ricucendo alcune vistose ferite urbanistiche. Infatti, il nuovo complesso è chiamato ad armonizzare i rilievi dell’attuale paesaggio e a consentire una riqualificazione dell’intorno territoriale, conferendogli la stessa dignità urbana delle aree confinanti.
Tutto ciò dimostra la vitalità di un progetto che si vuole integrare nel vissuto urbano grazie alle opportunità di lavoro per molteplici figure professionali e alle occasioni che si possono creare per nuove iniziative imprenditoriali, direttamente o indirettamente collegate con le attività promosse e realizzate all’interno del Parco della musica. Gli effetti positivi dell’Auditorium sulla città, tuttavia, potrebbero essere potenziati ulteriormente dall’inserimento del Centro musicale all’interno di una filiera di attività produttive, nuove o tradizionali, turistiche e non, avendo cura di assicurare tutti i supporti necessari per favorire lo sviluppo di una forte collaborazione interistituzionale e internazionale.
Parte integrante di questa filiera produttiva potrebbero essere le aziende che producono cd musicali e video degli spettacoli, centri di servizio per i server necessari alle rappresentazioni, ma anche attività collegate ad “antichi mestieri” come i liutai, gli accordatori di strumenti tradizionali e i restauratori, le scuole che impiegano docenti di musica o che portano gli allievi a visitare il complesso o ad assistere agli spettacoli e alle prove generali, per fare solo degli esempi. Inoltre negozi, ristoranti, pubblici esercizi e strutture ricettive che potranno essere anche edifici destinati ad ospitare fasce di utenti che, per disponibilità economica, per motivazioni di studio o per durata del soggiorno, hanno l’esigenza di alloggiare in strutture a prezzi contenuti: servizi e strutture che sarebbe auspicabile localizzare all’interno territoriale dell’Auditorium perché si possa parlare veramente di “Parco della Musica”, con una precisa destinazione urbanistica che sarebbe anche immediatamente “leggibile” all’interno del disegno complessivo della città.
Ma la filiera delle attività può essere allargata fino a comprendere tutte le aziende produttive e di servizio che collaborano allo sviluppo culturale ed economico dell’Auditorium, all’arricchimento del suo “cartellone” e alla diversificazione degli eventi che possono essere ospitati all’interno del polo attrattivo.
E’ però importante che si diffonda – in Italia e all’estero – un’immagine di Roma come “città della musica”, per ampliare e diversificare il posizionamento turistico della capitale oggi legato, sostanzialmente , alla Roma “peplum” e alla sede del papato. Ciò soprattutto se il nuovo Piano Regolatore o le scelte di politica urbanistica che stanno per essere adottate saranno in grado di far emergere una nuova “identità”, come è già avvenuto in altre grandi metropoli e capitali europee : si pensi solo a Broodway e al Quartiere Latino o, per restare a Roma, alla nuova identità che sta assumendo l’area di Via Margutta che si “posiziona” come snodo della “città dello stile e della moda”.
Il turismo del resto, può essere uno degli asset importanti per lo stesso equilibrio economico delle attività e delle produzioni musicali, perché i redditi provenienti dall’attivazione dei flussi turistici aggiuntivi possono rappresentare un margine di contribuzione rilevante, se non addirittura superiore rispetto ai flussi di reddito derivanti dalla vendita dei servizi caratteristici.
Ora sembra che, fra le tante proposte prese in considerazione per ottimizzare la gestione economica dell’Auditorium, si sia deciso di utilizzare le diverse sale per attività congressuali, un orientamento che rappresenta certamente un errore strategico perché potrebbe appannare la stessa immagine dell’Auditorium – e del suo intorno territoriale – con effetti negativi anche sulla “gestione aziendale” del Parco della Musica. Al contrario, potrebbe essere una buona iniziativa quella di collegare le attività congressuali svolte negli altri centri romani, con concerti all’interno dell’Auditorium o nella covea, ottenendo effetti reciprocamente fertilizzanti rispetto alle domande potenziali di turisti, di visitatori, di studiosi e di congressisti.
di Francesco Mongiello