Il nuovo contratto collettivo nazionale del turismo
Le Federazioni turistiche della Confcommercio hanno recentemente sottoscritto l’ipotesi d’accordo per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per i dipendenti da aziende del settore.
Il precedente Contratto era scaduto il 30 giugno 1993, un mese prima della definizione del Protocollo Interconfederale sul costo del lavoro siglato dal Governo e Parti sociali il 23 luglio 1993, in corrispondenza di una congiuntura economica particolarmente negativa per il Paese e, ancor di più, per il turismo. Il confronto negoziale ha pertanto dovuto misurarsi con un duplice ordine di problematiche, connesse tanto alla concreta applicazione delle nuove regole stabilite al livello interconfederale, quanto alla ricerca di nuovi strumenti idonei a restituire alle imprese italiane una capacità competitiva sul mercato turistico internazionale.
La delegazione imprenditoriale ha fondato la propria partecipazione alle trattative sulla ricerca di strumenti immediatamente azionabili dalla imprese – cioè senza necessità di ulteriore momento di contrattazione o autorizzazione – che restituissero quindi flessibilità agli organici ed ai modelli organizzativi.
Ne è scaturito un complesso di norme fortemente innovativo, che individua un insieme di soluzioni specificamente indirizzate alla soluzione di problemi tipici delle imprese stagionali, dei piccoli alberghi e delle imprese organizzate in forma complessa. Le nuove opportunità in tema di contratti a termine, così come la possibilità di distribuire l’orario di lavoro su periodi plurisettimanali sono dunque gli istituti più interessanti, ma sarebbe riduttivo limitarsi a questi. Anzi, è importante capire che il nuovo contratto è stato immaginato come una sorta di cassetta degli attrezzi:: in altri termini, ad ogni impresa viene offerta una pluralità di strumenti, cui è possibile attingere in relazione alle proprie necessità ed al segmento di mercato in cui opera.
Ad esempio, in tema dei mercato del lavoro, le nuove regole conferiscono all’albergatore la possibilità di avvalersi di tutte le tipologie di rapporto di lavoro esistenti con modalità adattabili a diversi modelli organizzativi : sono stati rivitalizzati l’apprendistato ed il contratto di formazione lavoro, il part time diviene più flessibile, si introduce un’ampia possibilità di ricorso ai contratti a termine, viene estesa la facoltà di ricorso a lavoratori extra.
Ma non sono solo le imprese a beneficiare delle nuove regole del gioco. Accentuando la possibilità di accesso a forme di lavoro flessibile si incoraggia certamente la formazione di nuove occasioni di lavoro. Più in generale, con questi strumenti è stato costruito un efficiente canale di ingresso nel mercato del lavoro, offrendo una nuova possibilità ai giovani, altrimenti emarginati dall’ipocrisia di una legge che promette a tutti il posto di lavoro a vita, scaricando sul sistema delle piccole e medie imprese il costo di questa propaganda.
Sempre in tema di flessibilità, una novità di assoluto rilievo è costituito dalla possibilità di articolare l’orario di lavoro in periodi plurisettimanali prevedendo, ad esempio, alcune settimane di quarantotto ore ed altre di trentadue. In passato, tali sistemi di orario potevano essere attivati unicamente mediante la contrattazione integrativa. Da oggi in poi, l’imprenditore riacquista la piena titolarità di definire la materia, fermo restando l’impegno ad una gestione trasparente, basata su una informazione esaustiva e sulla disponibilità a tener conto delle proposte e dei rilievi eventualmente formulate dai rappresentanti dei lavoratori.
Questi brevi esempi, forniscono una sintetica illustrazione dei contenuti di un accordo innovativo, contrassegnato da una positiva evoluzione nel modo di intendere i rapporti di lavoro e di relazioni sindacali. Non è un caso, infatti, se le imprese aderenti alla Federturismo – che avevano provato a giocare la partita su un tavolo separato – alla fine hanno ritenuto più conveniente ricalcare l’accordo siglato da Federalberghi.
Non possiamo, tuttavia, ritenere il nostro lavoro concluso. E’ proprio per questo motivo che le Parti hanno ritenuto indispensabile premettere alla conclusione delle trattative un incontro con il Ministro del lavoro: dal Governo si attende ora un chiar e deciso impegno indirizzato alla compiuta definizione dell’ipotesi d’accordo.
Ci riferiamo, anzitutto, alla concreta ed immediata attuazione di quanto previsto dal Protocollo del 23 luglio 1993 in tema di applicazione erga omnes dei Contratti Collettivi di Lavoro. Al riguardo, è stata ribadita la richiesta di un provvedimento normativo che assuma il recente accordo quale punto di riferimento inderogabile. Le imprese sane non sono più disposte ad accettare la concorrenza sleale di quanti fondano la propria presenza sul mercato sulla palese violazione dei patti sindacali.
Altrettanto decisivo, ai fini della effettiva praticabilità dell’accordo, è un sostanziale intervento nel campo degli oneri sociali, che tenga conto della completa esposizione delle imprese italiane alla concorrenza internazionale e, conseguentemente, ne disponga la completa parificazione con le imprese degli altri settori produttivi che godono di ingiustificati privilegi.
Ultimo, ma non meno importante, le organizzazioni imprenditoriali ed i sindacati hanno chiesto al Governo un’attenzione rinnovata al tema della qualificazione professionale. La formazione costituisce l’arma decisiva per vincere la sfida della qualitàche il mercato ci lancia In proposito, la Federalberghi ha già avviato un ambizioso progetto per la costituzione di una scuola di formazione per manager del turismo, di cui parleremo nei prossimi fascicoli di “AT”. Ma non basta. Tutto il personale deve avere una solida formazione professionale di base e deve frequentare periodicamente moduli di aggiornamento: ciò richiede grandi investimenti e, proprio per questo, sono state unite le forze delle imprese in seno agli Enti Bilaterali del Turismo che potranno realizzare le necessarie strategie.
di Alessandro Nucara