Presenza diffusa sul territorio

Società cooperative e sviluppo dell’occupazione

E’ ormai maturata la consapevolezza che lo sviluppo sostenibile presuppone la conservazione dell’equilibrio generale e del patrimonio naturale, la qualità della vita e la fruizione delle risorse naturali che, al contrario, deve essere sempre più fattore di occupazione, di crescita economica e di riduzione dell’inquinamento e del degrado.
Ciò comporta che la problematica ambientale non sia più percepita come un vincolo, ma come un’opportunità per le attività economiche ecocompatibili che possono essere attivate.
In questa ottica, le aree protette e la rete dei parchi che coprono l’arco alpino e quasi tutto l’Appennino centro meridionale possono trasformarsi in un nuovo grande “laboratorio all’aperto” in cui integrare e armonizzare le risorse naturali ed umane, ambientali e culturali, economiche e produttive.

Sotto questo profilo, Federcultura Turismo e Sport delle Confcooperative è fortemente impegnata, con le imprese associate e con la sua attività di promozione di nuove iniziative d’impresa, nelle aree di montagna, poiché i settori che essa rappresenta ben si prestano a prefigurare un nuovo possibile modello di sviluppo economico alternativo a quello industriale, ormai tramontato per i noti problemi di degrado, di spopolamento e di invecchiamento verificatisi in molti territori, soprattutto montani.

In tal senso, tuttavia, deve ancora maturare la consapevolezza che il territorio costituisce un patrimonio da tutelare, conoscere e valorizzare, in un’ottica dinamica che lo rapporti con l’avvenire, oltreché con il passato, in contrapposizione all’attuale concezione statica che tende invece a considerarlo semplicemente come un insieme di oggetti naturali, storici e culturali.
Solo così è possibile un uso del patrimonio come sistema organizzato in una serie di itinerari di sviluppo in grado di comprenderne tutti gli aspetti di natura storica ed archeologica, artistica culturale, urbanistica e naturalistica.
Il problema consiste quindi nell’assicurare una compiuta redditività alle risorse culturali del nostro Paese, organizzando reti, percorsi e itinerari territorialmente e culturalmente affini, in grado di contribuire agli aspetti scientifici, come a quelli legati alla fruizione dei servizi di promozione, commercializzazione ed accoglienza.

Promuovere e diffondere la cultura delle risorse

Ma occorre anche promuovere e diffondere una cultura dell’imprenditività delle risorse, dalla quale possa emergere la loro più ampia redditività, nei limiti dei loro valori intrinseci e costitutivi.
Inoltre, per consentire il rilancio di una politica attiva per le aree di montagna è indispensabile intervenire sulle giovani generazioni, a partire dalla scuola, per migliorare il livello culturale, intellettuale e professionale della popolazione di montagna e favorirne, così, il riscatto e la crescita generale.

Da molti anni, ormai, la Confccoperative e, in particolare la Federcultura Turismo e Sport, si stanno impegnando, a vari livelli, con il mondo della scuola, per superare la logica di divisione tra chi apprende e chi lavora e produce.
In tal senso, anche grazie alla sottoscrizione del Protocollo d’intesa con il Ministero della Pubblica
Istruzione per l’educazione cooperativa della scuola, avvenuta il 3 Maggio 1995. Sono state realizzate numerose iniziative ed altre sono in corso di attivazione.
Peraltro, proprie nelle zone di montagna, il raccordo tra la scuola, il sistema delle cooperative e il mondo del lavoro e delle imprese i genere, si è resa ancor più urgente e necessario da quando, con l’attribuzione dell’autonomia organizzativa e didattica operata dalla legge Bassanini nei confronti di tutte le istituzioni scolastiche, si è favorito un più stretto rapporto con il territorio e la possibilità di valorizzare le esperienze rappresentate dalle iniziative integrative e complementari che possono essere realizzate attraverso progetti e percorsi educativi diversi da quelli tradizionali.

Anche per questo, la cooperazione è fortemente interessata al progetto di sviluppo locale della montagna che il Ministero della Pubblica Istruzione ha promosso con l’obiettivo di sviluppare le cooperative, oltreché di migliorare la qualità della vita degli abitanti delle aree rurali montane, valorizzandone le risorse ambientali e culturali, lo sviluppo della comunicazione interna ed esterna alla comunità, la crescita della formazione di base dei lavoratori e degli strati di popolazione con un debole livello di scolarità e lo sviluppo dell’artigianato e dei servizi culturali.

E’ tuttavia evidente che le strutture territoriali della Confcooperative dovranno intervenire in ogni scuola, affinché siano riservati spazi all’educazione cooperativa e, più in generale, ad un reale libertà di educazione, nella convinzione che occorra creare e favorire le condizioni di sviluppo dell’economia di montagna e delle sue aree protette, per offrire ai giovani e alla popolazione residente l’opportunità di sfruttare le risorse locali, trovare occupazione e ricavare un reddito adeguato.

Una politica attiva per la montagna

A tale scopo, non servono nuovi provvedimenti legislativi, quanto piuttosto una politica attiva per la montagna che coinvolga tutti i livelli istituzionali, da quelli comunitari,soprattutto in vista della revisione del vigente sistema degli interventi e degli aiuti alle imprese, a quelle nazionali e regionali.

In particolare, la legge n.97/94 sulle zone montane, così come la legge 394/91 sui parchi e le aree protette, muovendo dal principio base di garantire lo sviluppo integrato ed endogeno dei territori interessati, nell’ambito della pluriattività aziendale, individuano le direttrici di fondo e strategiche per il rilancio di una seria politica per la valorizzazione umana, sociale, culturale ed economica degli abitanti della montagna italiana.
Proprio per concorrere al bilancio di una politica per la montagna, la Confcooperative nel suo complesso e la nostra Federazione in particolare, sono impegnate nell’attuazione del Protocollo d’intesa sottoscritto con l’UNCEM – unitamente alle altre Centrali Cooperative – e del Protocollo con il Ministero dell’Ambiente. Questi due strumenti sono strettamente connessi, non solo perché la quasi totalità dei parchi rientra in zone montane, ma anche perché le due normative contengono innegabili aspetti comuni, anche nella disciplina degli interventi per i diversi settori economici.

La scelta privilegiata della cooperazione, quale soggetto protagonista della valorizzazione culturale ed economica di queste aree, deriva dalla caratteristiche proprie del modello cooperativo, che rappresentano la forma più idonea per realizzare attività sostenibili ad alto contenuto occupazionale, tenuto anche conto del suo forte radicamento sul territorio. Per questo, essa favorisce lo sviluppo delle risorse endogene, promuove nuove realtà d’impresa, diffonde tra i giovani la cultura dell’autoimprenditorialità ed asseconda la pluriattività sia a livello individuale, contribuendo alla crescita di un reddito adeguato, sia a livello d’impresa,promuovendo l’integrazione tra i vari settori attraverso quella intersettorialità che, nelle aree montane, è spesso indispensabile per assicurare alle attività economiche continuità di durata, efficienza e successo.

Massimizzare l’occupazione

Gli obiettivi prioritari che occorre perseguire consistono quindi nel massimizzare l’occupazione, soprattutto dei giovani e dei senza lavoro, con la conseguente crescita del reddito delle popolazioni locali, la nascita di figure professionali nuove e funzionali alla gestione dell’economia ambientale e la definizione di modelli di riferimento basati sulle testimonianze delle esperienze più significative tra quelle realizzate nelle aree interessate.

Sotto questo profilo, la Federcultura Turismo Sport,in raccordo con le strutture territoriali della Confcooperative, fornisce alle Comunità montane ed agli enti parco, ai comuni montani ed alla popolazione dei residenti, con una particolare attenzione per la fascia giovanile, tutta la propria assistenza ed il proprio know-kow per la realizzazione delle attività nelle zone di montagna e delle aree protette.
Ciò è reso possibile dalla significativa esperienza accumulata dalle imprese cooperative rappresentate dalla Federazione.
Di conseguenza, il sistema delle Comunità montane,il Ministero dell’Ambiente, gli Enti parco e gli altri Enti pubblici dovranno sostenere le varie iniziative, con l’individuazione delle necessarie risorse finanziarie e con il coinvolgimento dei soggetti istituzionali e privati interessati.

Affidamento diretto di lavori e servizi

Il primo strumento attraverso il quale instaurare un rapporto di collaborazione tra le cooperative e gli enti parco consiste nell’affidamento diretto di lavori e servizi, in deroga alla normativa sugli appalti pubblici, per l’importo massimo annuo di 300milioni di lire (art.17 L.97/94).
Un altro mezzo è poi quello delle convenzioni basate sull’art 14 della legge dell’Ente parco n.394/91
in virtù del quale il piano pluriennale economico e sociale deve promuovere le attività economiche
compatibili, anche mediante accordi di programma,qualora siano stati individuati i soggetti chiamati a realizzare gli interventi.

Tale piano prevede espressamente la possibilità di agevolare e promuovere le attività sostenibili svolte dalla cooperative ed è proprio al suo interno che la cooperazione può diventare strumento operativo per realizzare gli obiettivi di programmazione economica e sociale delle aree naturali protette e delle zone contigue.
Le disponibilità finanziarie necessarie per la realizzazione dei progetti e delle iniziative previste possono essere individuate nei fondi comunitari nazionali, regionali e locali.
Infine, le misure che rientrano in specifici programmi d’iniziativa comunitaria, potranno trovare copertura finanziaria nell’ambito delle risorse rese disponibili, per ciascuno di tali programmi, dalla Comunità Europea.
In tale contesto, tenuto conto della sua attuale consistenza ed in previsione di un suo rilevante aumento di intensità, il turismo, sia naturalistico che culturale, può certamente costituire un settore trainante per i territori di montagna, le aree interne ed i parchi.

Gli attuali indicatori ed il contesto sociale degli ultimi anni, rivelano che, proprio in questi segmenti, la domanda di turismo, nazionale ed internazionale, ha fatto registrare un trend di incremento costante e significativo, tanto è vero che l’ENIT ha già in programma la creazione di un Club di prodotto con la collaborazione di società e di enti pubblici e privati in grado di realizzare la commercializzazione della offerta sia in Italia che all’estero. A tutto ciò occorre aggiungere la funzione di “volano” che il turismo svolge nei confronti degli altri settori dell’attività economica.

Il turismo come volano dell’economia

Il turismo, infatti, non può più essere misurato solo in base alle sue funzioni infrasettoriali e di ricaduta economica, ma deve essere valutato anche in termini proporzionali e commerciali.
Il forte legame tra le risorse e territorio favorisce la promozione di tutte le capacità produttive, umane e culturali di un’area e rende disponibili i canali di distribuzione del turismo alla vendita dei prodotti e servizi di altri settori: l’agricoltura, ad esempio, trova nel turismo nuove occasioni di promozione e di commercializzazione attraverso l’agriturismo. Ma è evidente che, per evitare abusi, quest’ultimo debba svolgersi nel rispetto dei vincoli stabiliti dalla legislazione nazionale e regionale.

Analogo discorso vale, ovviamente, per l’artigianato, l’industria e per il commercio in generale.
Per suffragare ulteriormente queste affermazioni, può essere utile presentare l’iniziativa avviata dal Consorzio Val di Sangro Promotional Tour, formato da associate Confcooperative, nel giugno dell’86, data in cui prese avvio, con la gestione di una Casa Albergo per Anziani di proprietà del Comune di Bomba e della Comunità Montana Valsangro, un’attività imprenditoriale finalizzata a dare risposta ai bisogni della popolazione anziana del territorio.
Il fatto che in Abruzzo non esistessero altri esempi analoghi, ha reso particolarmente impegnativo
l’avviamento dell’attività dal momento che i soci, prevalentemente donne, mancavamo dell’esperienza necessaria ad impostare il servizio di ospitalità e l’organizzazione del lavoro.
Pertanto, la Cooperativa ha dovuto svolgere una forte azione di sensibilizzazione verso gli anziani del territorio, perché superassero i pregiudizi nutriti nei confronti di una struttura che consideravano come un ospizio ricovero.

Successivamente nel 1987, la Cooperativa ha ottenuto in gestione dalla Comunità Montana Valsangro il Centro Turistico Isola Verde sul Lago di Bomba.
Anche grazie agli interventi programmati dalla Comunità Montana e dalla Cooperativa, il centro, noto come campeggio, si è trasformato negli anni in un centro polivalente, capace di offrire una molteplicità di servizi, dalla sistemazione alberghiera a quella di accoglienza e di informazione, all’attività ristorativa svolta nella sala da trecento posti del ristorante “Arione”

Nel corso dei suoi 12 anni di attività, quindi, la Cooperativa si è trovata a percorrere un non facile cammino, dovendo affrontare le notevoli difficoltà di ordine organizzativo ed economico determinate soprattutto dall’avviamento di attività nuove e sperimentali, in un territorio ancora immaturo per accogliere non solo una struttura sociale, ma una qualsiasi attività turistica incentrata su un’area che, per la povertà delle risorse da valorizzare e per il forte spopolamento subito nel passato, si era guadagnata l’appellativo di “Valle della Morte”.

Per queste ragioni, chi ha creduto nella forma cooperativistica come strumento per creare lavoro nella propria terra di origine ha dovuto affrontare un grosso problema di sensibilizzazione e promozione, mentre i giovani, che a loro volta hanno scommesso sulla struttura cooperativistica, hanno dovuto costruirsi la propria professionalità con l’esperienza sul campo ed il contatto con realtà spesso sconosciute.
Tuttavia, il processo di crescita dell’impresa cooperativa ha fatto maturare la necessità di qualificare professionalmente i soci, attivando così un ricco e diversificato programma di formazione professionale, oggi quasi continuo,che ha permesso di approfondire in maniera minuziosa la conoscenza delle diverse tematiche attinenti alla gestione del lavoro, con particolare riguardo alla gestione dell’impresa turistica, della ristorazione e dell’impresa sociale.
Grande importanza e valorizzazione si è poi voluto dare alle risorse umane, attraverso la creazione di occasioni continue d’incontro e di analisi dei fatti e delle situazioni, finalizzate ad un coinvolgimento puntuale, nella gestione e nelle fasi decisionali, necessario a rafforzare la scelta motivazionale del lavoro in un’impresa cooperativa.

Durante il corso degli anni la Cooperativa ha realizzato, autofinanziamenti, ingenti investimenti, per l’arredamento, l’ampliamento e la promozione delle strutture ottenute in affidamento. Sotto questo profilo, è stato fondamentale il sostegno ricevuto, nella fase dello start-up, dalla legge regionale n.63/86 e dalla legge n.44/86, ex De Vito, sull’imprenditorialità giovanile. Questi interventi hanno permesso alla Cooperativa di imporsi come azienda moderna, dotata di una struttura organizzativa all’avanguardia, in grado di offrire un pacchetto di servizi diversificati e di qualità.
Detto questo, è forse opportuno ricordare che l’impegno sostenuto dalla Cooperativa nella promozione e nella commercializzazione del turismo in Val di Sangro si prestava ad essere penalizzato da una politica regionale più propensa a pubblicizzare gli ambienti montani e marini che le bellezze dei territori intermedi e, quindi, di un entroterra praticamente sconosciuto.
La Cooperativa con il sostegno della Comunità Montana Val di Sangro, si è dovuta quindi fare carico di un grosso lavoro di promozione tramite i mass media, la partecipazione alle più importanti fiere del turismo, la predisposizione di inserzioni sulle guide turistiche nazionali ed internazionali.
L’avviamento di una fitta rete di rapporti con Tour Operator, Cral, associazioni di settore ed agenzie turistiche e l’organizzazione, per gli operatori di settore, di una serie di educational tour finalizzati a far vivere l’esperienza del territorio ed a facilitare la conoscenza dell’offerta turistica nella Val di Sangro.

Senza dubbio, l’appartenenza alla Confederazione Cooperative Italiane è stata determinante per lo sviluppo conoscitivo del settore, poiché ha aperto la strada alla creazione di una rete informativa ed all’associazione con il Consorzio Turistico Nazionale “Italia Service”, in cui è affiancata ad esclusivi operatori turistici nazionali che le hanno permesso di organizzare una ricca serie di proposte di turismo integrato che vanno da quello scolastico ai soggiorni per la terza età, da quello culturale a quello enogastronomico, attraverso itinerari di memoria storica e produttiva, volti a recuperare le attività tradizionali ed i prodotti artigianali.
In questi giorni, poi, si sta lavorando per avviare l’attività di navigabilità del lago, attraverso l’organizzazione di proposte di tipo escursionistico. L’iniziativa, di assoluta novità per la Regione Abruzzo, dovrebbe attivare un processo innovativo, creando nuove motivazioni per la scelta turistica del Lago di Bomba e, più in generale, della Val di Sangro.

Per concludere, la scelta privilegiata della Cooperativa ha permesso, nella misura in cui essa è radicata nel territorio, di realizzare attività sostenibili ad alto contenuto occupazionale, favorendo così lo sviluppo delle risorse endogene,promuovendo capacità d’impresa e creando, attraverso la promozione di una rete di pluriattività, un’occasione di integrazione di servizi intersettoriali.

di Livio Roscioli
Settore Turistico della Confcooperative

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