Per la definizione dei prezzi dei beni e dei servizi, il tasso di cambio svolge un ruolo fondamentale: i prezzi infatti vengono espressi in unità monetarie differenti da paese a paese, sui quali e importante la fissazione dei rapporti di scambio tra le valute. Il tasso di cambio indica e coinvolge il funzionamento dell’intero sistema economico, tanto da determinare l’evoluzione delle relazioni politiche e lo sviluppo economico di ogni paese.
Con il Trattato di Bretton Wood nel 1944 si integrava il sistema aureo, basato su di un regime “puro” di cambi fissi, con un sistema legato principalmente al dollaro. Di fatto, però, si dava inizio ad una forma di instabilità monetaria che faceva ricadere l’onere degli squilibri della Bilancia dei Pagamenti su ogni singolo Stato, il quale veniva costretto ad adottare delle specifiche politiche restrittive e a combattere i movimenti speculativi destabilizzanti. In altre parole ogni Stato si doveva sobbarcare diversi sacrifici per poter riequilibrare i conti con l’estero.
Di fronte a ciò l’Europa, con il trattato di Maastricht del ’92, ha individuato un rimedio dell’Unione Monetaria e, quindi, nella fissazione dei parametri con l’obiettivo di rendere competitive le merci e i servizi dei paesi europei. Una competitività che non può prescindere da una stabilità finanziaria in funzione di uno “scontro” tra Asia, America ed Europa: scontro senza esclusione di colpi , come si è visto nella recente vicenda delle economie orientali, dove l’Europa deve necessariamente abbassare i tassi d’interesse per poter sviluppare gli investimenti che assicurano maggiore competitività ai propri prodotti.
Con l’Euro si modificano, quindi, le strategie competitive delle aziende operanti nel mercato. Per quanto riguarda il settore viaggi e vacanze, si deve rilevare che, se in assenza dell’Euro, il turista potrebbe avere momentanei vantaggi o svantaggi sulla moneta del luogo dove è diretto, con l’introduzione dell’Euro la destinazione del proprio viaggio turistico sarebbe scelta solo sulla base di fattori extra monetari della reale attrattività locale. Si viene così a creare una stabilizzazione della domanda, dipendente dall’aspettativa che il turista ha per il servizio a lui riservato. In Italia, per esempio, non per l’apprezzamento del marco nei confronti della lira, ma per la cultura, il paesaggio, l’arte e l’auspicabile (in quanto indispensabile) efficienza dei servizi turistici e la qualità dell’accoglienza. Non dimentichiamo che i momenti più favorevoli per l’economia turistica italiana sono sempre stati quelli immediatamente successivi alle svalutazioni della lira: dal 1999 un cambio fisso e un’unica moneta implicano una revisione di queste aspettative e di ogni rendita di posizione.
L’annullamento degli effetti del cambio, quindi, stabilizzerà la domanda e produrrà dei vantaggi per l’offerta turistica se questa riuscirà ad essere efficiente e dimostrerà di avere una elevata professionalità.
Per quanto riguarda il comparto alberghiero italiano, questo vuol dire soprattutto, uscire dall’eccessivo individualismo e cercare di individuare strade non limitate ai soli aspetti delle politiche sindacali. Da questo punto di vista, l’associazionismo può essere la carta vincente per superare nello stesso tempo il gap dimensionale e la discontinuità tra i livelli qualitativi delle prestazioni e dei servizi che penalizzano le imprese ricettive italiane rispetto alla concorrenza europea. Non vi è dubbio, infatti, che la piccola dimensione degli alberghi italiani riduce la possibilità di cogliere gli aspetti positivi dell’EURO, anche se la “gestione familiare” ha rappresentato fino ad oggi uno dei maggiori vantaggi competitivi del settore.
Una soluzione potrebbe essere quella del franchising che è quella più adeguata a mettere in campo politiche di gruppo mediante l’integrazione dei servizi e di funzioni aziendali, senza comprimere le peculiarità che derivano da una gestione indipendente. Le dinamiche concorrenziali determinate dall’introduzione dell’EURO, infatti, comporteranno nuovi equilibri nella comparazione dei prezzi, che non possono essere trascurati pensando – come nel passato – che l’offerta turistica non sia comparabile con nessun’altra per la particolare attrattività delle nostre destinazioni.
Una concorrenza più diretta è oramai alle porte e, per analizzare formalmente gli effetti dell’Unione Europea (UME) sugli albergatori e sui turisti (relativamente ai servizi) abbiamo rappresentato graficamente, nella figura, le curve lineari di domanda e di offerta nel Paese 1 e nel Paese 2 , dove nel Paese 1 il prezzo di equilibrio è rappresentato dal punto E1e nel Paese 2 il prezzo di equilibrio è rappresentato dal punto E2; D1 e D2 sono le linee di domanda, mentre S1 e S2 sono le linee di offerta. Nell’unione fra i due Paesi (UME) è necessario operare graficamente con una somma algebrica delle linee di offerta dell’uno de dell’altro paese. In questo modo basta tracciare la linea di offerta (S1 + S2) che, come si è detto, rappresenta l’offerta di entrambi i Paesi, facendola partire dal punto di equilibrio di uno dei due Paesi: in questo caso è il Paese 2, e il punto di equilibrio è raggiunto in E*. Si suppone che il prezzo del servizio turistico da parte del resto del mondo sia costante OW.
E’ stato poi immaginato che fra i due Paesi dell’Unione ci sia un differenziale di competitività che dà luogo a due differenti prezzi di equilibrio P1 e P2. E’ da notare che con l’Unione si determina il livellamento dei prezzi con un prezzo unico determinato dal mercato unico: P*, il nuovo scenario vede un vantaggio per il Paese 1 in conseguenza dell’incremento del suddetto prezzo determinato dall’Unione, che risulta più elevato del prezzo praticato in precedenza. Tuttavia, nel Paese 1, si verifica una riduzione (R) della domanda che viene però compensata dall’incremento del prezzo rispetto a quello precedentemente parificato. Nel Paese 2, invece, dove viene ridotto il prezzo, si determina conseguentemente un incremento (1) della richiesta di servizi, che consente di non essere penalizzato per aver dovuto ridurre il prezzo fino al punto E*. Si avrà, quindi, un paese che avrà il prezzo ridotto e l’altro aumentato, con le relative conseguenze sulla competitività e sulla domanda turistica generale.
E’ da sottolineare l’importanza che assume, in questa analisi, il grado di concorrenzialità dei paesi membri e – quanto più grande è l’unione stessa – tanto maggiore sarà il vantaggio delle economie di scala che incrementa la forza contrattuale dei singoli membri dell’unione. Il trattato di Maastricht e l’introduzione dell’Euro, per quanto riguarda l’Italia, potrà rappresentare un fattore di stimolo per risolvere i problemi strutturali che, purtroppo, riducono la capacità competitiva delle imprese turistiche italiane.
di Luca Baldassarre