Ma gli Altri Scali non Stanno a Guardare

La gestione degli aeroporti in Italia sembra essere il business del futuro che si stima debba svilupparsi –fino al 2010 – con un ritmo del 5 per cento annuo : di qui l’interesse mostrato dai grandi gruppi imprenditoriali alla privatizzazione degli scali, che l’anno scorso hanno complessivamente ospitato quasi 75 milioni di passeggeri con una stima, per il ’98, di 80 milioni ed un fatturato di oltre 3 mila miliardi.

Questo interesse, a dire il vero, si è manifestato solo negli ultimi  tempi, probabilmente in seguito alla vicenda dello scalo partenopeo di Capodichino  e alla scelta coraggiosa di avviare subito la privatizzazione coinvolgendo la Baa (Britishairport authority) che gestisce aeroporti in tutto il mondo, scelta che a suo tempo fu molto criticata sulla base delle argomentazioni tanto provinciali quanto strumentali: una vicenda esemplare di successo che ha portato all’ampliamento delle aeree di servizio e ad un notevole incremento di voli tali da far salire lo scalo partenopeo al terzo posto nella graduatoria dei principali aeroporti italiani, dopo Fiumicino e Linate, facendo registrare un aumento del traffico passeggeri del 40,8 nel triennio dalla privatizzazione.

Ora la Baa ha sottoscritto un forte aumento di capitale che consentirà di finanziare un nuovo piano di interventi per ulteriori ampliamenti, mentre al Comune e alla Provincia di Napoli che sono partners della società di gestione, resta in mano la golden share che assegna poteri strategici, in particolare per quanto riguarda l’occupazione.

L’aspetto occupazionale, del resto, è uno dei punti più interessanti delle performance aziendali: nel settore degli aeroporti, secondo una formula condivisa a livello internazionale infatti, l’incremento di un milione di passeggeri crea da 1200 a 1500 nuovi posti di lavoro e questo, per la situazione economico-sociale dei territori meridionali (ma non solo nel Sud)  è un dato di grande rilevanza che dovrebbe sconfiggere ogni resistenza (che sotto sotto permane) al processo di privatizzazione degli aeroporti italiani.

Quando uno scalo è ben gestito, dunque, guadagna e contribuisce allo sviluppo del territorio.

Ciò è dimostrato anche da un’altra vicenda esemplare – sempre al Sud – conseguente alla privatizzazione dell’aeroporto di Lamezia che, nell’ultimo anno, ha polverizzato tutti i record d’incremento di traffico, anche a livello europeo. Nel mese di agosto sono stati gestiti dallo scalo ben 91.600 passeggeri, con un aumento, sull’agosto del ’97, pari al 33,75%; per quanto riguarda i voli, sono atterrati 438 aerei con un aumento, sempre su agosto ’97, del 20,66%.

Questi dati sono ancor più significativi se si considera che gli incrementi sono stati conseguiti in un periodo di picco stagionale: già lo scorso anno, infatti, era stato registrato un aumento rilevantissimo del traffico passeggeri e dei movimenti aerei in tutta la stagione estiva. Altrettanto significativo è l’incremento che si riscontra nel raffronto tra il periodo gennaio/agosto ’97 ed il periodo corrispondente del  ’98, dove i passeggeri sono aumentati del 20,65%, mentre la media nazionale si è attestata al 5,6%-.Gli aerei atterrati sono cresciuti del 16,59% rispetto ad una media nazionale che non supera l’1,5%.

Lamezia, quindi, conferma un primato di crescita percentuale fra tutti gli aeroporti europei, peraltro già attestato dalle classifiche di settore stilate da Assaeroportie riferite al seme gennaio/giugno ’98. Nel corso del mese di settembre, poi, lo scalo ha battuto anche  un record interno raggiunto nel mese di luglio e cioè la giornata di maggior traffico. Difatti, sabato 12 settembre, sono transitati da Lamezia ben 3.963 passeggeri a un coefficiente medio di riempimento del 75,12% , segno che le compagnie che atterrano a Lamezia fanno il pieno di passeggeri (e di utili!).

Per la S.A.CAL, società privata che gestisce l’aeroporto di Lamezia, i dati parlano da soli e, di segno nettamente positivo, le conclusioni da trarre sono incontrovertibili. Il successo in termini di business è di assoluto valore: oramai da due anni si è in presenza di un trend di crescita progressivo e costante dei fatturati, segno che lo sviluppo non è occasionale, ma frutto di una pianificazione strategica rigorosamente attuata  attraverso precise azioni di marketing. Tutto ciò conferma, nei  fatti, il ruolo di SACAL come uno dei volani più importanti dell’intera economia calabrese, che è riuscita a potenziare il rango internazionale dello scalo di Lamezia che ha ormai assunto, insieme al porto di Gioia Tauro, il ruolo di porta della Calabria e di cerniera del Mediterraneo.

di Simona  Dei

< Gli Articoli di Azienda Turismo