L’impresa cooperativa nelle aree deboli

Nel mio breve intervento voglio tratteggiare le relazioni che intercorrono tra la legge sulla montagna e quella sulle aree protette nonché il ruolo riconosciuto alle imprese cooperative come agente di sviluppo sostenibile per dette aree.

Il ruolo che la legge sulla montagna riconosce all’impresa cooperativa non deriva da una scelta ideologica quanto piuttosto dalla concreta funzione che l’impresa cooperativa svolge, insieme ai coltivatori diretti, in funzione dello sviluppo sostenibile delle zone più disagiate. In altri termini, nelle aree di montagna, laddove si concentra la maggior parte dei parchi, sono proprie le cooperative agroforestali di produzione e lavoro ad offrire alla popolazione locale una reale opportunità di occupazione e di sviluppo imprenditoriale consentendo in questo modo di arginare concretamente, il fenomeno dell’esodo e del conseguente spopolamento delle aree interne.

E’ noto che partendo da uno studio del Cnel, siamo in presenza di un continuo esodo dalle aree montane e ciò è dovuto al fatto che non esistono ancora le condizioni perché i giovani, colà residenti, rimangano nei luoghi in cui sono nati.

Come risposta a questa situazione il Parlamento nel 1994 ha varato una legge sulla montagna e, da parte nostra, abbiamo firmato due protocolli con il Ministero dell’Ambiente e con UNCEM volti ad aumentare le opportunità di lavoro nelle aree montane e nei parchi e a promuovere la struttura imprenditoriale più idonea ad operare in aree di non grande interesse per il restante sistema imprenditoriale.

La forma cooperativa, infatti è quella che meglio risponde al requisito di flessibilità necessario per operare nel turismo naturalistico e nella salvaguardia della natura e del territorio, assi portanti dello sviluppo futuro. Il sistema delle cooperative operanti nelle aree intere, infatti, non opera solo nel

turismo ma caratterizza anche la cosiddetta pluriattività adatta alla particolare economia delle aree interne costituite da interventi sul territorio, da agricoltura biologica, dalla salvaguardia dei prodotti tipici, dalla sostituzione del pubblico nei servizi e così via.

Occupazione e sviluppo attraverso un turismo nuovo

L’obiettivo è quello di creare occupazione e sviluppo anche attraverso un turismo nuovo che non è certo quello di massa che riguarda i grandi centri urbani quanto, piuttosto, quello rivolto ad aree non frequentate ma di grande valore turistico dalle quali però non si conosce neppure la capacità dell’offerta turistica.

Si assiste, infatti, oggi ad una voglia di turismo naturalistico che non trova il più delle volte, alcun riscontro sul pian o dell’offerta, della promozione e soprattutto delle strutture adatte ad accogliere questa nuova domanda. Occorre creare dunque i presupposti per la fruizione di questo tipo di turismo, interrogandosi sulle azioni da intraprendere per dare immediata concretezza a questo tipo di sviluppo.

E qui si tocca un punto essenziale, una questione pregiudiziale che è indispensabile risolvere per evitare che le imprese, anche quelle cooperative,si trovino nell’impossibilità di continuare ad operare.

Occorre la volontà di credere in un ipotesi di sviluppo sostenibile che non può restare sulla carta, ma che deve raccogliere attorno a se tutte le energie necessarie per una concreta opportunità di sviluppo economico e di crescita culturale. Occorre valorizzare e moltiplicare esperienze come, ad esempio, quella di un gruppo di giovani che, a San Luca in Calabria, hanno costituito una cooperativa e lavorano come guide escursionistiche in Aspromonte oppure riproducendo, ad esempio, il progetto della regione Marche di Museo diffuso, in cui la visita dei parchi si raccorda a quella dei sistema museale regionale.

Oggi la mancanza di una politica adeguata continua ad impedire ad attività come queste, come a molti altri progetti dello stesso tipo, di tradursi in una moltiplicità di iniziative economiche ed occupazionali.

Uno sportello verde del turismo naturalistico

La stessa necessità di passare dalla enunciazione alla realizzazione riguarda anche un’altra idea progettuale presentata da Legacoop che consiste nella creazione di uno sportello verde del turismo

naturalistico finalizzato ad avvicinare la domanda con l’offerta, in un’ottica di promozione di questo tipo di turismo. Tale progetto ed altri potrebbero già passare alla fase attuativa, ma è indispensabile

che siano vissuti, in termini positivi sia dal Ministero dell’Ambiente che dal Dipartimento del Turismo della Presidenza del Consiglio.

Da parte sua, la Legacoop è in grado di mettere a disposizione un patrimonio imprenditoriale di circa 500/600 imprese operanti nel settore turismo e dell’ambiente,oltre lo sportello Fare impresa, operante nel Mezzogiorno, che esiste e accompagna i giovani che vogliono realizzare idee imprenditoriali centrate anche sullo sviluppo sostenibile.

di Angelo Algeri
Responsabile Ambiente e Turismo Legacoop

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