La Telenovela di Malpensa

E’ di questi giorni la notizia dell’accordo finalmente raggiunto fra la Commissione europea e il ministro Burlando  per il trasferimento di tutti i voli (tranne quelli Roma – Milano) da Linate al nuovo scalo di Malpensa. La decisione è cronologicamente l’ultimo atto di una complessa vicenda che vede in gioco enormi interessi e la stessa possibilità dell’Alitalia di competere efficacemente in un’industria sempre più globale quale il trasporto aereo.

Il progetto Malpensa 2000, che prevede il rilancio dello scalo milanese , viene messo a punto nel 1985. Esso prevede investimenti per 2 mila miliardi per le opere di ristrutturazione dell’aeroscalo, di accoglienza dei passeggeri, per i sistemi di collegamento etc. L’obiettivo è quello di dotare finalmente un’area fra le più ricche e densamente popolate d’Europa di un efficiente aeroporto in grado di intercettare i traffici merci e passeggeri finora destinati  ad altri importanti  “hubs” europei. Al fine di permettere un’efficiente utilizzo del nuovo scalo, stimato in circa 400 voli al giorno per un volume di traffico di 18/20 milioni di passeggeri l’anno, il ministro dei trasporti stabilisce il trasferimento dei voli dal congestionato aeroporto di Linate a  Malpensa 2000.  Anche l’Alitalia, come parte del suo processo di ristrutturazione aziendale, annuncia nel contempo la decisione di stabilire un nuovo “hub” a Milano Malpensa con l’obiettivo di spostare il grosso delle operazioni a lungo raggio da Roma a Milano , quest’ultima considerata, specie per il suo traffico d’affari,  più profittevole.

La prima decisione del Governo viene però contestata dalle compagnie europee che si appellano alle norme europee in difesa della concorrenza: secondo le loro organizzazioni , la compagnia di bandiera italiana, rimanendo l’unica ad operare sulla tratta Linate-Fiumicino, avrebbe convogliato sui suoi aerei il traffico in partenza da Milano e in transito su Roma per altre destinazioni a danno delle altre compagnie .  Ad aggravare questa situazione si aggiunge il problema delle opere infrastrutturali previste per il collegamento fra Malpensa 2000 e il capoluogo lombardo e non ancora ultimate.

La bocciatura del primo decreto Burlando da parte della Commissione, che di fatto lasciava libera ogni compagnia di decidere quali collegamenti operare a Linate, vanificava nei fatti l’obiettivo di politica dei trasporti del Governo e la strategia di rafforzamento  competitivo dell’Alitalia, i cui titoli in Borsa avevano infatti registrato un netto calo all’annuncio della notizia.

Ora, con il nuovo decreto, sembra che siano stati risolti i contrasti più gravi che riguardavano la quota dei voli da trasferire a Malpensa e la flessibilità dell’offerta di posti per gli aeromobili che partiranno ancora da Linate. Sembra dunque che Malpensa 2000 possa dispiegare le ali ed evitare il rischio di diventare una ulteriore cattedrale del deserto, vanificando lo stesso obiettivo di modernizzazione infrastrutturale dell’area padana. Ma i problemi( e le polemiche) non finiscono qui, perché la soluzione adottata non è “indolore” per le compagnie straniere che vedono oggettivamente favorita l’Alitalia. I due problemi  principali – oltre a quelli dei collegamenti viari con Malpensa sono quelli delle rotte extraeuropee e quello della penalizzazione di Air One che, in seguito ad un ricorso all’Antitrust ha già ottenuto la parità di trattamento rispetto all’Alitalia e può continuare ad operare regolarmente i suoi collegamenti tra Roma e Milano.

di A.D.P.

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