Il turismo come opportunità imprenditoriale
Gli strumenti legislativi attualmente disponibili, in materia di imprenditoria giovanile, favoriscono il Mezzogiorno e le aree depresse del Centro Nord, comprese alcune zone del Lazio ad eccezione di Roma1. Questo è l’obiettivo della legge n.44, nata per promuovere l’imprenditorialità giovanile e della legge 236/93 che si riferisce in modo più specifico al turismo, all’ambiente ed ai beni culturali. Questo è anche l’obiettivo del cd Prestito d’onore che, cronologicamente più recente, tende a privilegiare i disoccupati con inclinazione a lavoro autonomo. In realtà l’entusiasmo e il desiderio di fare impresa nel settore turistico è, nei giovani, estremamente diffuso ma non trova negli attuali strumenti legislativi le indicazioni ed il supporto necessari ad agevolarne le scelte rispetto ad un mercato che si va facendo sempre più complesso e diversificato.
La nostra esperienza diretta conferma che i settori del turismo verso i quali si rivolge maggiormente l’attenzione del mondo giovanile sono tendenzialmente quelli legati all’ambiente ed alla natura. In questo ambito, poi, è particolarmente evidente l’interesse per l’agriturismo e per tutte quelle attività che, dalla pratica sportiva all’organizzazione del tempo libero, si prestano ad un turismo ambientale legato al benessere della persona.
L’affermarsi di questa positiva tendenza è tuttavia frenata dal perdurare, soprattutto al sud, di un background culturale fatto di stereotipi, convinzioni e comportamenti inclini alla lamentela che, inevitabilmente, ostacolano quanti intendono fare impresa. Questa difficoltà è poi ulteriormente potenziata da un secondo vincolo, anch’esso di natura storica, psicologica e culturale, riconducibile alla tendenza a far dipendere tutto, dal processo di sviluppo alla ricerca di un lavoro, al verificarsi di un evento. Questo atteggiamento, soprattutto quando si parla di turismo ed in particolar modo al sud, può rivelarsi estremamente dannoso. In altri termini, l’attesa del concomitante verificarsi dell’intervento esterno della mano pubblica e della straordinarietà dell’evento possono produrre effetti disastrosi sulle realizzazioni delle iniziative e dei progetti imprenditoriali che potrebbero, invece, trovare stimolo nelle attuali prospettive di crescita del settore. In sostanza per fare impresa nel turismo, come in qualsiasi altro settore, occorre che al trend positivo si accompagni una forte motivazione in grado di fronteggiare la categoria psicologica del rischio. Ma occorre anche che, aldilà delle mode, l’impresa nasca da un progetto, da una programmazione in cui tutti i fattori, anche quelli apparentemente più banali, siano tenuti nel debito conto. In questo senso, le analisi di mercato diventano uno strumento indispensabile alla conoscenza del settore e delle potenzialità offerte in termini di fatturato e di quote di mercato.
Una serie di nostre iniziative condotte in collaborazione con soggetti locali, come ad es. quella con la Diocesi di Palermo, sono tese a diffondere presso i giovani, un approccio di tipo imprenditoriale e più prettamente tecnico al settore dei servizi turistici. Si tratta, ovviamente, di piccoli progetti che non hanno certo la pretesa di salvare il turismo meridionale o di riequilibrare i flussi turistici nazionali. Questi obiettivi appartengono, semmai a chi opera in ambiti istituzionali e non certo al singolo imprenditore, al quale interessa piuttosto ragionare in termini di fatturato e di bilancio aziendale. Solo per questa via è infatti possibile rilanciare il turismo nelle aree svantaggiate, tenendo presente che il turismo è,tra i prodotti-servizi, quello che più risente delle condizioni del contesto in cui è inserito.
Ma questa considerazione si ricollega, ancora una volta, ad un problema di mentalità, dal momento che la qualità dell’offerta turistica dipende, in larga misura, dall’esistenza o meno di una cultura dell’ospitalità che si acquisisce anche attraverso la creazione di una rete di piccole imprese che, interagendo sul territorio, costringono il contesto in cui operano ad aprirsi e ad adeguarsi al cambiamento.
In questa logica, secondo cui anche il ruolo dell’informazione acquista particolare rilevanza, si collocano buona parte delle nostre esperienze. E’ questo il caso dell’attività di promozione dell’impresa turistica che abbiamo rivolto ai giovani della provincia di Salerno e di quella che dovrebbe esserci affidata nell’ambito di un progetto sui “Parchi Letterari” finanziato dall’Unione Europea.
Per concludere, le esperienze raccolte e l’entusiasmo dimostrato dai giovani sono la conferma che esiste la possibilità di fare impresa nel turismo,a condizione che si riesca a modificare l’approccio culturale, tenendo presente che il cambiamento non implica necessariamente grandi scelte sul piano nazionale, ma è, piuttosto, il prodotto dell’azione dei singoli protagonisti delle esperienze, imprenditoriali, rispetto al tessuto sociale all’interno del quale ciascuno di essi opera quotidianamente.
di Carlo Borgomeo
Presidente Società per l’imprenditorialità Giovanile S.p.A.