Fascismo e turismo

Politica e Storia del turismo sociale

Autore: Aldo Agosteo, Antonio Sereno
Editore: Editrice Agnesotti, Collana della Scuola Internazionale di Scienze Turistiche
Pagine: 130

Questo libro nasce dall’esperienza e conduce ad una sorprendente evidenza. L’esperienza è quella di chi ha vissuto la gestione del turismo italiano come funzionario del Ministero della cultura popolare, come dirigente del Ministero del turismo e dello spettacolo nonché dell’Assessorato al turismo della regione Lombardia. L’evidenza che risulta dagli eventi e dalla esegesi normativa, è che il fascismo ha dato al turismo un input sociale avanzatissimo per quei tempi ed una strumentazione legislativa che è rimasta operante, nelle sue linee strutturali, oltre gli anni ’80 ed in parte è stata trasfusa anche negli attuali provvedimenti regionali.
L’Italia è divenuta, nel 70, il primo paese al mondo per movimento turistico ed il secondo, dopo l’America, per numero di posti letto, grazie all’attenzione che fu dedicata a questo settore, visto sotto il duplice profilo del progresso economico sociale e della promozione come felice paese fascista.
Questo secondo fine, chiaramente presente e comprensibile nel momento in cui il regime cercava l’approvazione del mondo esterno, sia nazionale che internazionale, nulla può togliere, almeno secondo gli autori, all’intelligenza dell’impostazione ed alla efficacia della normativa tanto che molti principi sono tuttora validi.
Si deve, invece, affermare che negli anni successivi l’interesse prestato a questo importante segmento è stato senz’altro più carente tanto che l’Italia è scesa al quinto posto nel mondo per movimento turistico e solo oggi si sta, finalmente, discutendo ed attuando un riordinamento delle strutture preposte al turismo capaci di contrastare l’inversione di tendenza.
Questo risulta evidente sia delle dichiarazioni del Vice presidente Rutelli sulla necessità di fare squasra pur nella presenza dei centri regionali preposti al turismo, sia nelle ipotesi formulate dall’Onorevole Mantini, Presidente dell’Osservatorio turistico della Camera, il quale ha evidenziato l’esigenza che il turismo ritorni, quanto meno, nella competenza concorrente dello Stato per poter sviluppare una valida politica promozionale.
La presente indagine, che illustra il momento di massima centralità nella gestione del turismo italiano, acquista un valore politico, oltre che, storico e scientifico, che dovrebbe far meglio comprendere le esigenze di una corretta programmazione del turismo nella politica economico sociale del paese.
I fatti narrati e l’analisi legislativa non vogliono, assolutamente, fare agiografia di un periodo storico assai controverso e troppo vicino a noi per essere giudicato con la necessaria serenità. Il testo vuole semplicemente far conoscere quanto il regime ha fatto per regolare il turismo e quali siano stati gli effetti di questa azione e in questo gli autori sono obiettivi e critici nello stesso tempo.

Indice del volume:
Presentazione
Prefazione
Capitolo 1: Considerazioni generali
Capitolo 2: L’Italia fascista si presenta agli stranieri
Capitolo 3: Gli italiani imparano a viaggiare
Capitolo 4: Il regime si prende cura del tempo libero
Capitolo 5: Le leggi fasciste sul turismo
Capitolo 6: Tutela del patrimonio
Capitolo 7: Campi sportivi
Capitolo 8: Considerazioni finali
Bibliografia

Gli autori
Aldo Agosteo
, dal 1940 al 1943, funzionario del Ministero della Cultura Popolare; richiamato alle armi quale Ufficiale sul fronte greco, rientra in Amministrazione e dal 1945 al 1960 è alla Presidenza del Consiglio dei Ministri: Direzione Generale dello Spettacolo, Servizio Stampa (nel 1945/55 Capo della Segreteria del Sottosegretario alla Presidenza per l’Informazione) Ufficio della Proprietà Intellettuale.
Dal 1960 è Dirigente al Ministero del Turismo per trasferirsi a sua domanda, nel 1972, alla Regione Lombardia quale Coordinatore dell’Assessorato al turismo che dirige sino al 1978, quando lascia la Regione per assumere l’incarico di Segretario Generale della Federazione delle Agenzie di Viaggi e Turismo (FIAVET) sino al 1990.
Giornalista pubblicista dal 1956, ha collaborato con la stampa turistica e diretto riviste di settore tra le quali Azienda Turismo.

Antonio Sereno
, nato a Napoli nel 1940, appartiene all’antica scuola del diritto partenopeo – laureato in giurisprudenza e professore di materie giuridiche ed economiche – che si è occupato spesso dei settori più difficili dell’ordinamento statale.
Già Vice procuratore delle Imposte dirette e poi Dirigente del Ministero del Turismo, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero dell’Industria e delle Attività Produttive, ha seguito sin dal 1970 la normativa sul turismo collaborando alla stesura della Legge quadro, della Legge sui mondiali di calcio e dirigendo gli uffici preposti all’intervento finanziario dello Stato a favore del turismo ed alle agevolazioni ai turisti stranieri motorizzati.
Revisore dei conti dell’ENIT dal 1974, ha avuto modo di seguire le problematiche della promozione all’estero ed ha sviluppato un’intensa attività seminariale presso istituti pubblici e privati.
Collaboratore delle principali testate specializzate, autore di saggi e di un Codice del turismo, si è presto qualificato come uno dei più completi esperti della normativa turistica che continua ad investigare convinto più che mai che il turismo sia soprattutto un fatto sociale, convinzione che lo ha guidato nel lavoro sulla politica del turismo nel ventennio fascista.

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