Dalla rendita urbana alla valorizzazione del sistema turistico

Il rapporto tra urbanistica e turismo

Storia lunga e difficile quella dei rapporti tra turismo ed urbanistica. Quasi sempre le relazioni tra pianificazione urbanistica e programmazione delle attività turistiche sono state indirette. Anzi spesso fra tali due attività è sembrata determinarsi una “conventio ad excludendum”.
Nella pianificazione urbana sono state privilegiate le domande relative alle identificazioni per i residenti, mentre nella programmazione del settore turistico ci si è limitati a regolare i bilanci “tra domanda e offerta”.
Non sono stati presi in considerazione, anzi sono stati giudicati quasi delle interferenze, i rapporti più complessivi con l’economia urbana, la crescita del reddito e il diverso consumo del tempo libero, da una parte, e quelli con gli spazi necessari per le attività ricettive, gli ambienti naturali e antropizzati (le risorse turistiche) e le modalità, dall’altra parte.
In tal modo, sia nel momento delle valutazioni strategiche che in quello delle scelte localizzative è stato difficile affrontare in forma congiunta la problematica del turismo urbano.
Ad una posizione residenziale attribuita al turismo – per la sua anomalia come settore produttivo e per la frammentazione delle esigenze tra beni urbani e servizi molto differenti – si è aggiunta la scarsa contrattualità degli operatori turistici nelle scelte urbanistiche, orientare a regolare i valori della rendita urbana.
Oggi questa condizione si sta, probabilmente, modificando.
La “trasversalità” del settore turistico sembra riconosciuta e la stessa pianificazione urbanistica assume con sempre maggiore frequenza, input più complessi legati anche alla “qualità” integrata dell’abitare.
Si sta andando però più oltre.
Un’analisi attenta dei comportamenti sociali evidenzia come il tempo libero sia diventato un momento intrinseco nella vita di relazione individuale e collettiva.
La città è considerata, sempre più spesso, il luogo dove si estrinsecano tali relazioni con valenze inedite: la conoscenza, l’incontro, l’approccio culturale, la reminiscenza storica, l’acquisizione della memoria delle tradizioni, lo svago – perché no? – i “passi perduti”.
Il viaggio per conoscere un luogo è divenuto parte della vita sociale e culturale per una consistente porzione delle società più evolute.
Abitanti e turisti costituiscono un mix nella fruizione della città che fa superare le tradizionali scansioni ma richiede, proprio per questo, attenzioni nuove a chi opera nell’urbanistica e nelle pratiche della pianificazione, da una parte, e a che ha lavorato sui temi del marketing e della promozione turistica, dall’altra.

Il nuovo P.R.G. Di Roma

In questo quadro il nuovo piano regolatore di Roma può essere considerato un punto di sperimentazione singolare e molto importante del rapporto tra urbanistica e turismo. Il senso di questo piano, infatti, sta nella ricerca di nuove qualità urbane per una capitale in via di sostanziale trasformazione e nell’apertura a nuove procedure e forme di intervento che facilitino l’individuazione delle diverse convenienze.
Il patrimonio di risorse storiche, culturali e ambientali del territorio romano si apre a inediti usi e valorizzazioni; i luoghi di fruizione si allargano fino a coinvolgere le attuali periferie attraverso l’individuazione di nuove centralità. Il tutto per una società più matura e articolata che, superando lo storico bisogno della “casa”, dovrebbe imparare ad usare la città, questa “sua” città per certi versi unica, per nuove sollecitazioni produttive e culturali.
Il valore, e il suo auspicio, di essere metropoli si esprime nella capacità di diventare permeabile allo scambio a scala internazionale con una presenza continuativa e/o reiterata di ospiti. Da questo punto di vista, l’incremento consistente degli attuali livelli di presenza turistica è solo un obiettivo parziale per Roma: ciò che conta è che la città,non perdendo la propria identità, diventi un luogo diffuso e accattivante per la fruizione del tempo libero per tali presenze turistiche. Ospitalità, servizi urbani, risorse storiche ed ambientali, le stesse infrastrutture produttive devono perciò essere rilette da diverse angolazioni; le decisioni in merito alle scelte devono derivare da una concertazione ampia di soggetti e, in tale concertazione, è essenziale la partecipazione degli operatori turistici.
Per fare ciò non esistono regole prestabilite,occorre però ricercare un metodo che faciliti l’integrazione fra interessi fino ad ora considerati l’uno indipendentemente dall’altro: occorre infatti far sì che le diverse convenienze possano essere esplicitate e le singole strategie di impresa o sociali possano manifestarsi e trovare adeguato raccordo su un tavolo di lavoro comune.

di Giuseppe Imbesi

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