Cent’anni con Amore

L’Italia è da sempre un paese di grande richiamo culturale , artistico e vacanziero. L’anno scorso, l’Italia ha attratto un gran numero di visitatori, tornando tra le mete più ambite del turismo mondiale.

Al di là dei benefici effettivi economici del momento è indiscutibile che all’affermazione planetaria dell’Immagine Italia abbiano contribuito motivi di attrazione ritrovati.

Se tra gli strumenti che da sempre hanno contribuito fortemente a tale diffusione un posto particolarmente importante spetta all’arte, è ora vero che la settima arte, il cinema, è attualmente un forte veicolo di desiderio.

A questo proposito, ha giocato un ruolo di primo piano la ripetuta affermazione ad Holliwood del cinema italiano, che nel corso degli anni ’90, è tornato alla ribalta planetaria grazie a numerosi riconoscimenti.

Agli oscar di Giuseppe Tornatore per “Nuovo Cinema Paradiso” e di Gabriele Salvatores per “Mediterraneo” si sono aggiunti quelli alla carriera di Sofia Loren e Federico Fellini ed infine, per Michelangelo Antonioni, a cui sarà assegnato in questa edizione 1995.

Questi autori, vecchi e nuovi, hanno fatto conoscere nel mondo l’identità italiana  meritando appieno il titolo di “Ambasciatori per il Paese”.

Si festeggia quest’anno il centenario del cinema . Un’occasione ghiotta per seguire le tracce che tanti films hanno disseminato lungo un percorso secolare, per rivedere gli sguardi del cinema sul mondo, magari sorridere dei sogni dell’uomo, rivivendo le utopie che lo hanno nutrito nel suo cammino millenario. Rassegne e retrospettive segnano dovunque un intenso clima di festeggiamenti per il cinema, che malvolentieri si presta agli intenti funerari  che qua e là si avanzano nei suoi confronti.

Retrospettive e rassegne servono a far conoscere alle nuove generazioni il cinema del passato che spesso rischia di essere dimenticato o addirittura di scomparire. Vastissime zone del pianeta , ma anche del nostro paese, infatti, sono totalmente sprovviste di sale cinematografiche; le poche esistenti propongono un limitatissimo numero di pellicole, le stesse in ogni parte del mondo che monopolizzano spettatori ed incassi. In definitiva, l’unico canale dove poter vedere i films restano i festival ed è significativo che ora ad essi si dedichi maggiore attenzione. Pensiamo al convegno di Torino, del novembre 1994, “i festival e la politica audio-visiva della Commissione Europea.

Già nel 1992 la Commissione Europea assegna un contributo (1.500.000.000 nel 1994) a festival cinematografici e televisivi, incontri e manifestazioni realizzati nei dodici paesi membri. Un’iniziativa importante, dal momento che l’80% delle pellicole distribuite sono americane e quindi il pubblico europeo è pressoché impossibilitato a vedere il cinema Europeo. La commissione affronta il problema promuovendo la conoscenza, la distribuzione e la circolazione del cinema europeo in Europa, per l’anno in corso hanno ottenuto il finanziamento gli italiani: festival del film di Bolzano – Giffoni film festival – Corto-Imola – Treviso Cartoon – festival cinema giovani di Torino.

Per il futuro, si potrebbe stimolare la collaborazione. Una delle principali finalità comuni da perseguire tra festival potrebbe essere la proposta tra cinematografie spesso ignorate  dal mercato, come le rispettiva produzione nazionale, quella indipendente dei paesi dell’Est e del terzo Mondo, Vetrine che per gli spettatori potrebbero rappresentare l’unica possibilità di sottrarsi alla colonizzazione di distribuzioni e reti televisive. La maggior parte dei festival infatti, ottiene un buon successo di pubblico testimoniando così la necessità di circuiti alternativi legati a cinematografie particolari. Ma ovviamente il principe del festival resta quello di Venezia, che assicura anche ricadute turistiche non solo per la città lagunare ma per tutta l’Italia.

L’ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia è stata la quarta diretta da Gillo Pontecorvo. Ne ha fatta di strada  la mostra in questi quattro anni….era sull’orlo del collasso e si ritrova adesso piena di film (180 nella scorsa edizione) e di salute,nonostante gli impedimenti burocratici, nonostante le strutture insufficienti, nonostante inviti di lavori sbandierati da anni, di riforme non rinviabili che vengono rinviate ancora. Servono sedi nuove, spazi e bugdet adeguati, meno film e una selezione maggiore, certo.  Eppure, nell’incertezza della situazione Pontecorvo resta il margine alla restaurazione mancata con l’iperattività e l’imprevedibilità che hanno caratterizzato il suo lavoro. Forse, l’appunto più genuino che gli si può rivolgere riguarda l’insensata esibizione di filmoni hollywoodiani destinati comunque a colonizzare il pubblico mondiale, perché voler concedere loro questa anteprima gratuita e di prestigio?

In compenso, il Leone d’Argento è stato assegnato a “il toro” dell’italiano Carlo Mazzacurati.

di Pietro Piemontese

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