Asse Turismo per lo Sviluppo del Sud

Il “Piano multiregionale” predisposto dal neocostituito Dipartimento

Coordinamento , indirizzo e logica  trasversale.

Le risorse aggiuntive nel quadro delle politiche comunitarie.

Turismo, ambiente, patrimonio culturale, sistema delle PMI: strategie unitarie e integrazione con le risorse locali.

Il Fondo nazionale per lo sviluppo del turismo e il superamento dell’intervento straordinario.

L’istituzione del Dipartimento del Turismo presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha consentito di avviare quella logica trasversale tra diverse linee di intervento che da tempo era apparsa come l’unica strategia di governo per un’area di attività economiche non riconducibili ad un solo settore.

Uno dei primi provvedimenti in cui si è espressa la nuova capacità di coordinamento e di indirizzo che – pur nel rispetto dei poteri regionali – deve essere assicurata dall’amministrazione  centrale, è stato il Piano multiregionale 94/99 che interessa l’area meridionale dell’Obiettivo I  delle politiche comunitarie e, proprio avvalendosi delle opportunità predisposte dalla CE, si è potuto definire un “Asse turismo” attraverso lo sviluppo delle potenzialità locali. Superando quindi le vecchie impostazioni dell’intervento straordinario e riconducendo le risorse aggiuntive al quadro delle politiche comunitarie , il Dipartimento turismo si è fatto promotore di una strategia unitaria di sostegno a favore del turismo del Mezzogiorno, che va ad integrare  (oltre che stimolare e coordinare) le azioni programmate dalla Regione  e dagli Enti locali, che restano i principali protagonisti della politica turistica del  territorio.

I principi ispiratori  del Piano comunitario di sostegno sono da ricercarsi nel principio di  sussidiarietà delle competenze primarie delle regioni; nella promozione di possibili interazioni tra turismo ed ambiente, tra turismo e  patrimonio culturale, tra turismo e sviluppo dell’occupazione, tra turismo e sistema delle PMI, nella coerenza con gli impegni derivanti dall’appartenenza all’U.E .  e dagli accordi internazionali: nell’integrazione dei diversi fondi, sia comunitari che nazionali.

Il turismo, com’è noto, è una componente essenziale del territorio e, come tale, influenza ed è influenzato dalle altre politiche settoriali.  Pertanto, il Piano approvato rispecchia la volontà di coloro che hanno inteso dare ad esso un carattere multiregionale, ad integrazione cioè degli interventi regionali  destinati al turismo. Ed è proprio  da questa convenzione che deriva la necessità di salvaguardare gli aspetti di omogeneità ed integrazione con gli altri comparti quali, in particolare, quelli dell’ambiente della comunicazione e dell’informazione.

Ciò consente di individuare, sostenere e programmare interventi di valorizzazione e recupero delle  attrattive del territorio nei suoi aspetti ambientale e culturali, sia statici che dinamici, laddove la presenza  di strutture ricettive e pararicettive possa ancora assorbire  nuova domanda al fine di ampliare la stagione turistica. Allo stesso modo, laddove esistono motivi di squilibrio  tra domanda ed offerta potranno essere previsti  interventi destinati alla promozione, commercializzazione e creazione di servizi. L’intervento pubblico è inteso quindi a sostenere lo sviluppo armonico ed equilibrato  del settore abbattendo gli oneri eccessivi a carico soprattutto dell’imprenditoria minore.

Le procedure di attuazione del programma, la cui durata è di sei anni (1944-1999), verranno avviate entro il corrente anno. Nel 1995 si darà avvio alle azioni di formazione, progettistica, assistenza tecnica  e monitoraggio mentre nel quadriennio  1996-1999 si darà avvio ed attuazione alle azioni.

Nel rispetto del principio di flessibilità verranno valutate in itinere le forme più appropriate per ottimizzare le risorse investite secondo criteri di efficienza, efficacia e produttività, in relazione agli scostamenti riscontrati nelle fasi monitoraggio rispetto agli obiettivi specifici prefissati.

Il costo ipotizzato del Piano è di 1044,9 Mecu alla cui copertura  si potrà provvedere con fondi di finanziamento pubblico e privato. Però poiché in Italia non opera alcuna legge di settore nazionale che destini risorse finanziarie al turismo (la Legge n. 217/83 non è stata rifinanziata né è stato approvato il Disegno di legge di riforma della stessa legge), il Piano si avvarrà  del regime di aiuto previsto dalla legge n. 237/93 – art.12 e 12 bis concorrenti, il primo, uno stanziamento di 18,6 Mecu  per CNIT (Centro nazionale di Informazioni Turistiche) e, il secondo, incentivi alle attività turistiche  secondo il disposto della legge n. 556/88. Tuttavia con il Decreto  legge n.219 del 31 marzo 1994 concernente il  riordino delle funzioni in materia di turismo, è stata prevista la costituzione del Fondo nazionale per lo sviluppo turistico con il fine di raccogliere risorse pubbliche e private destinate all’ammodernamento , alla razionalizzazione ed allo sviluppo dell’offerta turistica italiana.

Si prevede che con la prossima legge finanziaria il fondo possa essere dotato di adeguata provvista finanziaria : è in tale direzione, infatti, che sta operando il Capo del Dipartimento del turismo, Stefano Torda. Indubbiamente la nuova struttura della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nata dalle ceneri del soppresso Ministero, mostra di potersi muovere con maggiore agilità e snellezza, maggiore  incisività e determinazione in sintonia con le aspettative e le attese degli operatori del comparto turistico.

D’altronde a seguito dell’abolizione della legge sull’intervento straordinario del Mezzogiorno le previsioni a suo tempo ipotizzate a favore del turismo non sono state riproposte  dalla legge n.488/92. E’ necessario quindi far ricorso alla disciplina della legge n. 183/87 con una previsione  del relativo fabbisogno di 73 Mecu.

Altre disponibilità attengono ad Enti istituiti con la legge n. 64 quali INSUD  e IASM  per una disponibilità finanziaria rispettivamente di 25 Mecu e 16 Mecu. In tale quadro si inserisce  anche il progetto denominato “Infoturismo” in corso di elaborazione  da parte del TURMEZ  in collaborazione con lo IASM  di cui si delinea una scheda in altra pagina  della rivista. Inoltre, occorrerà attivare la disponibilità  di cui alle leggi n. 44/86, n. 317/1, n. 845/78.

Oggi, l’evoluzione dell’economia nazionale, le previsioni di sviluppo  del turismo da qui al 1999, il nuovo quadro di riferimento comunitario derivante dagli accordi di Maastricht, hanno determinato un nuovo diverso approccio alla programmazione degli interventi pubblici nelle otto regioni del l’OB I ed alle modalità di utilizzo dei fondi strutturali. Anche l’OCSE, nel suo tradizionale e puntuale rapporto dedicato ai vari paesi, per la prima volta considera “a parte” i problemi del Mezzogiorno nel capitolo “Opzioni strategiche per il futuro” dove si rileva, fra l’altro, l’opportunità di correlare le politiche  interregionali, le quali implicano collaborazioni tra poteri locali e centrali.

Ci si è resi finalmente conto che è giunto il momento di spostare l’asse degli aiuti  dall’industria alla produzione dei servizi, in particolare nel settore turistico.

E’ noto che le regioni meridionali (comprese  le isole) possiedono un immenso patrimonio  di risorse in grado di sviluppare  i più diversificati segmenti di offerta: dal turismo culturale a quello termale; dal turismo montano a quello balneare; dal turismo rurale a quello natruralistico ed enogastronomico.

Allora, quali sono gli strumenti ovvero le azioni che l’Europa mette a disposizione del Mezzogiorno? La risposta a questo interrogativo è riassunta nei quattro gruppi di proposte  operative: il primo gruppo di interventi risponde all’obbiettivo di assicurare  allo sviluppo del turismo le compatibilità con il sistema dell’ambiente, dei beni culturali del mondo rurale e dei territori più fragili;  il secondo gruppo di interventi risponde all’esigenza di una migliore  distribuzione sul  territorio  costiero della domanda di turismo nautico, nel rispetto dell’ambiente marino; il terzo gruppo di interventi risponde alla necessità di offrire all’imprenditoria  turistica (con particolare riferimento  alle PMI) nuove opportunità e nuove occasioni di riqualificazione delle strutture e dei  servizi offerti ampliando quote di mercato e creando nuova occupazione ; il quarto gruppo di interventi mira a creare le condizioni  necessarie alla crescita delle proposte operative illustrate in quanto rivolto alla preparazione e formazione professionale  delle forze lavoro impegnate nella progettazione ed esecuzione della attività del  Piano.

di Roberto Mari

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