Ambiente Salute e Cultura come Motivazione del Viaggio

La psicologia del turismo come scienza e come strumento per conoscere il mercato della vacanza e le dinamiche della mobilità. Pubblicato gli atti del Convegno di San Gemini.

Il primo convegno di Psicologia del Turismo fu tenuto a San Pellegrino Terme nel 1985, l’ultimo a Ravello nell’ottobre del 1995; un segno eloquente che in dieci anni di studi teorici e di ricerche empiriche, la Psicologia del Turismo ha ormai consolidato la sua tradizione scientifica.

Il volume: Ambiente Salute Cultura Nuove questioni di Psicologia del Turismo recentemente pubblicato dalle “Edizioni Kappa” raccoglie gli atti dell’omonimo Convegno svoltosi a San Gemini (Terni), in Umbria, dal 7 al 9 giugno 1993, che è stato il terzo dei meeting scientifici interdisciplinari organizzati sotto la regia di Marcello  Cesa Bianchi, ordinario di Psicologia Generale, e di Giacomo Corna Pellegrini, ordinario di Geografia, entrambi insegnanti presso l’Università Statale di Milano.

Ma che c’entra la psicologia con la geografia?. La risposta è data dalla considerazione che la base scientifica è una disciplina  di cerniera:  la psicologia dell’ambiente, che studiala percezione dei luoghi e degli spazi da parte degli utenti non specialisti (pendolari, turisti, emigrati, amministratori pubblici, ecc.).  Nel cervello dell’uomo si creano , infatti, delle “carte mentali” rappresentazioni interne della realtà esterna, immagine soggettive dei luoghi, enciclopedie dell’immaginario e rassegne critiche che condizionano le scelte della mobilità territoriale di ciascuno. Sicché un monumento può essere un luogo di incontro per gli immigrati, un’attrattiva per i turisti, un riferimento temporale per il pendolare che deve arrivare in orario  in ufficio: dipende dal ruolo che il monumento gioca nella “carta mentale”, nella particolare rappresentazione topografica dei molteplici soggetti che lo spazio in funzione di obiettivi più o meno razionali, utilitaristici o emotivi.

Del resto, lo stesso vocabolo “turismo” deriva dal lemma tour, che richiama quel peculiare apprendistato psicologico e culturale che veniva vissuto nel corso di un’esperienza  geografica  e ambientale, il Grand Tour.

Vi è dunque una stretta connessione – non sufficientemente indagata – tra la  psicologia ambientale e la pratica del turismo, anche se non mancano in Italia interessanti ricerche ed esperienze. Sin dalla metà degli anni ’80, Felice Perussia, che attualmente insegna psicologia generale presso l’Istituto Statale di Torino, ha applicato  al turismo i metodi della psicologia ambientale, sviluppando gli approcci degli studiosi americani con cui ha lungamente lavorato. Perussia ci ha spiegato perché una medesima risorsa  naturale, la riva del mare ad esempio, può essere utilizzata con motivazioni diverse  da utenti apparentemente simili (i turisti balneari), proprio perché la “capacità di carico” degli ambienti ricreativi non è mai definita in modo oggettivo, ma secondo una valutazione ottimale, secondo la dinamica della spinta e dall’attrattiva del luogo (pull/push); la folla è repulsiva per alcuni e coinvolgente per altri.

Dalla psicologia ambientale alla psicologia sociale, Guglielmo Gulotta, ordinario di Psicologia Sociale a Cagliari, ha studiato la interazione ospite/visitatore nei villaggi  vacanze che porta a considerare il turista come possibile, ingenua “vittima” da parte di alcuni outsider della comunità locale.

Ora, il volume, curato da Cinanni, Virdi e Fumai è piuttosto disuguale, poiché vi sono alcuni interessanti contributi scritti a seguito di una attenta lettura  degli studi internazionali con altri molto sofisticati sul piano statistico, insieme ad articoli brevi che annunciano ricerche in corso,  mentre altri interventi non sono  per nulla connessi al turismo. Così, troviamo una ricerca  innovativa su “Roma immaginata e Roma vissuta nelle rappresentazioni sociali dei turisti di sei nazionalità, che evidenzia come i tedeschi (cui dobbiamo la buona parte del nostro incoming turistico!) siano tra i visitatori che valutano negativamente – più di tutti gli altri – le disfunzioni della metropoli, pur restando positivo i l loro giudizio sulla città storico/monumentale.

Ma troviamo anche un articolo sull’Esperienza nel quartiere di residenza nella rappresentazione degli abitanti: il caso di tre quartieri di Roma, che non ha nulla a che vedere con le questioni turistiche, trattando problemi strettamente psicologici connessi con la sociologia urbana.

Ma, a parte queste incongruenze, il volume si caratterizza per un’apertura all’approccio interdisciplinare nello studio del turismo, che rappresenta un fatto  di grande utilità per tutti gli operatori del settore (pensiamo alla superficialità di molte delle azioni di MKTG, che non tengono adeguatamente conto di tutte le interazioni che agiscono sulla domanda!) , oltre che di grande importanza da un punto di vista scientifico e culturale, anche per gli apporti forniti alla sociologia e all’antropologia. Come si può rilevare dall’analisi degli impatti socioculturali del turismo sulla popolazione di recezione, che sono ampliamente trattati nel saggio “Ricerca esplorativa sugli atteggiamenti di una popolazione insulare verso il fenomeno turistico”. Tutto ciò in sintonia  con la concreta esigenza  di favorire l’approccio di comunità, il protagonismo delle popolazioni locali nel guidare il loro sviluppo e rilanciare le funzioni urbane secondo le proprie specifiche esigenze.

Ma perché la Psicologia del turismo n on è una  disciplina saldamente inserita nei Diploma Universitari di Economia e Gestione dei Servizi Turistici? Questo volume dà una risposta al quesito: gli esperti non legano quasi mai le loro ricerche al mercato e alle decisioni imprenditoriali che gli operatori turistici – pubblici e privati – prendono quotidianamente nelle loro attività. Di qui l’assenza di una mediazione tra teoria e pratica..

Quindi questo gap sarà colmato e sarà chiara l’importanza delle scienze sociali, tra cui la psicologia, per la formazione economica degli operatori,  tale disciplina avrà un ruolo più definito proprio perché riconosciuta come un utile strumento per migliorare i processi decisionali, anche ai fini dell’efficacia imprenditoriale.

Sulla costiera amalfitana

UNA FINSESTRA MORESCA SUI FURORI DEL MARE

Sotto l’”insegna” di “Itinerari Slow”  (viaggi di piacere tra arte e vino, natura e gastronomia, in auto, in bicicletta o a piedi ) si presenta, in gustosa veste tipografica, un’anomala guida della Costiera Amalfitana definita nel titolo “Una finestra moresca sul mare” (Arcigola Slow Food Editore, Bra-Cuneo).

L’originalità della guida sta nella capacità di trasmettere, insieme a notizie di carattere storico e ambientale, sensazioni e sentimenti che inducono al viaggio e che ci accompagnano nel corso della visita, facendoci scoprire nuovi motivi di fascino in uno degli itinerari più belli e più noti del mondo.

Notizie pratiche, consigli gastronomici, segnalazioni di prodotti locali e di artigianato completano la validità di questo volumetto che fa parte di una collana di analoghe pubblicazioni destinate a varie località turistiche del nostro Paese, con il proposito – come afferma l’editore – di “restituire al sano piacere materiale, dignità e diritti”. E a tale scopo vuole salvaguardare il patrimonio della cultura gastronomica e le sane tradizioni della nostra cucina.

Accanto a questa guida, l’opuscolo di Pasquale Ferraioli: “Furore, l’altra faccia della Costiera “ ,integra la nostra conoscenza di questo lembo di terra facendoci scoprire – o riscoprire – Furore il paese   che non c’è perché, più che un centro abitato inteso in senso tradizionale, consiste in un conglomerato di case aggrappate ai fianchi dei Monti Lattari, intorno ad una spaccatura della montagna, che è un vero e proprio Fiordo, un tempo rifugio di pescatori e asilo delle incursioni saracene.

Furore (Terra Furoris, a causa della furia del mare nei giorni di tempesta) è perciò il paese che non c’è, che offre,  però, ai suoi scopritori la ricchezza delle vigne, dei frutti, dell’olio e la bellezza dei suoi panorami mozzafiato.

Ed è ispirandosi ai colori splendenti di questa natura che pittori e scultori hanno fatto di Furore anche un Paese dipinto, illustrando sulle mura delle sue case soggetti e storie ispirati alle tradizioni locali.

Nel corso della Mostra dell’editoria turistica a Todi

UN LIBRO PER IL TURISMO 1995

L’ottava  edizione della manifestazione Un libro per il Turismo , organizzata dalla Federazione Europea della Stampa Turistica (FEST), con la collaborazione del Comune di Todi si è conclusa con la proclamazione di “Storia della Villeggiatura” di Maria Clelia Cardona, (ed.  Abete), opera vincitrice del premio.

Il volume ripercorre la storia della vacanza dell’epoca romana ai nostri giorni, con approfondimenti di carattere sociologico assai utili per comprendere le connessioni tra società ed evoluzione del fenomeno turistico. La storia della villeggiatura diventa così la storia del gusto, della moda e delle abitudini dell’uomo, colti attraverso i mutamenti delle motivazioni psicologiche nel corso delle varie epoche, dai Romani ai nostri giorni.

Un panorama assai interessante, quindi, arricchito con numerosi riferimenti letterari di poeti e scrittori significativi delle diverse epoche, mentre, nelle illustrazioni, non mancano richiami alle strutture  (ville, castelli, casolari, terme) dove il rito della vacanza veniva accompagnato da feste, svaghi, giuochi e da tutto ciò che si riassume nel termine “villeggiatura”.

I premi e le numerose segnalazioni che si sono rese necessarie per dare giusto riconoscimento alle opere meritevoli nelle varie sezioni, hanno fatto corona a tre tavole rotonde, tra le quali merita particolare menzione quella sul tema “Il turismo della Perestrojka: Est-Ovest, a confronto”, che ha dato modo di fare il punto sullo sviluppo turistico dei Paesi dell’Est europeo e delle prospettive per il futuro.

La seconda tavola rotonda ha trattato il tema del turismo enogastronomico e la terza ha dibattuto i problemi relativi a “La comunicazione nel turismo: informazione e disinformazione”.

La manifestazione abbinata alla Mostra dell’Editoria Turistica, ha trovato, come per il passato, in Todi la cornice ideale, anche per l’impegno profuso dall’Amministrazione Comunale che è intenzionata a confermare il suo appoggio per le prossime edizioni. E’ stata anzi prospettata la possibilità di istituire, a Todi, un vero e proprio Osservatorio dell’Editoria Turistica, che costituirebbe un utile strumento di consultazione e di attenzione ad un settore che va  assumendo – nelle sue molteplici diversificazioni – sempre maggiore dignità scientifica, oltre che rilevanza e valenza culturale.

Basti pensare che la selezione del Premio europeo per  il “Libro del Turismo 1995” ha interessato circa mille volumi giunti da tutti i Paesi di Europa, riuniti in quattro sezioni: tecnico-scientifica, storico-letteraria e saggistica, artistica e paesaggistica, informativa (guide, manuali, ecc.).

Di Clarice Cartier

< Gli Articoli di Azienda Turismo