A Tavola per Stare Insieme

Dalla sala ristorante al “cenacolo

L’accoglienza dei pellegrini in Italia e a Roma, durante il Grande Giubileo del 2000 è una occasione irripetibile per riflettere sulla qualità dell’accoglienza anche sotto il profilo sociale e del rapporto empatico che si deve instaurare tra l’ospite e la comunità che lo ospita.

Un valore, quello dello scambio comunicativo che non riguarda – ovviamente – solo l’accoglienza religiosa, ma caratterizza sempre di più le nuove modalità dell’agire turistico che tendono a sottrarsi alle forme di esperienza “separata” dal contesto sociale e antropico e si basano sul rapporto interattivo con la comunità che accoglie il visitatore. Per questo motivo vorremmo  segnalare la pubblicazione “Coenaculum” edita dal CITS (Centro Italiano Turismo Sociale) sulla “qualità nei servizi di ristorazione delle Case per ferie”, curato dal sociologo Nicolò Costa e da Maurizio Ferrante, medico esperto in problemi di sicurezza, di cui riteniamo utile riportare alcuni stralci della prefazione di Monsignor Carlo Mazza, Direttore dell’Ufficio CEI per la Pastorale del Turismo, proprio perché gli stimoli offerti vanno al di là di una lettura esclusivamente religiosa ma interessano –  o dovrebbero interessare – tutti gli operatori turistici.

La qualità della ristorazione acquista un  significato più pieno e completo se connessa alla “comunicazione simbolica” , ispirata dalla lunga tradizione della Chiesa, Sembrerà strano, ma è attraverso il cibo che sovente vengono scambiati messaggi spirituali, radicati nella memoria storica dell’accoglienza religiosa, e oggi rinverditi dall’impegno di promuovere l’ospitalità da parte dell’associazionismo cristiano.

Pertanto, molto opportunamente, gli autori hanno “acquisito” in questo manuale gli estratti di due Note pastorali della CEI per sottolineare la peculiare identità degli ospiti, che sono pellegrini e turisti religiosi, e per allargare la riflessione al senso attuale della “tavola conviviale” ispirata dai valori cristiani.

Come il manuale documenta,  la “qualità totale” delle Case per ferie non può prescindere dalla “qualità spirituale”, integrando le specializzazioni tecniche in un contesto più ampio finalizzato a promuovere specifiche dinamiche relazionali e sociali. Pertanto, si apprezza lo sforzo di articolare i principi generali con consigli pratici su “come si fa” e, quando è possibile, con l’indicazione di strumenti operativi.

Il manuale insiste molto sulla qualità relazionale e sociale. In tal modo, cerca di rendere operativa la deontologia del servizio nel turismo religioso, caratterizzato dai seguenti valori dinamici:

  • Comprensione. Comprendere vuol dire capire l’altro, così com’è nella sua identità, nella sua apparenza, nei suoi modi di esprimersi, sapendo che l’esterno sovente vela  l’interno, come svela il mistero dell’interiorità. Questa attitudine alla comprensione invita a liberare il proprio sguardo giudicante per porsi in apertura cordiale verso tutti. E’ in fondo un  accogliere attivo e sollecito, un stare discreto vicino all’altro che non si conosce, ma che è un valore di per sé.
  • Cortesia. La bontà dello spirito, la disponibilità educata si esprime nella cortesia che “crea dello spazio libero attorno all’altro, lo difende da una vicinanza incombente, gli consente l’aria sua propria”(R. Guardini). L’incontro tra persone produce sempre un contatto: questo si esprime nel garbo, nell’accostamento riservato e dignitoso. Perciò la cortesia modella gli istinti, le aggressività, le ruvidezze e dunque plasma l’umano grezzo che è in ognuno per ottenere un comportamento fine nel tratto e nella parola, discreto e attento, non curioso e invadente. Occorre essere  vigilanti verso il rischio del formalismo, della bella facciata, della civetteria e di tutto ciò che non è autentico.
  • Civiltà. Questa virtù sociale risponde ad un’attitudine che riassume una cultura civile, un’educazione che ha omologato i valori della cittadinanza, del convivere tra persone “civili”, tra soggetti che sono cresciuti coni significati socio-politici della convivenza umana, attraverso l’esercizio dei diritti-doveri propri di persone emancipate dalla servitù, che vivono in una dimensione umana della città fondata sulla libertà, la giustizia, il rispetto reciproco. Un comportamento civile educa gli altri ad assumere atteggiamenti reciproci.

Con il Grande Giubileo del 2000, quando la “ricettività” della Casa per ferie sarà sottoposta alla pressione dei rilevanti flussi di ospiti, il binario ristorazione-accoglienza si farà più impegnativo e stringente. Vi è una tradizione a cui far riferimento e sulla quale innestare  le soluzioni proposte dalla ricerca economica e sociale, nonché dalle moderne tecniche igienico-sanitarie della scienza medica.

di Luca Baldassarre

< Gli Articoli di Azienda Turismo