Suggerimenti e strumenti commerciali per i piccoli e medi tour operator

Quando si parla di marketing troppo spesso lo si confonde con la pubblicità, la promozione, l’incentivazione del prodotto.
Al termine di un processo che sondi la qualità e la percezione che il consumatore ha avuto di un prodotto, si può verificare se l’azienda è riuscita a dare un’immagine adeguata dello stesso, e quindi se anche la promozione, la distribuzione, il posizionamento effettuati sono risultati remunerativi.

Tendenze della domanda turistica
Esse soni rilevabili dalla combinazione di due ricerche Trademark, di cui una sponsorizzata da Club Med, l’anno scorso riguardante “I nuovi italiani in vacanza”, e l’altra, quella di quest’anno presentata alla Bit, sponsorizzata da Alpitour.

Seguendo i trend attuali riscontriamo che l’alto target del turista odierno non è altro che il personaggio degli anni ’70, che oggi pretende il cellulare ed il fax in camera, quindi è facile dedurre che i trend che nascono oggi ce li ritroviamo fra più di 10 anni.
Dalla ricerca Trademark risulta che l’aspirazione degli italiani è quella di fare più vacanza.
Il turismo è diventato sempre più stabilmente una presenza massiccia all’interno della struttura dei nostri consumi e il consumo turistico è intenso come bene primario non più come sostitutivo di un bene durevole: infatti quasi il 50% degli italiani dichiara che preferirebbe rinunciare all’acquisto di un bene durevole piuttosto che alla vacanza.
C’è maggior conoscenza e consapevolezza di quello che è un prodotto turistico, di quello che un turista vuole, di quello che si pretende dagli albergatori, dall’intermediazione.
Si registra altresì la tendenza a spendere bene, volue for money, ossia avere la sicurezza di poter acquistare un prodotto che valga quel valore.
Un’altra tendenza, che dall’anno scorso è diventata più forte, concerne l’appiattimento della curva di domanda, che ha determinato un abbassamento del picco di agosto verso luglio e fine agosto.
In Italia non esiste nessuna politica di scaglionamento delle vacanze, che permetterebbe ai consumatori di beneficiare di tariffe non esorbitanti, e agli operatori turistici di aumentare i tassi di occupazione potendo contare sua una stagionalità più ampia.
Quindi da una parte c’è la tendenza ad apprezzare la qualità e a spendere meglio e dall’altra a ridurre ,la concentrazione nel mese di agosto.

Sempre in base alla ricerca Trademark, risulta che più del 50% degli italiani prenota a un mese dalla partenza o non prenota affatto, determinando lo sconforto generale degli operatori turistici che devono formulare una programmazione.
Per la scelta del periodo della vacanza: il 31% preferisce il mese di agosto, il 20% predilige altri mesi ad esclusione di agosto, il 50% vorrebbe non fare vacanze in agosto perché c’è una scarsità di qualità nel servizio erogato.
Quindi si arguisce una tendenza ad acquistare la bassa stagione per le seguenti motivazioni:
• per massimizzare le capacità reddituali;
• per comprare un prodotto di qualità ad un prezzo inferiore;
• per la tendenza che porta a smitizzare gli obblighi sociali:
• per la tendenza a frammentare i periodi di vacanza;
• per evitare gli eccessi di confusione.

Continua, invece, una forte tendenza verso l’esterofilia; i viaggi organizzati si dirigono sempre più verso l’estero.
Una tendenza positiva che emerge dalla ricerca Trademark riguarda la maggior fiducia nell’utilizzo dell’intermediazione.

Per quel che concerne la telematica c’è una tendenza ad utilizzare dei totem interattivi che possono:
• fornire informazioni, in tempo reale, sulla disponibilità all’interno dei villaggi;
• che permettano di pagare con carte di credito:
• che permettano di regolare la propria prenotazione, ecc.

In realtà, in Italia questo è difficile da attuare sia perché la telematica funziona male, sia perché
all’interno del mondo della distribuzione sarebbe interpretato come uno scavalcamento del ruolo dell’agente di viaggio.

Moltiplicazione dei segmenti
Non esiste una sola domanda, ma una molteplicità di domande e una specializzazione che viene richiesta per ogni tipologia di segmento.
Nella scelta di un viaggio abbiamo due variabili: una dipendente e una indipendente. Noi possiamo catalogarle o indicare noi quella che più influisce nel processo decisorio, poiché per un golfista un posto varrà l’altro purché esista un campo da golf. In questo caso, quindi, la variabile indipendente è lo sport, seguirà la variabile prezzo, bellezza del paesaggio, interesse culturale che probabilmente saranno apprezzati in misura maggiore dal suo accompagnatore.
Bisogna effettuare una ricerca non solo della novità, ma della soddisfazione dei nuovi target.
L’attenzione della domanda va posta nella ricerca di congiunzione, di interessi comuni da parte di aziende, anche di differenti settori, per andare incontro alle esigenze particolari di ogni segmento della domanda.

di Pierluigi Taliento

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