Se oggi, finalmente, almeno per quanto riguarda il Comune di Roma, possiamo ragionare in termini di “certezze”, è senz’altro merito di una manovra urbanistica che ha sancito la fine di un modello fondato sull’espansione edilizia e sul consumo del suolo. Il fatto che circa i due terzi del territorio del Comune di Roma siano definitivamente destinati a verde è, da un lato, il prodotto di un diverso modo di ragionare e, dall’altro, il presupposto per modificare l’atteggiamento di quanti, in passato, avevano contato sulla possibilità di trasformare la propria area agricola in terreno edificabile.
Nuovo ruolo degli enti locali
Naturalmente, tutto ciò ha comportato anche all’interno della stessa compagine amministrativa, un profondo ripensamento ed una serie riflessione sul nuovo ruolo che gli Enti Locali sono chiamati a svolgere in materia di beni ambientali. Sostanzialmente si è passati da un’idea di conservazione ad un’idea di salvaguardia e di tutela del patrimonio ambientale, basata sull’analisi del territorio e sulla necessità di diversificare l’approccio al verde, che non è tutto uguale ma che, dalle ville storiche ai parchi, presenta esigenze di volta in volta diverse, richiedendo interventi di elevata specificità.
Pertanto, avendo scelto di informare la progettualità alla fruizione, piuttosto che alla semplice conservazione, uno dei compiti dell’Ente Locale è certamente quello di favorire ed incentivare la possibilità di fare impresa. In altri termini, si tratta di cominciare a considerare gli interventi sui parchi come una reale opportunità per promuovere sviluppo ed occupazione, e non soltanto un’occasione per distribuire a pioggia finanziamenti e sovvenzioni.
Sotto questo profilo,un valido esempio è rappresentato dalle recenti esperienze avviate a Roma, realizzate in alcuni parchi archeologici, all’interno dei quali, infatti, è stata affidata, ad associazioni o cooperative giovanili, la creazione di percorsi culturali in grado di proporre un nuovo tipo di conoscenza di questi luoghi, incrementandone la fruibilità.
I risultati ottenuti, in termini di gradimento da parte del pubblico, di turisti ma anche di residenti, sono stati tali da incoraggiare l’estensione dei progetti analoghi anche ad aree diverse da quelle archeologiche e monumentali.
Queste esperienze fanno riferimento a quanto già avviene nel nostro Paese per i Parchi Letterari, cioè enti appositamente istituiti, benché ancora limitati soltanto ad una decina, per la promozione turistica di quei luoghi in cui l’interesse paesaggistico si coniuga ad una particolare valenza storico-letteraria; la città di Roma ha senza dubbio le carte in regola per candidarsi ad ospitare esperienze similari; con questo obiettivo l’Amministrazione Comunale ha destinato l’area dei Fori Imperiali alla sperimentazione di un’iniziativa che, l’estate scorsa, ha consentito a migliaia di spettatori, di godere di una serie di eventi letterari estremamente suggestivi,grazie alla splendida, esclusiva cornice in cui si svolgevano, dimostrando come la diversificazione dell’offerta permetta di conquistare ulteriori bacini di utenza.
Ritengo, pertanto, che sia ormai giunto il momento di uscire dalla fase sperimentale per passare alla fase concreta della costruzione di percorsi definitivi, vale adire che, per il prossimo futuro, l’impegno dovrà essere volto a rendere permanenti quelli che oggi sono solo esperimenti a carattere temporaneo, anche per offrire una prospettiva di continuità e di certezza a chi, in questo settore, intende fare impresa.
Del resto, queste stesse considerazioni valgono anche per la vastissima area agricola del Comune di Rima, per la quale occorre stabilire regole certe, in grado di incoraggiare le iniziative di tipo imprenditoriale. So garantendo la certezza che il verde agricolo della città non vedrà mutare la propria destinazione, è possibile attirare le risorse necessarie a creare le strutture di accoglienza per lo sviluppo dell’offerta di quel turismo, cosiddetto alternativo, che gravita attorno ai beni ambientali.
Spetta, dunque, all’Amministrazione Comunale definire le norme di riferimento utili agli operatori per fare le proprie scelte in un quadro di certezze.
Non bisogna sottovalutare, inoltre, che la campagna romana offre numerose opportunità imprenditoriali sia in campo turistico che socio.- sanitario, l’attività orticolturale, per esempio, può rispondere sia ad esigenze di riqualificazione ambientale che di svago, quando non anche di terapia, per alcune particolari categorie di cittadini.
Infine, a coronamento della nuova cultura ambientale che si va ormai affermando, è quanto mai opportuno intensificare e rafforzare la collaborazione con gli altri Enti Locali e con le diverse Associazioni di categoria, in modo da ripartire e coordinare il momento della programmazione, che deve restare di competenza pubblica, al contrario della fase concreta della gestione, che può essere affidata ai privati.
di Dario Esposito
Consigliere Comunale di Roma
Capogruppo dei Verdi