Mai come negli ultimi decenni il turismo è diventata un’attività che si nutre di immagini e di immaginari.
Viviamo in una società fortemente mediatizzata, che produce un’enorme quantità di immagini finalizzate alla conoscenza e al consumo di luoghi e persone, che diventano patrimonio condiviso delle varie “comunità” turistiche e si trasformano via via in una sorta di icone.
Partendo da approcci disciplinari diversi ma convergenti, come quello dell’antropologia culturale e della geografia, Marco Aime e Davide Papotti, basandosi su un percorso teorico supportato dall’analisi di casi esemplari, mettono in luce alcuni dei meccanismi che portano alla costruzione degli immaginari relativi a luoghi, spazi, eventi e dimensioni di vita esotiche.
Immagini e immaginari che condizionano fin da prima della partenza ogni forma di incontro con la diversità, sia essa di carattere naturalistico-ambientale, sia invece di tipo etnico-culturale, e che determinano il nostro rapporto con l’altro e con l’altrove, perpetuandosi e riproducendosi in una sorta di circolo autoreferenziale.
Indice
I. Le immagini del turismo
Lo spazio turistico come immagine immediatamente accessibile
L’immagine pre-esiste all’esperienza reale del luogo
L’immagine turistica all’interno delle pratiche di marketing territoriale
I processi eli formazione eli un’immagine turistica
Le distanze «liquide» del mondo turistico
La multiscalarità dell’immagine turistica
Una parte per il tutto: la selezione della complessità territoriale nell’iconografia turistica
Processi di formazione dell’immaginario geografico nel turismo
Le immagini della natura
L’altrove come spazio mitico dell’ignoto: fra «scoperta» e «invenzione» del luogo turistico
L’ “omino” contemplante di Luigi Ghirri come metafora del turismo
La natura come «altrove»
L’altrove naturale come altrove temporale
L’immaginario turistico come ritorno alla natura
Fra archetipi della natura e incarnazioni geograficamente localizzate
La top ten delle immagini paesaggistiche d eli’ altrove
Mondo naturale e immagine turistica globale
Il dominio dello sguardo occidentale nel mondo turistico
Il differenziale ambientale
Le immagini del passato
Il catalogo del passato
Passato storico e passato turistico
Passato indistinto, passato specifico: per una top ten della storicità
Le immagini «nuove»
L’effetto cumulativo: la presenza di altri turisti come fattore di attrazione
L’«arguzia» del paesaggio turistico
L’incontro con «l’altro»
L’altro e l’altrove in movimento
II. Modalità di produzione e circolazione dell’immagine turistica
La guida turistica a stampa: processi di selezione del territorio
Lo spazio creato dalla guida turistica: un itinerario di punti di rilievo intervallato da pause percettive
La guida turistica a stampa: cosa (e come) guardare
La guida turistica a stampa come elemento «turistogeno»
Stereotipi e cliché nelle guide turistiche a stampa
L’incarnarsi della selezione territoriale: la guida turistica come professione
Il turista come produttore di immagini
Al ritorno. L’addomesticamento dell’altro
III. I luoghi dell’altro e dell’altrove
I molti volti delle Alpi
Il nuovo volto delle Alpi: la base della moderna immagine turistica
La montagna turistica come luogo sano e rigenerante
L’immagine contemporanea della montagna turistica: dalla salute al salutismo
L’ «invenzione» dei luoghi turistici montani
La «costruzione» delle località montane
Alla ricerca di una tradizione «al tra»
Turismo, tradizioni, continuità identitaria: paradossi e frizioni
Il turismo fluviale
Il concetto di «valle culturale» e le tipologie turistiche fluviali
La parcellizzazione dell’immagine turistica del fiume Po come fattore penalizzante
L’immagine turistica del fiume Po: un caso di «insuccesso»?
Capire Timbuctu
L’ artificializzazione dello spazio turistico: la creazione di un altrove del consumo
IV. Declinazioni dell’altro
Questioni di nostalgia
Funerali per turisti
Lo specchio dei dogon: etnografia di ritorno
Cataloghi turistici e racconti di viaggio: l’immagine dei dogon
Danze a pagamento
Da Griaule al turista
Altri e selvaggi
L’altro come amico, l’altro da aiutare
Conclusioni
Riferimenti bibliografici
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