L’Organizzazione dell’Ospitalità

Identità locale e qualità dell’accoglienza

Una tra le più significative innovazioni introdotte dalla Riforma della legislazione turistica è senza dubbio quella relativa alla creazione dei Sistemi Turistici Locali (STL).Prende forma , in tal modo, una nuova concezione del turismo, che finalmente sposta l’attenzione da singolo fattore al sistema, individuando nella città e nel territorio la sintesi più dinamica tra domanda e offerta. La capacità competitiva del turismo italiano trova il suo vero fulcro nella qualità e nell’ efficienza dei sistemi territoriali e nel loro orientamento alla funzione ospitale. Ciò che la differenzia in una moderna concezione del turismo è, infatti, rappresentato dall ’identità e dall’ efficienza della rete di infrastrutture  territoriali e dei servizi –dai trasporti, alla sicurezza, all’ integrale fruibilità delle risorse – in altre parole da tutto ciò che determina la qualità della vita e delle relazioni di un luogo.

Questa prospettiva ci porta alla concezione di distretto industriale che pure ha sicuramente ispirato la formulazione legislativa del STL. Nei distretti industriali si producono beni che, vengono consumati  altrove, mentre nel Sistema Turistico Locale, invece luogo di produzione e di consumo coincidono nel tempo e nello spazio. E’ evidente che ciò determina la differenza di quello straordinario “made in Italy” che è il turismo rispetto ad altri comparti produttivi. I fattori  territoriali e l’identità di un luogo sono, quindi, fondamentali perché le imprese possano crescere e svilupparsi e, soprattutto, perché i consumatori possano soddisfare le loro esigenze e i loro bisogni.

E’ in questa direzione che occorre concentrare, nei prossimi anni, gli sforzi modificando in primo luogo i presupposti  culturali e politici con cui affrontare il tema: programmare lo sviluppo turistico del nostro paese significa orientare alla funzione ospitale le scelte complessive di governo del territorio, sia a livello nazionale che locale, senza perdere di vista la specificità del settore.

La responsabilità dei Comuni

Gli enti locali assumono un ruolo di primo piano nelle politiche turistiche. L’art.2 della legge al comma 1 afferma che lo Stato e le regioni riconoscono, sulla base del principio di sussidiarietà……,il ruolo dei comuni e delle province nei corrispondenti ambiti territoriali con particolare riguardo all’ attuazione delle politiche intersettoriali ed infrastrutturali necessarie alla qualificazione dell’offerta turistica….I STL nascono dunque per iniziativa autonoma degli enti locali territoriali e delle imprese.

E’ opportuno evidenziare la radicale differenza rispetto alla Legge 217/1986 in cui era previsto (art.4) che le regioni individuassero, con propri leggi, gli ambiti turisticamente rilevanti, provvedendo alla costituzione delle Aziende di Promozione Turistica (APT) quali organismi tecnico-operativi e strumenti muniti di autonomia amministrativa e di gestione (non è un caso che le regioni che hanno scelto di istituire un’unica APT per ottemperare alle disposizioni legislative sono state costrette, con evidente incongruenza, a dichiarare l’intero territorio regionale come turisticamente rilevante). Lo stesso articolo demandava alle leggi regionali il compito di individuare gli strumenti e le modalità attraverso le quali attuare il collegamento funzionale tra APT e enti locali territoriali.

Il ruolo degli Enti locali era quindi limitatoad un generico raccordo funzionale con le APT. La nuova legge, invece, affida ai comuni un ruolo da protagonisti dell’offerta e dell’accoglienza turistica. Tale ruolo si esercita nella creazione dei STL che le regioni si limitano, per così dire, a riconoscere. Questa impostazione è destinata a modificare l’intero assetto organizzativo del turismo italiano, ridisegnandolo dal basso, valorizzando, in quadro nazionale unitario, le peculiarità e le identità locali. E’ tuttavia, importanteche la Conferenza Stato-Regioni, in stretto collegamento con le Associazioni nazionali dei Comuni, delle Provincie e delle  Comunità Montane, avvii immediatamente il confronto per definire i criteri di fondo per il riconoscimento dei STL e per individuare le modalità funzionali del rapporto Regioni/STL onde evitare scelte disomogenee a livello nazionale e all’interno della stessa regione.

Se finalmente viene riconosciuta l’importanza degli enti locali ciò attribuisce loro, e in particolare ai comuni, una notevole responsabilità. Oggi le lacune di molti enti locali in materia turistica sono evidenti e tali ritardi originano da una vasta gamma di fattori che sono così sintetizzabili:

  • basso livello di consapevolezza “interna” sull’importanza del turismo quale fattore di sviluppo della comunità locale e da un limitato peso del turismo nella contrattazione politica locale;
  • limitata esperienza nel turismo (affrontato prevalentemente dal solo punto di vista amministrativo) e, quindi, pressoché totale assenza di dirigenti e quadri esperti nelle articolate competenze necessarie per esercitare un ruolo di riferimento nel turismo;
  • esasperati campanilismi tra enti locali di una medesima area sistema e quindi incapacità di ottimizzare le risorse e le intelligenze disponibili creando una “massa critica”;
  • delega , spesso in bianco, attribuita alle Aziende di soggiorno prima e alle APT poi, di fungere da authority locale del turismo;
  • limitate risorse economiche da destinare al settore. Ciò si riscontra soprattutto dopo l’abrogazione dell’imposta di soggiorno avvenuta nel 1988, i cui proventi andavano, tuttavia, a finanziare l’attività delle Aziende di Soggiorno e delle APT;
  • scarsa capacità digovernance di un settore come quello turistico in cui i portatori d’interesse sono numerosi e a volte in conflitto tra loro;
  • (per governance si intende un’azione di governo basata su politiche pubbliche costantemente rinegoziate a livello multiorganizzativo e multistituzionale, tra attori pubblici e privati. Il termine si contrappone a governement, cioè a un ruolo di governo che muove da un principio di autorità nell’allocazione di valori e nella formazione delle decisioni”: Paolo Perulli “città delle reti” Torino, 2000)
  • scarsa progettualità strategica ( sono pochissimi i comuni che si sono dotasti di un Piano Strategico per lo sviluppo delle funzioni ospitali nel proprio territorio);
  • limitata esperienza nell’esternalizzazione della gestione dei servizi turistici di base, attraverso le modalità previste dalle Leggi (L.142/90, ecc.);
  • forti condizionamenti derivanti da un accentuato centralismo regionale teso a far prevalere la “marca regionale” rispetto alle destinazioni turistiche; (eccezion fatta per alcune regioni, come, per esempio le Marche, l’Umbria e alcune altre del centro Italia, il ruolo dei comuni è oggettivamente secondario, per non dire accessorio nelle politiche turistiche regionali).

Per i comuni è, dunque, arrivato il momento della verità. E’ necessario voltar pagina, accettando la sfida e tutte le conseguenze che derivano dall’attribuzione delle responsabilità. Questi processi di cambiamento sono molto profondi e richiedono una cultura fortemente innovativa che riduce drasticamente i fattori di autoreferenzialità, orientando la nuova missione  e le scelte di governo locali verso la soddisfazione delle persone che “vivono” la città in modo permanente (abitanti) o temporaneamente (turisti). E’ necessario, però, che il cammino parta col piede giusto e venga chiaramente definito il percorso.

Occorre puntare con decisione sulla formazione delle risorse umane, (il turismo è una attività che si basa prevalentemente sulle persone, sulla loro capacità professionale e di relazione), attraverso la riqualificazione e l’aggiornamento del personale esistente e la creazione di nuovi profili.

Ma è soprattutto necessario potenziare la capacità di ogni singolo comune di agire per far sistema, allargando la propria visione e la progettualità strategica. La Legge 135/2001 fornisce un solido aiuto allo sviluppo di questa nuova cultura di governo locale del turismo, introducendo il Progetto di Sviluppo Locale quale fattore di identificazione del Sistema Turistico.

La costruzione dei STL

Un Sistema turistico locale è caratterizzato da:

  • un contesto turistico omogeneo
  • offerta integrata di beni culturali, ambientali e di attrazioni turistiche
  • produzioni tipiche dell’agricoltura e dell’artigianato locale
  • presenza diffusa di imprese turistiche, singole o associate.

Ciò chiarisce molto bene un presupposto  fondamentale per gestire il processo di riforma. Un Sistema Turistico Locale  e un network  per destinazioni turistiche che hanno in comune  prima di tutto il territorio. In quest’ottica è certamente possibile che le realtà locali si aggreghino anche a prescindere dai confini amministrativi (provinciali e regionali), sulla base di una storia, di un vissuto, di un’identità e di una progettualità comune.

E’ anche possibile (e per molti versi auspicabile) che città, territori, Sistemi Turistici Locali decidano di costituire delle reti ancora più complesse caratterizzate “verticalmente” da valori, motivazioni, e prodotti tipici (esempio: le città del vino). Sarebbe, però, improprio definire queste reti come dei sistemi turistici locali,. La condizione necessaria, infatti, è l’omogeneità territoriale.

La cellula di base del Sistema Turistico Locale è, quindi, rappresentata da aree-destinazione, in cui gli enti locali, le imprese e l’intera comunità locale decidono di lavorare insieme per migliorare la qualità dei prodotti, per fare marketing, promozione e accoglienza sviluppando la funzione ospitale del luogo.

Ma come nascono i Sistemi Locali? Nel testo della nuova “Legge Quadro” si legge (comma 2 dell’art.5) che “gli enti locali o soggetti privati, singoli o associati, promuovono i sistemi turistici locali……..” ed è opportuno soffermarsi attentamente su questo punto perché, a prima vista, l’avversativa “o” potrebbe generare un equivoco. Se è vero che il presupposto del far sistema è il decidere di lavorare insieme sarebbe stato più opportuno  utilizzare una “e”.

Non ci sembra, infatti, che un imprenditore proprietario di alberghi, ristoranti, pubblici esercizi in un determinato luogo possa sostenere che le sue proprietà si caratterizzano come un STL, partecipando in tale modo alla suddivisione delle risorse pubbliche previste nel Fondo nazionale che la 135/2001 istituisce, prescindendo dalla volontà degli Enti Locali territoriali.

Il legislatore esclude questa possibilità, mettendo tuttavia, in concorrenza, pubblico e privato nella fase di promozione del sistema turistico locale, attribuendo una importanza determinante alla fase di concertazione piuttosto che a quella di formazione della proposta.

Non potrà, dunque, nascere un STL se non come un risultato di un accordo pubblico-privato, (art.5 comma 2)….attraverso forme di concertazione con gli enti funzionali, con le associazioni di categoria che concorrono alla formazione dell’offerta turistica, nonché con i soggetti pubblici e privati interessati. Su questo aspetto sarà, tuttavia, necessario fare chiarezza, onde evitare nefaste dualità e conflitti.

Si noti anche la disposizione della punteggiatura: gli enti locali o soggetti privati, singoli o associati, promuovono….Ciò lascia chiaramente intendere che anche in una singola destinazione può essere costituito un STL.

Ci pare che ciò possa essere giustificato in presenza di destinazioni di forte immagine e con un posizionamento turistico rilevante (Roma, Venezia, Firenze, Rimini,  ecc.). Le Linee Guida, tuttavia, dovrebbero incentivare l’organizzazione tra le destinazioni, allargando al tempo stesso l’ambito della concertazione (come d’altro canto prevede la legge) all’insieme della comunità locale, anche quella non direttamente coinvolta dal business turistico.

La legge, quindi, rafforza il concetto di prodotto turistico come risultato di un processo “trasversale,

che vede protagonisti le imprese e i soggetti pubblici che operano localmente. Nel processo di produzione di servizi turistici vi è un continuo interscambio di valore tra imprese, comunità e  territorio. L’offerta di servizi turistici non può prescindere dal valore aggiunto che gli deriva dall’essere identificata territorialmente, contestualizzata, tipicizzata.  La destinazione è il fulcro di questa integrazione ed è in quel contesto che si esprime la volontà di definire il ruolo della città a partire dalla funzione ospitale.

Il fondo di cofinanziamento come strumento della programmazione

La nuova “legge quadro”, con l’articolo 6, istituisce un Fondo di cofinanziamento e la ripartizione delle risorse messe a disposizione consente di selezionare e finalizzare i progetti di miglioramento della qualità dell’offerta turistica.

Nella gestione del Fondo è particolarmente importante il ruolo delle regioni  le quali sono destinatarie delle risorse che vengono ripartite per il 70 per cento tra le regioni e le provincie autonome di Trento e Bolzano in base a criteri e modalità stabiliti con decreto del Ministero dell’Industria, del commercio e dell’artigianato, previa intesa in n sede di Conferenza unificata Stato-Regioni.

Il restante 30% viene ripartito attraverso bandi annuali di concorso. A tal fine le regioni e le provincie autonome di Trento e Bolzano predispongono, sentiti gli enti locali promotori e le associazioni di categoria interessate, piani di interventi finalizzati al miglioramento della qualità dell’offerta turistica, ivi compresa la promozione e lo sviluppo dei sistemi turistici locali, con impegni di spesa, coperti con fondi propri, non inferiori al 50 per cento della spesa prevista.

Le regioni dovranno, quindi, stimolare i sistemi turistici locali a dotarsi di propri progetti di sviluppo locale. Il risultato della progettualità strategica locale dà forma e contenuto al Piano regionale degli interventi finalizzati al miglioramento della qualità dell’offerta turistica e alla promozione e sviluppo dei Sistemi Turistici Locali di cui parla il terzo comma dello stesso articolo 6 della legge, finanziato dalla regione e dagli stessi sistemi turistici locali in misura non inferiore al 50%.

Quest’impostazione è la vera cortina di tornasole per rivelare la bontà della legge. Se davvero i soggetti pubblici e privati, lo Stato, le regioni, gli Enti locali crederanno in un’azione sinergica e coordinata e faranno squadra, quel fondo diventerà uno strumento di programmazione molto importante e sicuramente sarà ampliata la modesta dotazione finanziaria messa oggi a disposizione (270 miliardi per l’anno 2000, 80 miliardi per l’anno 2001, 55 miliardi per l’anno 2002e 5 miliardi a decorrere dall’anno 2003). Si individua, dunque, nel “Progetto di Sviluppo del Sistema Turistico Locale” il fulcro delle relazioni tra dimensione locale e regione e strumento strategico di identificazione del STL.

I Progetti Sviluppo dei Sistemi Turistici Locali si finanziano attraverso le risorse proprie dei soggetti locali (pubbliche e private) delle regioni e quelle provenienti dal fondo nazionale e, in quest’ottica  di programmazione, il Progetto di sviluppo turistico del STL si configura come un “Piano Strategico della funzione ospitale” della destinazione turistica e del suo territorio. Un  piano che, ovviamente ,richiede:

  • di valorizzare l’intelligenza collettiva, la capacità di analisi del sistema territoriale il saper fare delle imprese e la loro capacità d’investimento e di innovazione:
  • di definire una visione e linee di riferimento chiare e condivise;
  • di mettere in gioco tutte le risorse del territorio;
  • di coinvolgere gli attori, stimolando l’integrazione e il coordinamento degli interessi;
  • di sviluppare un’attitudine alla valutazione comparativa (benchmarking);
  • di definire una progettualità in grado di tradurre in azione concreta, il dinamismo della società locale.

Ecco perché il successo dei STL dipende, essenzialmente  dalla strategia e dalla capacità di governance e ci sembra utile richiamare qui una considerazione di  Paolo Perulli (“la Città  delle reti”, cit.): il progetto deve saper anticipare i processi i attraverso una visione di lungo periodo che renda più coesi gli interessi (non solo interni alla città, ma anche quelli delle città localizzate nella sua zona d’influenza) e mobiliti i decisori locali. Il rischio che il governo urbano si trova a fronteggiare è quello della “zero sum solution” nei giochi tra interessi, che si esprime nei veti incrociati di diversi portatori di interessi nei confronti di qualsiasi progetto di trasformazione urbana. Per evitare questi rischi, ogni progetto strategico di città dovrà partire da un’analisi dell’esistente e su questa base definire le vocazioni prioritarie (i punti di forza). Per questo ogni progetto di città è destinato a essere unico, specifico, “su misura”.

Il Piano di sviluppo di un STL, quindi, è uno strumento utile a definire:

  • Una visione condivisa
  • Lo stato delle funzioni ospitali del luogo
  • I punti di forza, di debolezza, le potenziali e i rischi
  • Gli assi strategici dello sviluppo turistico
  • Un piano d’azione basato si progetti finalizzati a:
  • miglioramento della qualità delle infrastrutture urbane e della coesione sociale;
  • potenziamento dell’identità locale, della cultura ospitale e della qualità dell’accoglienza;
  • incremento della qualità dei prodotti e dei servizi e il loro orientamento alla soddisfazione degli utenti, favorendo la qualificazione delle imprese e la loro aggregazione;
  • miglioramento dell’immagine del territorio;
  • attrarre flussi di cittadini temporanei e di motivare gli investitori interni ed esterni all’area.

L’azione di programmazione strategica, in conclusione, operando dal livello globale a quello regionale e locale

  • rappresenta una sfida per la società locale
  • definisce nuove metodologie partecipative
  • potenza il senso di appartenenza e di prossimità
  • stimola una più marcata territorializzazione degli interessi
  • rende più forte l’azione di marketing della città e del territorio.

Gli strumenti di governo

La legge non precisa quale dovrà essere la natura giuridica degli strumenti di governo e di gestione dei STL. Ciò rappresenta un problema aperto, risolvibile, a nostro avviso, in modo coordinato ma non omogeneo e standardizzato sull’intero territorio nazionale. Ogni realtà locale, sulla base di indicazioni fornite dalla linee guida e precisate dalle leggi regionali, dovrà confezionare le proprie soluzioni gestionali come un abito su misura, in grado di corrispondere alle proprie esigenze e al proprio “vissuto” (Agenzie Speciali, Consorzi, GAL, ecc.)La funzione di governo dei STL, invece, potrà fare riferimento ad un’ampia gamma di soluzioni previste nell’’ambito della programmazione negoziata (Patti territoriali, contratti d’area, accordi di programma,  creazione di authority, ecc.).

La creazione di un STL è, pertanto, un processo complesso di coinvolgimento dell’insieme della società locale.

Ogni singolo cittadino dovrà sentirsi coinvolto nello sforzo di miglioramento continuo della qualità dell’accoglienza, facendo proprio il principio base del turismo, cioè che una città che si organizza per accogliere e far star bene le persone che la vivono temporaneamente è una città dove tutti vivono meglio.Nello spirito della legge le istituzioni locali dovranno – congiuntamente alle imprese e alle loro rappresentanze – stringere un patto per la qualità dell’accoglienza, dando forma concreta all’idea di città e territorio ospitale.

In definitiva la riforma del turismo italiano, attraverso la costituzione dei sistemi turistici locali, non definisce solo la nuova mappa dell’organizzazione turistica nazionale ma consente di liberare importanti e positive energie basate su vocazioni e risorse locali, consente di riqualificare il territorio, rendendo più ospitali le città, consente di diversificare l’offerta, rompere modelli organizzativi spesso asfittici. Crediamo che, con queste opportunità, il turismo italiano possa ri-trovare lo slancio ideale per avviare una nuova fase di sviluppo turistico sostenibile e per affrontare le sfide del nuovo millennio, consentendo alla galassia di piccole e medie imprese di esplorare nuovi territori della domanda e di sperimentare nuove proposte e modelli di offerta turistica.

 LA CONSULTA NAZIONALE DEI COMUNI TURISTICI DOPO L’APPROVAZIONE DELLA LEGGE QUADRO

L’impegno dell’ANCI nel settore del turismo  è andato progressivamente crescendo fino a divenire un punto qualificante delle strategie complessive dell’organizzazione.

L’attenzione dell’ANCI è stata indubbiamente trainata dalla sempre più forte domanda di politiche adeguate, azioni coordinate e servizi “in rete” originata dall’accresciuta consapevolezza dei comuni italiani sull’importanza del turismo per lo sviluppo economico, sociale e culturale del territorio di loro competenza.

A questi nuovi bisogni ha saputo fornire un’adeguata risposta la Consulta dei Comuni Turistici, la cui attività ha assunto in ruolo sempre più significativo.

L’ANCI ha svolto una funzione importante nel complesso processo di negoziazione che ha portato alla nuova legge quadro sul turismo, dando voce in varie sedi istituzionali e non all’esigenza dei comuni italiani e dei sistemi locali di sentirsi protagonisti di una nuova stagione del turismo italiano.

L’ANCI si è avvalsa della collaborazione di importanti esperti del settore per elaborare le proprie strategie, divenendo progressivamente un punto di riferimento e un luogo di elaborazione di originali approcci alle problematiche del turismo, incentrate sulla ridefinizione del ruolo della città e del territorio a partire dalla funzione ospitale.

Il punto più alto della capacità di elaborazione e di aggregazione dell’ANCI è stato il Convegno di Firenze del 9 marzo dedicato al tema dei sistemi turistici locali. In quella occasione è stata approvata la Carta di Firenze. Un documento  di principi e di valori che, diffuso nel sistema delle autonomie, rappresenta la visione della funzione ospitale della città e la base del patto tra amministrazioni pubbliche e cittadini sia che essi vivano la città permanente (residenti) o temporaneamente (turisti). La carta di Firenze rappresenta uno stimolo molto importante per lo sviluppo di una progettualità strategica nel turismo del sistema degli Enti locali.

Attualmente l’ANCI, attraverso la Consulta e ANCI Servizi è impegnata in due importanti progetti, d’intesa con il dipartimento nazionale per il turismo: la nascita del Club delle città ospitali e quello dei più bei borghi turistici d’Italia. L’ANCI inoltre sta collaborando con la Scuola Superiore di Pubblica Amministrazione per l’avvio di un ampio e articolato piano di formazione dei dirigenti e funzionari comunali addetti al turismo.

In conclusione il ruolo dell’ANCI nel settore del turismo non è più solo riconducibile all’importante funzione di rappresentanza “sindacale” dei comuni. Si può, infatti, affermare che nel quadro degli attori delle politiche del turismo del nostro paese, l’associazione dei comuni rappresenta un soggetto tra i più attivi e propositivi, qualificandosi come un dinamico interlocutore dei vari livelli di governo nazionali e regionali e delle imprese.

Documento approvato dalla Convention promossa dall’ANCI sul tema “I sistemi turistici locali – I comuni per la cultura e l’ospitalità”

LA CARTA DI FIRENZE

I Comuni per la qualità delle funzioni ospitali dei Sistemi Turistici Locali

I comuni turistici italiani riuniti, per iniziativa dell’Associazione Nazionale dei Comuni (ANCI) a Firenze il 9 marzo 2001, sottolineano l’importanza dell’art.5 della Legge di Riforma della legislazione nazionale  del turismo, approvata il 1° marzo 2001 che istituisce i Sistemi Turistici Locali attribuendo un ruolo di primo piano agli Enti Locali.

Ribadiscono che

i comuni  rappresentano un riferimento  primario e imprescindibile delle politiche turistiche sul territorio e svolgono un ruolo da protagonisti nel processo di costituzione e gestione dei STL (Sistemi turistici locali) con l’obiettivo di valorizzare il ruolo delle imprese turistiche e degli altri settori che determinano la qualità dell’offerta turistica locale;

Il Comune è soggetto istituzionale più vicino a chi vive temporaneamente per motivi turistici la città e, in quanto tale, è il primo garante della qualità dei servizi offerti;

I STL  assumono, nelle programmazioni regionali, un ruolo strategico per il rilancio della capacità competitiva e della forza di attrazione dei territori all’interno della Marca Italia nel mondo, salvaguardando e valorizzando le identità, le specificità, l’originalità, le eccellenze ed i “marchi” locali;

Il turista gode degli stessi diritti e adempie i medesimi doveri dei cittadini residenti;

L’obiettivo dell’offerta integrata dei STL è orientato a soddisfare e far star bene le persone che vivono l’esperienza turista dell’area facilitando le relazioni con i residenti e con il territorio;

I STL debbono essere impostati e governati secondo strategie del turismo sostenibile che mirino al mantenimento ed alla preservazione delle risorse di base, in particolare quelle ambientali. La programmazione strategica dei STL favorisce la formazione delle risorse umane e del management, lo sviluppo dei livelli occupazionali, la qualificazione economica, sociale e culturale del territorio;

La promozione turistica di una località, di una città e/o un’area turistica è  prima di tutto “saper accogliere”.A tale proposito, tenuto conto anche dei punti di cui sopra, i STL debbono dotarsi di opportuni sistemi telematici di informazione  e monitoraggio per una verifica  del modo in cui vengono preservate le tipicità locali, delle condizioni di qualità, dei sistemi di promozione attuati e della capacità di carico. L’attività di monitoraggio delle funzioni ospitali è strumento essenziale per la definizione delle strategie di sviluppo dell’area e per la messa a punto di misure per la gestione  dei flussi dei visitatori (turisti  ed escursionisti). Secondo questa logica deve essere messo a punto un sistema di accoglienza che tenga conto e predisponga servizi con i clienti con bisogni speciali;

I comuni propongono un patto per la qualità tra i soggetti politici e privati che operano nelle STL finalizzato, tra l’altro, al miglioramento continuo dell’accoglienza turistica, alla fruizione delle risorse di base e alla creazione di un sistema di informazione facilmente  a accessibile, diffuso ed integrato. L’attività degli enti locali si integra con quella delle imprese turistiche che operano  nel campo dell’accoglienza, dei pubblici servizi, della intermediazione, dei trasporti e nelle attività cosiddette non convenzionali, e favorisce il perseguimento di condizioni di qualità anche attraverso innovative forme di gestione dei STL.

L’identità di una destinazione turistica, in quanto originale proposta di un turismo autentico che valorizza i beni, le tradizioni e le tipicità locali e i prodotti del territorio, costituisce elemento   caratterizzante e determina il modo di essere e l’immagine della località e/o dell’area di riferimento.

L’attività dei comuni si ispira anche al codice mondiale di etica del turismo promosso ed approvato dalla WTO (World Tourism Organisation).

Con riferimento ai principi di cui sopra

L’ANCI si impegna a promuovere la Carta di Firenze affinché  sia recepita dall’insieme dei Comuni Italiani, inspirando anche scelte di governo a livello regionale, nazionale ed europeo.

L’ANCI si impegna, inoltre a collaborare attivamente con le regioni per la definizione delle linee guida previste dalla legge di riforma nazionale del turismo, coinvolgendo la amministrazioni comunali ed elaborando proposte operative ispirate ai principi della Carta di Firenze.

Firenze, 9 marzo 2001

di Pietro Leoni

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