Lago Magnetico

Acque interne e polarità turistiche

La vacanza al lago rappresenta una notevole e diffusa realtà nel turismo italiano ed un interessante attivatore di traffico per i viaggiatori d’oltralpe. Forte di una propria identità  autonoma, il lago si presenta – con crescente successo – come proposta alternativa alla vacanza estiva balneare e come proposta tipologicamente più caratterizzata rispetto al turismo in media montagna, sia invernale che estivo. In questa competizione, il lago si colloca in una posizione avvantaggiata, perché  presenta entrambi gli elementi che caratterizzano i suoi concorrenti: acqua e monti, due atous determinanti della realtà naturale e della attrattiva turistica.  Ma questi due elementi vanno colti nel loro inscindibile abbinamento , che a volte rischia di restare distinto e separato, a danno dell’immagine autentica del lago di montagna. Anzi, forse è addirittura il caso di ampliare gli elementi connotativi che ne determinano il fascino, a partire dalla risorsa binaria integrata;  clima, vegetazione, paesaggio, morfologia, quasi sempre accompagnati da arte e storia, sono gli ingredienti  attrattivi in grado di fare dei laghi di montagna una meta turistica capace di richiamare visitatori da ogni parte, in misura crescente.

Se in origine furono le bellezze naturali a rappresentare il principale richiamo, fu subito chiaro, ai frequentatori, che il loro soggiorno aveva bisogno di ulteriori stimoli: all’incontro paesaggistico si aggiunsero presto ritocchi di interventi artistici destinati a trasformare la vacanza al lago in autentico godimento estetico.

L’esempio della diffusione delle ville sulle sponde dei laghi, tra il 1500 e il 1600, ne è una precisa testimonianza: si trattava di sontuose costruzioni abbellite da viali alberati, gioghi d’acqua, scalinate, arricchite ulteriormente di parchi, con combinazioni vegetali e floricole di fama mondiale, studiate per esaltarne la grandezza e la bellezza. Proprio le ville sul lago, dunque, furono il regno di un costume nascente in seno all’alta borghesia cittadina : la villeggiatura che, insieme al Grand Tour costituisce l’elemento del moderno rito collettivo delle vacanze e del turismo.

Da allora, le sponde lacuali non hanno cessato di essere mete predilette, come dimostra la successione quasi ininterrotta di abitazioni che circondano quelle più celebri. Certo, dalle ville si è passati alle villette, talvolta addirittura alle case a schiera e ai condomini: contenitori e frequentatori, insomma, sono andati avanti di pari passo.

E’ questo il caso, almeno, del  lago classico che accoglie un turismo più definito, di pensionati attratti dal clima e tranquillità, di viaggiatori del fine settimana con abitazione propria, non alieni da pratiche sportive, di gitanti tradizionali che utilizzano gli scorci panoramici del lago come antidoto al grigiore  degli scenari, cittadini. Insomma , per questi ospiti, tradizionali, si può osservare che la fruizione dei laghi è altrettanto tradizionale: la vacanza al lago prevede visite artistiche e culturali, arricchite per gli escursionisti con percorsi naturalisti; tutto però è consumato con moderazione e gli ospiti finiscono per vivere le proprie vacanze quasi come si trattasse di città d’arte o di turismo balneare, solo un po’ più soft. La stessa vacanza ottimizzata per lo stesso pubblico omogeneizzato, abituato a volere e ottenere tutto e con poca fatica. Di qui la possibilità/pericolo di una declinante “autonomia” del prodotto lago.

Il lago di montagna, al contrario, presenta  tratti fortemente caratterizzati , meno soggetti al pericolo della standardizzazione. Innanzitutto determina una identificazione forte tra la propria immagine e quella del suo frequentatore;  così se il lago è isolato, immerso nel territorio, aspro, circondato da boschi, tanto più il suo frequentatore deve conoscerlo, andarci apposta, adattarsi, camminare. E’, se è vero che queste caratteristiche tengono lontano il lago dalle frequenze d’uso più tradizionale del turismo di massa, è altrettanto vero che lo connotano fortemente e ne fanno una meta più autenticamente remunerativa sotto il profilo psicologico.

I laghi montani  sanno di conquista individuale. E’ facile, quindi, individuare i soggetti che subiscono il fascino di tale vacanza: si tratta essenzialmente di single, di coppie giovani, di famiglie magari abitualmente troppo prese dal lavoro, e con figli adulti. Comune a tutti  è l’intento di utilizzare le vacanze come un modo per conoscersi e ritrovarsi, con sé stessi o con gli altri. Ma ,se questo è vero, in presenza di dinamiche demografiche e sociali che vedono questi come i segmenti di domanda più vivaci, c’è da ritenere che si aprano grandi potenzialità di mercato per l’offerta turistica “lago”.

Il turismo dei laghi montani presenta, dunque, aspetti forti che lo denotano come altra vacanza, rivolta ad una fascia ben individuata di turisti particolari, che alla frequentazione del lago vero e proprio sanno unire il piacere di comunicare, conoscere, integrarsi nell’ambiente naturale e nel mondo vivo delle comunità mocali senza creare particolari problemi di impatto. Il turista del lago montano è un turista a cui piace poter scegliere tra mille eventi che animano la sua vacanza, abbinate a particolari pratiche sportive a cui va aggiunta senz’altro una più autentica esplosione del territorio, rivolta ad una soddisfacente conoscenza della bellezza degli scenari montani e della loro ricchezza naturale.

Tra il relax del lago e la fatica della montagna si può interporre, insomma, il fascino sottile e  discreto di foreste e boscaglie che d’estate si presentano come solitarie distese di arbusti e cespugli, mentre d’inverno si adornano della filigrana preziosa delle tracce che solcano il monte bianco,  testimonianza di presenze vive che si stenta a credere vere,  svelano la volpe, il lupo, il cinghiale, la martora, la lepre, il cervo, il daino, il camoscio e il capriolo.

E che svelano la presenza di un turista più attento e partecipe.

Di Pietro Piemiontese

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