La Legislazione Turistica e L’evoluzione del Mercato

L’approvazione della Legge 29 marzo 2001 N.135 –  Riforma della legislazione nazionale del turismo – pubblicata sulla G.U. del 20 aprile, che è stata subito ribattezzata la “nuova legge quadro”, ha chiuso un dibattito che si era protratto per anni lasciando in vita – come un prodotto scaduto che resta in mostra sullo scaffale – la vecchia 217 dell’’83: una legge le cui norme, ancora formalmente in vigore, erano state superate dall’evoluzione del mercato turistico prima, e poi dai decreti Bassanini che hanno ridisegnati i rapporti tra l’amministrazione centrale e i poteri  locali. Ora, la nuova disciplina toglie ogni alibi all’inerzia di coloro che, pur dicendo di volere la riforma, preferivano in realtà lasciare le cose come stavano e andare avanti nell’incertezza delle norme e nell’assenza di ogni programmazione.

L’impianto della legge è fortemente impegnativo, soprattutto perché detta poche regole mentre apre molte opportunità, rinviando ad atti amministrativi (un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) sia la disciplina relativa alle tipologie delle imprese  e ai requisiti che questi devono avere, sia ai criteri per l’esercizio delle professioni turistiche, sia la formazione degli obiettivi e delle azioni di sostegno allo sviluppo dell’attività economica  nel campo del turismo. Emerge, quindi, una concreta finalità di semplificare e delegiferare: due obiettivi che corrispondono pienamente alle varie esigenze dei soggetti  che operano – direttamente o indirettamente – nel mercato turistico, stabilendo che ogni due anni dovrà essere convocata la Conferenza Nazionale del turismo per esprimere orientamenti utili alla  emanazione delle linee guida contenute nel Decreto del Presidente del Consiglio le quali, ovviamente, dovranno riflettere i continui cambiamenti che si registrano all’interno dell’organizzazione turistica.

Ma l’aspetto più innovativo della Riforma è dato dal riconoscimento del ruolo delle comunità locali come soggetti dello sviluppo turistico, prefigurando una organizzazione degli interessi più aderente alla realtà del mercato dove competono, prima di tutto, le destinazioni e, all’interno di queste, collaborano e  nello stesso tempo competono le imprese e gli altri attori dell’industria e dell’ospitalità. Proprio per l’importanza di questa  innovazione legislativa, un’intera sezione di questo fascicolo di AT è dedicata  ai Sistemi Turistici Locali, la cui istituzione apre una serie di problemi che devono essere affrontati sia sul piano dell’approfondimento che sul piano della sperimentazione concreta. Questo aspetto della riforma, del resto, è quello su cui si sta apprestando la “resistenza “ delle Regioni che – al di là delle contestazioni formali e dell’annunciato ricorso alla Corte Costituzionale – in realtà non sembrano gradire lo spostamento di “potere” che di fatto si realizza, dalla centralità regionale di quasi  tutte le competenze in materia, al riconoscimento della facoltà di auto organizzazione delle comunità locali che vogliono progettare il proprio sviluppo turistico. Una facoltà  che, va detto, si basa sul principio di sussidiarietà, ma soprattutto sugli elementari principi della geografia del turismo che percepisce l’identità dei luoghi e non le suddivisioni della geografia amministrativa.

Da questo punto di vista, la dialettica che si apre con l’approvazione della nova legge è di natura squisitamente politica, anche se avrà risvolti istituzionali nell’ambito della riforma federale, e quindi si pone in termini affatto diversi rispetto alla contrapposizione Stato-Regioni. Per questo, il ricorso alla Corte Costituzionale – quale che sia l’esito se verrà effettivamente agito dalle Regioni – può avere solo un valore  rituale perché il protagonismo  delle comunità locali, soprattutto nel campo del turismo, non può essere ingabbiato da un assetto dei poteri che escluda dal gioco gli enti territoriali. E la nuova legge consente appunto di passare dal protagonismo delle comunità locali alla progettualità concreta che può essere espressa all’interno delle aeree omogenee a vocazione turistica.

Ma, a parte il tema dei Sistemi Turistici Locali, questo numero speciale di Azienda Turismo è tutto dedicato alle prospettive che si aprono dopo l’approvazione della 135 e, per fornire un quadro normativo più completo, oltre all’analisi-commento  del testo della nuova legge, abbiamo ritenuto utile pubblicare un’appendice sulle leggi regionali e, in un’altra sezione della rivista, richiamare le altre disposizioni in materia di beni culturali e ambientali che interessano l’attività turistica. Fra queste, abbiamo dedicato particolare risalto alla recente istituzione di una Direzione Generale per l’Architettura di qualità all’interno del Ministero della Cultura, un risalto che ci ha consentito – tra l’altro – di selezionare le illustrazioni di questo fascicolo riproducendo le immagine di alcune opere architettoniche che sono diventate  i nuovi magneti del turismo internazionale o di progetti in corso di realizzazione nelle città italiane più dinamiche che non vogliono puntare solo sulla storia del passato, ma competere anche sulla base della progettualità, sapendo che questa rappresenta il vero up to date su cui si misurerà il successo delle destinazioni urbane nei prossimi anni.

di Giuliano Faggiani

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