Il Turismo nel Semestre di Presidenza Italiana

Come favorire lo sviluppo del turismo nei Paesi dell’UE. durante la presidenza italiana nel primo semestre del 1996?. Quali le iniziative del presidente di turno dei ministri del turismo dei Paesi membri della comunità?

Innanzitutto occorre sottolineare che il successo dei lavori non dipenderà soltanto dell’impegno della Presidenza ma essenzialmente dall’apporto costruttivo dei Paesi membri e dell’industria del settore.  Il turismo  – nonostante la sua riconosciuta importanza quale elemento di sviluppo economico e sociale, quale acceleratore del processo di costruzione europea, nonché strumento di percezione del concetto di cittadinanza europea –  non occupa ancora una posizione di rilievo a livello comunitario. Il problema della sua scarsa visibilità deriva in larga parte dall’intersettorialità del settore e della obiettiva difficoltà di circoscrivere la materia.

Tuttavia il peso percentuale imputabile al turismo sul prodotto interno lordo, sull’occupazione e sull’indotto è di tale evidenza che non si può non riconoscergli la qualifica del settore con proprie autonome caratteristiche. Quindi, il turismo si avvia sempre più ad essere considerata un’attività internazionale coinvolgendo cittadini di tutti  gli Stati membri e dei Paesi terzi in un processo di mobilità. La quale, secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMIT) , coinvolgerà nell’anno 2000 circa 661 milioni di persone e  nel decennio 1990-2000 circa 937 milioni di persone con un tasso annuo medio di crescita del 3,8%.

Di fronte all’esplosione del movimento turistico ed alle enormi potenzialità del settore, appare opportuno chiedersi se le iniziative finora adottate a livello comunitario siano da considerarsi idonee e coerenti con l’importanza della materia. Le prime timide reazioni comunitarie al riguardo risalgono agli anni ottanta. Ma è solo nel 1990, Anno Europeo del Turismo, che l’Unione europea ha riconosciuto la necessità di dare validità al settore. Da allora ad oggi lo scenario si è arricchito di numerosi contributi provenienti dalle Istituzioni comunitarie,. Parlamento Europeo,  Commissione Europea e Comitato economico e sociale hanno espresso un’opinione sostanzialmente concorde nel ritenere inadeguata l’azione intrapresa finora dall’Unione europea in materia di turismo, auspicando un rafforzamento delle competenze della Commissione nel rispetto  del principio di sussidiarietà.

Il dibattito sul ruolo dell’UE in materia di turismo si è sviluppato ulteriormente con la recente pubblicazione del Libro Verde sul turismo , documento che sottolinea l’impegno delle parti istituzionali e degli operatori del settore per la costruzione di un quadro di riferimento coerente con gli obiettivi indicati dalla Commissione.

Obiettivi che consistono nell’attribuire all’impresa turistica una più accentuata funzione di elemento propulsore per lo sviluppo e per l’occupazione; nel tenere in maggior considerazione le esigenze di tutela e di soddisfacimento della domanda turistica e nel rafforzare la consapevolezza del ruolo fondamentale da attribuire alle risorse ambientali e culturali. E’ proprio su tali problemi dovrà pronunciarsi la Conferenza intergovernativa.

Si aggiunga poi che, in mancanza di una base giuridica, il turismo non potrà contare a livello europeo su un sufficiente grado di protezione di cui altri settori godono. Pertanto, l’interconnessione del turismo con altre materie già di competenza dell’Unione – quali la cultura, l’ambiente, la tutela dei consumatori e le politiche sociali – comporta che le decisioni assunte altrove ricadano sugli operatori del settore privando lo stesso del necessario potere di negoziazione.

Tale posizione riflette anche quanto espresso nella Risoluzione del 15 dicembre 1994 del Parlamento europeo il quale ha insistito affinché venga inserito – nell’ambito della revisione del Trattato e nel rispetto del principio di sussidiarietà – un titolo specifico sul turismo che stabilisca una politica europea del turismo autonoma. Condividendo tale Risoluzione, l’Italia – analoghele posizioni di Belgio, Grecia, Lussemburgo, Irlanda, Austria, Portogallo e Finlandia – è favorevole all’iscrizione di un titolo sul turismo nel Trattato. Contrario è invece l’atteggiamento di Olanda, Germania e Gran Bretagna.

Al riguardo giova osservare che il Comitato economico e sociale  (Ces) dell’UE presieduto dallo spagnolo Carlos Ferrer, nel corso di una recente riunione ha approvato  (80 voti favorevoli, 34 contrari e 17 astensioni) il seguente “emendamento” che verrà preso in esame e discusso nelle prossime settimane in occasione della Conferenza intergovernativa:

  1. La Comunità Europea e gli Stati membri vigilano sulla creazione delle condizioni quadro necessarie al mantenimento ed allo sviluppo della concorrenza nel settore turistico. A questo scopo la loro azione punta a:
  • raggiungere uno stretto coordinamento tra la politica comunitaria e le politiche  degli Stati membri nei confronti del settore turistico;
  • sviluppare azioni comuni Comunità-Stati membri al fine di garantire che il settore turistico sia nelle condizioni di affrontare la concorrenza a livello mondiale;
  • conciliare in maniera equilibrata gli interessi delle imprese del settore e quelli dei consumatori partendo dal principio dello sviluppo durevole ispirato all’interesse di preservare il patrimonio culturale e naturale.
  1. Al fine di realizzare gli obiettivi enunciati, la Commissione vigila per l’integrazione e la coordinazione delle politiche che riguardano il settore turistico in tutti i settori della politica comunitaria.

Nel quadro del semestre di presidenza italiana dell’UE il turismo è dunque,  considerata materia di particolare attenzione. Verranno esaminati anche i temi relativi alla cooperazione con i Paesi terzi, sia nell’ambito  delle relazioni con i Paesi dell’Est che  nell’ambito della nuova politica euromediterranea.

L’ordine del giorno del Consiglio dei ministri convocato il 18 aprile 1996 prevede i seguenti argomenti, indicati anche dalla Commissione:

  • Dibattito sul ruolo dell’Unione Europea in materia di turismo;
  • Rapporto di valutazione sui risultati del primo Piano d’azione in favore del turismo:
  • Cooperazione euromediterranea nel settore del turismo.

L’evento del passaggio del secondo al terzo millennio potrà, inoltre, costituire elemento ulteriore di riflessione comune in quanto il processo di mobilità interna ed internazionale sarà fortemente accelerato dalla manifestazioni dell’evento del terzo millennio e del Giubileo.

Pertanto obiettivi della Presidenza italiana sono:

  • Contribuire all’avanzamento del dossier relativo agli aspetti istituzionali e politici del turismo all’interno dell’Unione europea;
  • Promuovere il dibattito ed elaborare proposte concrete per una sua cooperazione euromediterranea sul turismo.

La Presidenza ha organizzato inoltre, in collaborazione con la Commissione – D.G. XXIII  – la Settimana Europea del turismo che si svolgerà a Napoli dal 7 all’11 maggio 1996 e i cui lavori verteranno su un Simposio e sulla cooperazione euromediterranea.

Il Simposio europeo è destinato all’approfondimento delle tecniche di interesse comune, con particolare riferimento all’innovazione dell’offerta e della domanda turistica europea allo scopo di individuare e orientare lo scenario tendenziale del turismo in Europa. Si intende anche, in tal modo, proseguire nell’azione intrapresa dalle Presidenza francesi e spagnole che hanno affrontato rispettivamente il tema dell’occupazione nel turismo e quello del turismo della terza età.

La seconda parte della Settimana europea del turismo  – che sarà illustrata in un incontro con la Stampa di Milano giovedì 29 febbraio alle ore 11:30 presso la Sala Parrini della Bit – riguarderà invece la cooperazione euromediterranea . Il processo di costruzione di uno spazio euromediterraneo si va, infatti, definendo sempre più come momento di confronto e collaborazione tra più soggetti istituzionali per assicurare lo sviluppo sostenibile e duraturo dei Paesi limitrofi. La costruzione del modello di sviluppo del turismo nello spazio euromediterraneo trova collocazione attualmente all’interno delle relazioni multilaterali tra i Paesi dell’area e dovrà trovare analoga collocazione all’interno della politica di cooperazione dell’Unione Europea.

Nell’ambito delle relazioni, è in atto un processo di collaborazione che, avviato dalla Conferenza euromediterranea  di  HyèresLesPalmiers del 1993, è stato consolidato dalla Conferenza di Casablanca del settembre 1995. I Paesi del Mediterraneo proseguiranno il lavoro iniziato esaminando le questioni connesse alla costituzione della Rete Mediterranea del turismo, incaricata dalla messa in opera della cooperazione mediterranea.

“Il turismo sarà al primo posto nel processo di cooperazione” – aveva detto Stefano L. Torda, Capo del  Dipartimento del Turismo della Presidenza del Consiglio dei Ministri – al suo rientro da Amman, dove si sono svolti qualche mese fa i lavori del secondo vertice economico per il Medio Oriente ed il Nord Africa (Mena).

Quella di Amman – ha sottolineato Stefano L. Torda – è stata una tappa significativa per il processo di pace in Medio Oriente e per lo sviluppo del turismo fra i Paesi delle due sponde del Mediterraneo. Per rimarcare l’importante ruolo del turismo, è stato istituito –nell’ambito del Gruppo di lavoro per lo sviluppo economico – un  Centro regionale di sviluppo  del turismo denominato Menta (Associazione Turismo e Viaggi) che fungerà da struttura regionale di coordinamento per il Medio Oriente, il Mediterraneo Orientale, gli Stati del Golfo ed il Nord Africa. Re Hussein di Giordania ha chiuso i lavori del vertice economico – al quale hanno partecipato duemila persone, tra politici ed imprenditori in rappresentanza di circa sessanta paesi – conclusosi ora con l’approvazione della Dichiarazione di Amman. Questo documento contiene una serie di impegni e di iniziative dei Paesi mediterranei fra cui quella relativa all’istituzione di una Banca per lo sviluppo regionale.

L’auspicato ingresso tra i Paesi dell’Unione  di Cipro e Malta contribuirà a restituire il giusto peso politico, oltre che economico, al bacino del Mediterraneo. In tale processo di rinnovata cooperazione, una tappa importante è stata la Conferenza euromediterranea di Barcellona svoltasi il 27 – 28 novembre scorso.  La Dichiarazione adottata dalla Conferenza di Barcellona ha delineato il quadro di riferimento per assicurare lo sviluppo socio-economico dell’area, migliorare le condizioni di vita delle popolazioni residenti, incoraggiare la cooperazione e l’integrazione regionale.

Il turismo può contribuire efficacemente al raggiungimento di tali obiettivi alla pari, se non di più, di altri settori dell’economia: la Dichiarazione di Barcellona, nel fare riferimento alla Carta del turismo medirterraneo adottata a Casablanca nel 1995 dai ministri del turismo, ha individuato gli assi della politica di cooperazione nel turismo che consistono nell’informazione, nella promozione e nella formazione.

Gli incontri euromediterranei  di Napoli affronteranno ipotesi di cooperazione nel pieno rispetto del concetto di sviluppo compatibile; particolare rilievo verrà conferito pertanto all’interrelazione tra turismo, cultura e ambiente.

E’ previsto, infine, un incontro conclusivo tra i Ministri del turismo dei Paesi membri  e dei Paesi terzi del Mediterraneo per definire una posizione comune in ordine all’avanzamento in sede comunitarie di una politica mediterranea a favore del turismo.

di Roberto Mari

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