Il parco geo-marino di Villasimius

Progettualità integrata nella realtà della Sardegna

Nel premettere che il Comune di Villasimius è ancora in attesa del decreto istitutivo di quello che noi chiamiamo paco geomarino, e che almeno in questa prima fase sarebbe più opportuno indicare con il termine di riserva marina, vorrei fornire alcuni dati utili ad analizzare meglio questa esperienza che, come Sindaco, ho avuto l’opportunità di vivere direttamente .
Con circa 6.000 posti letto classificati, per un totale di 18 esercizi alberghieri e 1 campeggio, la realtà turistica di Villasimius si colloca ai primi posti, e precisamente al terzo posto, nel panorama complessivo del turismo sardo. Complessivamente, quindi, nei quattro mesi di stagione, questo patrimonio ricettivo totalizza qualcosa come 450.000 presenze.

A queste cifre, vanno tuttavia sommate quelle derivanti dalle presenze di circa 2.000 seconde case che, insieme al centro urbano, sviluppano un’ulteriore disponibilità di posti letto, per un totale di circa 11.000 unità, a loro volta in grado di registrare un numero di presenze pari a quello registrato delle strutture ricettive ufficiali.

Tuttavia, in mancanza di una legge che classifichi le seconde case e che consenta, quindi, la raccolta ufficiale dei dati, questo calcolo empirico non è verificabile. Pur essendo auspicabile che tale carenza venga superata dal Consiglio regionale, attraverso l’adozione di un apposito strumento normativo, esistono tuttavia alcuni parametri, tra cui la quantità totale di rifiuti solidi urbani conferiti alla discarica controllata, l’afflusso totale dei liquami all’impianto di depurazione centralizzato e il livello dei consumi idrici, abbastanza attendibili da avvalorare queste cifre.

Il Comune di Villasimius, che attualmente conta di una popolazione di 2.800 abitanti nel periodo invernale, e una media di 25.000 nel periodo estivo, ha sempre vissuto, grazie ad un’economia di sussistenza a carattere prevalentemente agro-pastorale, in una condizione di quasi assoluto isolamento, dovuto alle distanze che lo separano da Cagliari e dagli altri centri abitati.
Nei primi anni Sessanta, l’avvio allo sviluppo turistico si manifestò con una costruzione di alcuni alberghi di ottima qualità, che tuttavia sortirono l’unico effetto di alimentare le prime speculazioni
di carattere immobiliare, in questo agevolate dall’assenza di interventi pubblici in grado di elaborare una qualche forma di strategia. In questa fase, dunque,tutto era lasciato all’iniziativa privata, che si muoveva in un’ottica di pura speculazione, all’insegna del mordi e fuggi.

Un progetto trainante per l’economia dell’aerea

Solo dalla metà degli anni Settanta, la Regione, che ha competenza primaria in materia urbanistica, prese a regolamentare con più attenzione l’uso del territorio.
A sua volta, anche il Comune cominciò a dotarsi di strumenti di pianificazione urbanistica più attenti alla salvaguardia di una risorsa primaria come l’ambiente.
Ma è solo agli inizi degli anni Ottanta che, soprattutto a livello locale, si comincia a fare strada l’idea della necessità di una strategia che, a partire dalla salvaguardia della riserva primaria, fosse anche in grado di individuare un progetto di uso corretto o, come si direbbe oggi, sostenibile del territorio e dell’ambiente, capace di diventare trainante per l’intera economia locale.

Nasce così l’idea del parco geo-marino di Villasimius, come risposta a uno sviluppo sostanzialmente stagnante e monoculturale, incentrato sul consumo della risorsa più che sul suo uso sostenibile.
Ma questa idea nasce in un periodo in cui, nè a livello nazionale, né a livello regionale, esistevano strumenti legislativi capaci in qualche modo di prevedere e, meno che mai, di incentivare la creazione di parchi o di aree protette.
Un parco, quindi, pensato come infrastruttura in grado di imprimere una svolta importante a tutto lo sviluppo turistico del territorio, dal punto di vista della diversificazione di un’offerta turistica basata prevalentemente sul solo binomio mare/spiaggia, come pure della destagionalizzazione che, considerando quel turismo naturalistico che viaggia fuori dai classici schemi delle “ferie estive”, avrebbe potuto contemporaneamente “allungare”la stagione turistica.

Così, in raccordo con la comunità montana di appartenenza (la XXIV Comunità Montana del Serpeddì), si fece appello alla legge 64 per reperire le risorse necessarie ad affidare agli esperti, coordinati da Eugenio Fresi e dal professor Clemente, lo studio di fattibilità, prima di passare alla fase di progettazione esecutiva, che si è conclusa nel 1996.
Le risorse impiegate per la progettazione esecutiva, vennero invece reperite nel quadro del programma Envireg, a seguito di un piano di progettazione che, partendo dai dati acquisiti con lo studio di fattibilità, individuava alcuni settori prioritari d’intervento in relazione alla realizzazione di un parco, non solo strettamente connesso con lo sviluppo esistente, ma in grado di agire come volano per una riconversione qualitativa e temporale di questo stesso sviluppo.

Le azioni più rilevanti

Ecco, quindi, tanto per segnalare i progetti più rilevanti, l’individuazione dei percorsi di archeologia subacquea, dei sentieri blu, del progetto di salvaguardia e di assetto dei litorali sabbiosi, per renderli fruibili, all’interno di un processo di sfruttamento “sostenibile”, con il conseguente progetto di gestione delle spiagge, lo studio -effettuato con puntuali rivelazioni distribuite nell’arco di un anno –
del moto ondoso e delle correnti litoranee, la mappatura totale delle stesse praterie di posidonie e la progettazione del museo del mare, dell’acquario e del teatro all’aperto.

Il progetto prevede che la riserva geo-marina comprenda per il comparto marino il tratto di mare compreso fra la linea costiera antistante il territorio del Comune di Villasimius e la batimetrica dei 60, comprese le isole dei Cavoli e di Serpentara e, per il comparto terrestre, quattro aree funzionali costiere così identificate:

1. Capo Bai
2. Cuccureddus
3. Capocarbonara e lo stagno di Notteri
4. Punta Molentis

Geograficamente, i limiti del percorso si identificano con il tratto di costa che si estende, per circa 34 Km. da Capo Bai fino a Punta Is Cappuccinus e comprende varie superfici per un totale di 370 ettari. La superficie a mare è invece di circa 100 kmq.
Solo a questo punto si è ritenuto di inviare alla Consulta nazionale del mare, alla quale diamo atto di aver dato prova di grande sensibilità, per la rapidità con la quale si è espressa, in termini molto lusinghieri, sulla nostra proposta. Ora non resta che attendere il parere della Conferenza Stato-Regioni, per la conclusione dell’iter istruttorio che dovrebbe portare all’adozione del decreto istitutivo di competenza del Ministro dell’Ambiente. Per quanto ci riguarda, possiamo affermare che il nostro parco nasce con la piena condivisione della popolazione locale, degli operatori turistici e delle categorie produttive interessate. E’ questo un passaggio fondamentale, viste le difficoltà, spesso insormontabili, che altri parchi marini e/o terrestri stanno incontrando in Sardegna. Sotto questo profilo, è anche innegabile il contributo offerto dall’intesa conclusa tra la Regione e il Ministro dell’Ambiente che, affidando la gestione agli Enti locali interessati, ha sicuramente superato uno degli impedimenti che si frapponevano alla nascita dei parchi marini in Sardegna.
Certo, esiste la consapevolezza dei problemi che nasceranno ora, con l’avvio della gestione, ma vi è anche la volontà di andare avanti, nella certezza di avere intrapreso la strada giusta, quella decisiva, per stabilizzare il nostro sviluppo, la nostra economia, il nostro futuro.
In tal senso, stiamo già registrando le prime reazioni positive e le proposte di investimenti e di iniziative che riceviamo sono sostanzialmente in linea con le nostre previsioni. In altre parole, possiamo affermare che gli imprenditori hanno recepito e si stanno adeguando al nostro messaggio.

E’ così che, nell’ultimo anno,sono arrivate molte proposte interessanti, che vanno dall’albergo tematico per gli escursionisti subacquei a tutta una serie di iniziative che, dalla navigazione a vela al campo da golf a diciotto buche, intendono trasformare il porto turistico in un polo di riferimento per la Sardegna meridionale.
E’ tutto ciò si aggiunge all’accordo concluso con l’Università di Cagliari – investita dal Demanio dello Stato della concessione perpetua sull’isola dei Cavoli – per l’istituzione di un centro internazionale di ricerca scientifica situato nei locali dismessi del faro. La stessa Università ha già avviato un interessante programma di ricerche multidisciplinari, in collegamento con altre università e Istituti di ricerca nazionali ed internazionali.

Diversificazione dell’offerta

Tutto ciò, in stretto collegamento con le strutture ricettive esistenti, in grado di ospitare i ricercatori che soggiorneranno a Villasimius durante il periodo di ricerca. Questa è la caratteristica del nostro parco, che nasce su un tessuto economico già esistente, non già per limitarlo o comprimerlo, ma per razionalizzarlo e rivitalizzarlo con una diversificazione dell’offerta, in modo tale da renderlo maggiormente competitivo rispetto alle altre località turistiche del Mediterraneo.
Un parco che, nel decreto istitutivo, vede la chiusura di un processo e l’immediato avvio della gestione e non già, come nel caso della maggior parte degli altri parchi, l’inizio del processo conoscitivo, di studio, di progettazione. Tutto questo si integra con il parco regionale dei Sette Fratelli-Monte Genis in fase di istituzione.

Il parco regionale dei Sette Fratelli – che interessa il comprensorio montano del sud-est dell’isola, per un totale di 152.383 ettari sottoposti a tutela, di cui 58.853 ettari di parco e 95.530 ettari di preparco, distribuiti su 23 comuni – comprende anche, per 1.337 ettari, il Comune di Villasimius.

La sua presenza risulta strategica alla costituenda riserva geomarina per diversi aspetti, fra cui:
a) la valorizzazione della fascia costiera,con il suo duplice ruolo di sbocco al mare del parco
montano e di forte polo di attrazione turistica;
b) le interazioni positive sul piano dell’organizzazione di attività e promozione turistica;
c) l’integrazione di realtà socio economiche (silva-pastorale e commerciale-marinara) tra loro
diverse,ma anche fortemente complementari.

Il piano di gestione del parco montano già prevede di realizzare, a Villasimius, una struttura decentrata di secondo livello (ufficio informazioni,promozione e esposizione di attività locali), che
dovrebbe significativamente contribuire all’integrazione delle due realtà.

Sistema a rete dei parchi

Questa integrazione mare-montagna, zone interne-zone e costiere, da più parti auspicata, consentirà un vero e proprio sviluppo integrato, una piena valorizzazione di tutte le risorse ambientali, storiche, culturali, sociali ed economiche del nostro territorio.
E’ evidente che la destinazione di tale progetto non potrà che produrre benefici effetti sulle economie locali e regionali, oggi afflitte da uno sviluppo asfittico, monoculturale, e, soprattutto nelle zone interne, di mera sussistenza.
Inoltre, con l’istituzione della riserva di Capo Carbonara e di quelle di Capo Caccia, Sinis Mal di Ventre e Tavolara, oltre ai parchi dell’Asinara e della Maddalena, si creeranno le condizioni per mettere in piedi un sistema a rete di riserve marine che caratterizzeranno positivamente l’immagine complessiva della Sardegna e della sua offerta turistica.
Il passaggio successivo dovrà necessariamente essere quello di un sistema a rete, che metta in relazione le aree protette marine italiane nel Mediterraneo, costituendo un primo importante passo per l’avvio di scambi di esperienze gestionali e promozionali.
La realizzazione di ciò, darebbe maggior peso e forza ai programmi legati alla ricerca scientifica, alla formazione, all’educazione trasfrontaliera e all’offerta su ben più vasti mercati di un pacchetto turistico differenziato che esalti le biodiversità, le culture e le produzioni dei luoghi.

In conclusione,con la realizzazione di questo progetto, siamo convinti di aver creato le condizioni per un uso intelligente e corretto della nostra risorsa più importante, peraltro l’unica, costituita dall’ambiente e dal territorio.
Attendiamo ora, fiduciosi, la conclusione positiva dell’iter istitutivo della riserva geomarina di Capo Carbonara, pronti come siamo ad iniziare,da subito, un lungo, seppur esaltante percorso che, in tutti i casi, non potrà che dare risultati importanti per il futuro del nostro Comune e della nostra isola.

di Salvatore Sanna
Sindaco di Villasimius

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