Gli Itinerari Turistici come Strumento di Promozione e di Commercializzazione

L’itinerario come indicazione di percorso

Tra le varie tematiche collegate al turismo e alle sue attività, notevolmente interessante ci sembra quella relativa all’origine e allo sviluppo degli “itinerari turistici”, per la sua connessione con elementi culturali, storici, ambientali, esotici, e successivamente per la sua  evoluzione da contenuti originariamente descrittivi e indicativi a strumento di promozione e commercializzazione.

Fino al suo inserimento nella gamma delle proposte turistiche il termine “itinerario” ha semplicemente significato una indicazione di distanze tra due o più località, possibilmente con una sommaria descrizione delle cose più interessanti da vedere lungo il percorso, e talvolta (ma piuttosto raramente) con l’indicazione di qualche particolare concernente opportunità di sosta o di soggiorno.

Tutto ciò si riferiva naturalmente (alle origini) a percorsi stradali, o tutt’al più marittimi (questi naturalmente con le sole indicazioni di distanze, porti e possibilità di approdo); ed erano, queste, sommarie formulazioni, destinate a viaggiatori per motivi di lavoro, o di famiglia, a militari, o a  pellegrinaggi di varie religioni.

Su tali schematiche indicazioni di distanze e di località, che seguono i percorsi delle più frequentate direttrici stradali, si innesta successivamente una vasta letteratura di impressioni, descrizioni, ricordi, a cura di viaggiatori particolarmente colti ed attenti, che trova i suoi più significativi esponenti in grandi scrittori e memorialisti del secolo XVIII,  e quel genere librario che è rappresentato dalle “Guide”, che in un primo tempo conteneva soltanto descrizioni  di città, musei e complessi archeologici e, in seguito, si è estesa anche a più lunghi e diversificati percorsi.

E’ peraltro opportuno ricordare che, nell’ambito di città storicamente  artisticamente importanti, le stesse Guide già descrivevano spesso a beneficio di visitatori e studiosi (sempre comunque “spontanei”) particolari itinerari con l’indicazione dei percorsi, monumenti, chiese,  ecc.

L’itinerario come strumento di viaggio.

Quando poi i viaggi e gli spostamenti di persone, per motivi che non sono più strettamente personali, assumono un generalizzato carattere di svago, riposo e ricerca culturale, e si manifestano in proporzioni sempre crescenti, allora si materializza in tutte le sue espressioni il fenomeno “turismo”.  E quelli che erano soltanto schematici profili a carattere indicativo e geografico, diventano descrizioni più dettagliate di distanze, di luoghi, di interessanti soggiorni e di spostamenti diversificati. I semplici “itinerari” diventano così “itinerari turistici”. Naturalmente  questo comporta una ampia necessità di informazioni  di descrizioni, notizie e indicazioni varie, che vengono prevalentemente divulgate con i più vari strumenti editoriali e grafici, sia da grandi  organismi della funzione pubblica che, a livello nazionale, regionale e  locale, hanno  per contenuto istituzionale l’incremento e la diffusione delle attrattive e risorse turistiche. Successivamente, con il progressivo enorme sviluppo del fenomeno, anche molte iniziative editoriali private dedicano spazio a queste attività di commercializzazione.

Per comprensibili motivi gli itinerari turistici in un primo tempo più frequentemente presentati sono stati quelli “cittadini”, perché, a parte i soggiorni climatici o curativi, proprio nelle città si concentravano le presenze , anche  in parte organizzate, dei visitatori e dei turisti;  ed è qui che per la prima volta gli itinerari turistici formulati su schemi ben precisi entrano a far parte di iniziative imprenditoriali private  (i così detti “sight-seeings”).

Successivamente, sempre su base documentaria e informativa, le strutture e le dimensioni degli itinerari turistici si estendono fino a raggiungere proporzioni intercontinentali;  e qui il miglioramento  tecnologico e qualitativo dei mezzi di trasporto assume una funzione fondamentale, perché ai vari livelli esso dà origine a una forma di turismo “collettivo” rappresentato da “packages” preventivamente presentati e organizzati dalla imprenditoria privata per i gruppi di varia dimensione,

L’itinerario come offerta di turismo

Ed è qui che il concetto di itinerario turistico rappresenta la premessa di un’attività economica completamente diversa da quella puramente editoriale. La presentazione e descrizione di un itinerario turistico, nelle varie dimensioni ed estensioni, si traduceva praticamente (come ancora spesso si traduce)in una proposta  diretta sostanzialmente a un pubblico individuale per la progettazione e lo svolgimento di un’attività personale. Con la formulazione di packages comprendenti itinerari ben definiti quello che era prima una descrizione obiettiva diventa ora un prodotto commerciale da collocare sul mercato.

La formulazione e commercializzazione di packages destinati a un pubblico “collettivo” ha avuto all’inizio per oggetto viaggi e soggiorni in località climatiche  e balneari; e quindi, con la successiva evoluzione delle attività si è rivolta, su medie e lunghe distanze, a itinerari di varia destinazione,  spesso con la utilizzazione integrata di ricettività e mezzi aerei e terrestri, dando luogo naturalmente, a una serie  più diversificata di prodotti, conseguente a una domanda sempre più ampia e sofisticata.

Ciò che è importante osservare, e che in questo settore si assiste a una manifestazione caratteristica del marketing turistico, e cioè l’integrazione tra le attività  della funzione pubblica e le iniziative della imprenditoria privata. Difatti la presentazione di itinerari turistici sotto un profilo puramente descrittivo rientra preliminarmente tra i compiti più tradizionali degli enti turistici pubblici, sia che essa si riferisca a percorsi cittadini, sia che comprenda estensioni a varie località; e ciò a fini  sia di documentazione che  di promozione per completare e sollecitare attività e iniziative economiche connesse al turismo. Su questo rilevante aspetto dell’offerta si inseriscono una o più varie formulazioni di prodotti che formano oggetto di attività promozionali e commerciali. E’  a questo proposito è sempre rilevante il rapporto della funzione pubblica quando  si volge alla valorizzazione di attrattive e risorse turistiche insufficientemente conosciute, anche con la creazione di adatte infrastrutture e con vaste campagne di comunicazione.

Itinerari turistici e Mezzogiorno

Un interessante esempio di  tali iniziative si è verificato in  Italia con il progetto governativo (1985) degli “Itinerari turistico-culturali del Mezzogiorno”, che tuttavia non andò oltre una impostazione generale, per la mancanza di una sufficiente volontà politica e di una effettiva programmazione di strutture, tempo e risorse.

Questi itinerari, di diversa lunghezza e auspicabilmente utilizzabili in varie segmentazioni, avrebbero dovuto rappresentare il presupposto per il completamento, ove necessario, di attrezzature ricettive, di ristorazione, di assistenza automobilistica, e di svago. Purtroppo in questo caso non si è verificata la necessaria integrazione tra attività pubblica e iniziativa privata, e quindi l’efficacia del progetto si è limitata a una, pur lodevole funzione indicativa generalmente illustrativa. Probabilmente occorrerà riprendere e utilizzare l’esperienza degli i  I.T.C. nel  nuovo quadro di opportunità derivante dall’attenzione che la Comunità Europea sta mostrando per il segmento del  turismo culturale.

E’ comunque il fondamento stesso dell’iniziativa sta a dimostrare come, anche nel caso degli itinerari turistici, l’integrazione tra pubblico e privato, collegando la razionalizzazione e documentazione dell’offerta alla formulazione e commercializzazione dei vari prodotti, rappresenti un aspetto estremamente positivo di sviluppo turistico.

di Luciano Merlo

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