Le esigenze poste dal giubileo
Come tutti gli eventi, anche il Giubileo pone una serie di problemi legati alle condizioni della loro sostenibilità. Con l’aggravante che, rispetto all’evento più atteso di questo fine millennio, le difficoltà vanno analizzate e risolte nell’arco di un intero anno. Tuttavia, il fenomeno dei grandi eventi, siano essi religiosi, culturali o sportivi,procede di pari passo con la globalizzazione, con il turismo di massa e con la maggiore propensione al viaggio indotta dalla maggiore accessibilità dei mezzi di trasporto e del progressivo aumento dell’età media della popolazione del mondo industrializzato. Non è a caso se, ogni anno, si contano decine di eventi di grandissimo impatto per le località che li ospitano. Nel 1997, ad esempio, più di due milioni e mezzo di persone hanno invaso Londra per i funerali della principessa Diana, mentre i giovani di tutta Europa si dividevano tra Parigi e Berlino per assistere a due eventi completamente differenti, come il raduno del Papa in agosto e la “festa rave” dell’Estate berlinese, avvenimenti diversi, ma ugualmente in grado di mettere alla prova le capacità gestionali legate alla concentrazione degli enormi flussi di giovani accorsi per eventi di così grande richiamo. Di fronte a ciò il problema non è di impedirne la partecipazione, quanto di definire i livelli di sostenibilità per poi impostarne la gestione.
Questione non da poco, dal momento che,come per il Giubileo, la gestione di un evento comporta un’organizzazione complessa. Oltre a presupporre l’efficienza dei servizi pubblici, essa coinvolge anche i soggetti privati che operano nei più svariati settori dell’ospitalità, del commercio e della distribuzione. Tuttavia, mentre il buon funzionamento dei servizi ha contribuito alla perfetta riuscita delle manifestazioni di Londra, Parigi e Berlino, il concerto che i Pink Floyd hanno tenuto a Venezia, qualche anno fa, è passato alla storia per la coda di polemiche e per i cumuli di rifiuti sotto i quali rimase sommersa Piazza S. Marco per un intero week-end e offerti in pasto alle televisioni di tutto il mondo.
Ciò dimostra che il vero problema non è l’evento in se, ma la sua gestione sotto il profilo della predisposizione e della organizzazione dei servizi. In altri termini, il turismo deve potersi sviluppare all’interno di un tessuto in cui le singole componenti non siano separate e le sinergie, le funzioni e le temporabilità attivate siano coordinate sistematicamente. Allora, quando si parla di sostenibilità in generale e, in modo più specifico di sostenibilità di eventi come il Giubileo, è importante essere consapevoli delle difficoltà di realizzare in un paese moderno ed industrializzato, obiettivi come quello del coordinamento, delle sinergie e dei progetti di sistema. In ogni caso, se si vuole mettere in pratica il concetto di sostenibilità, la formula di una agenzia speciale, come quella creata a Roma per gestire a livello di sistema la preparazione dell’evento giubilare, è la formula corretta, anche se ancora perfettibile.
di Luigi Zonda
Presidente dell’Agenzia Romana per il Giubileo