La BTC di Firenze: una borsa di rango internazionale
Giunta alla sua 15° edizione, con 632 espositori (pari ad un aumento del 43% rispetto al 1998) la BTC si propone come un vero “centro servizi” per chi deve programmare congressi, convention, incentivi ed eventi speciali, costituendo l’unica Fiera specializzata italiana a livello internazionale e l’unica in Europa nel periodo autunnale:un importante momento d’incontro tra l’offerta congressuale italiana e estera ed il vasto mondo degli organizzatori di eventi. Infatti, già sulla base dei lusinghieri risultati conseguiti dell’edizione 1998, il Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato aveva concesso alla BTC, Borsa del Turismo Congressuale ed Incentives, la qualifica di manifestazione internazionale. A seguito di questo riconoscimento, dopo l’edizione di quest’anno, la BTC sta lavorando per collocarsi nel 2000 quale manifestazione leader dell’Unione Europea, incentivando le presenze delle destinazioni più significative del “vecchio continente”, in funzione della sempre più crescente domanda italiana presente alla Borsa. Da quest’anno inoltre la BTC è member of ETTFA (Europan Tourism Trade Fairs Association).
Con BTC sono salite a 17 le più importanti manifestazioni fieristiche europee. Oltre alla BTL di Lisbona, EIBTM di Ginevra, WTM di Londra, REISELIV di Oslo, FITUR di Madrid, MATKA di Helsinki, HOLIDAY WORLD di Praga, TRAVEL di Budapest, MITT di Mosca, TUR di Gothemburg, CIS TRAVEL MARKET di San Pietroburgo, e PHILOXENIA di Tessalonik; infine sono stati accolti nell’ETTFA cinque nuovi membri: ITTTF di Zagabria, ITF di Bratislavia, BTF di Bruxelles, TOURSIB in Russia e la nostra BTC di Firenze.
Ma il successo della BTC segna anche la diffusa consapevolezza che, in Italia, si comincia ad avere sull’importanza del segmento turistico congressuale, non solo per le rilevanti ricadute economiche, ma anche perchè è un fattore di moltiplicazione dei turismi internazionali.
Quando la “destinazione Italia” era ambita prevalentemente per la vacanza legata al sole e al mare, o al turismo culturale, meeting e congressi venivano ricercati solo per riempire gli alberghi nelle fasi di calo stagionale, mentre, all’estero altri luoghi – meno dotati di attrattive culturali e ambientali – già puntavano sul turismo congressuale ed investivano capitali pubblici e privati per realizzare grandi strutture per riunioni di lavoro e per accogliere manifestazioni con migliaia di partecipanti. Oltre ai Palazzi dei Congressi, i “Convention bureau” – dove si incontrano gli interessi collettivi di una località – rappresentavano il motore dell’attività promozionale e della commercializzazione, ma questa esperienza era pressoché sconosciuta in Italia, solo dieci anni fa. Su questa rivista pubblicammo un articolo del compianto Giuliano Girini sulla necessità di organizzare, anche nel nostro Paese, un Convention bureau e fu subito accesa una polemica da parte degli amministratori delle strutture burocratiche cui era affidata la promozione turistica pubblica, ci fu un generale disinteresse da parte degli operatori privati.
Oggi sembra vi sia una maggiore contezza che il turismo congressuale non si improvvisa e che non basta avere una grande dotazione culturale o un patrimonio di città d’arte disseminate su tutta la penisola per ospitare meeting e congressi. Ma le esperienze di Convention bureau, dopo il fallimento del C.B. Nazionale, anche a livello locale si contano sulle dita di due mani. A Roma se ne sta parlando solo da qualche mese e, francamente, ci sembra assurdo che una grande metropoli turistica come la nostra capitale non abbia ancora una Convention bureau, e che non abbia un Palazzo di Congressi degno di questo nome, che si prevede di realizzare solo entro il 2004 (se tutto va bene e non succede – quello che è successo per l’Auditorium, per il quale si è data la colpa a Renzo Piano che non avrebbe saputo far bene i progetti).
Il successo della BTC di quest’anno ci dimostra, tuttavia, che qualcosa si muove anche in Italia nella direzione giusta e, alla Borsa fiorentina, poi nazionale, ora di rango internazionale, dobbiamo dare atto che ha svolto una funzione pionieristica offrendo stimoli, documentazioni, occasioni di incontro e di confronto.
E’ questo, il motivo per cui abbiamo voluto delineare il DOSSIER di questo numero di AT al turismo congressuale – quasi un augurio per il 3° millennio – riportando il quadro dei dati aggiornati del comparto e le valutazioni sul suo divenire. Con qualche elemento di confronto sulla realtà di altri Paesi che, prima di noi, hanno capito l’importanza di questo mercato.
di Giuseppe De Pietro