Turismo, arte e spettacolo
Dal cinema che promuove i luoghi turistici al luogo d’arte che accoglie gli spettacoli
Nel 1932 la Biennale di Venezia dava vita al primo festival di cinema del mondo e sceglieva di chiamarlo “Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica”. D’un solo colpo, il cinema era trasportato nell’olimpo dell’arte e si vedeva dedicata una vetrina prestigiosa in uno scenario decisamente esclusivo.
Di certo, il cinema con l’arte ha una lunga dimestichezza, ha adattato libri, rifatto opere di teatro, raccontato storie di artisti, i suoi scenari prediletti sono i luoghi artistici. Il cinema, e non solo quello italiano, si è nutrito a lungo delle bellezze dell’Italia e le ha diffuse nel mondo intero, rendendo un servizio prezioso al nostro Paese.
Ora, in una sorta di gioco delle parti, i luoghi d’arte del paese si sono trasformati da scenari in contenitori di spettacolo. L’elenco delle città d’arte, dei teatri greci e romani, delle ville rinascimentali o delle chiese barocche e neoclassiche che ospitano rassegne di cinema, teatro, liriche o concerti abbraccerebbe praticamente l’Italia intera, nonché una buona fetta del suo patrimonio artistico. Senza volere entrare nel merito delle polemiche, già abbondanti, sull’opportunità dell’utilizzo di monumenti per spettacoli – e condividendo pienamente le preoccupazioni circa la salvaguardia dei monumenti – vorremmo però sottolineare la forza culturale dell’accostamento spettacolo-arte e il fascino evocativo che ne consegue. Forse in alcuni casi, occorrerebbe verificarne se le motivazioni con cui la Sopraintendenza negano l’uso di un luogo siano veramente ispirate all’esigenza di salvaguardare il bene culturale o ne derivino invece dalla pretesa di tutelare una malintesa “Sacralità” del sito. Come ci sembra sia avvenuto a Roma, dov’è stata impedita la “simulazione cosmologica” ideata dal regista inglese “Greenaway” che avrebbe consentito di vivificare – dopo quattro secoli – il segno di Sisto V che aveva fatto trasferire a Piazza del Popolo l’obelisco per farne lo stilo di una grandissima meridiana.
Una cosa è certa, assolvendo alla duplice funzione di amplificatore dell’immagine Italia e di suscitatore di desiderio per l’immaginario collettivo, lo spettacolo nei luoghi artistici ha contribuito a operare la trasformazione del viaggio in Italia da itinerario artistico-culturale a meta di vacanza globale, appagatrice di istinti ludici e vocazioni di conoscenza.
A conferma della solidità dell’accostamento Arte-Cinema, la passata edizione del festival veneziano nel dare vita all’Assise Mondiale degli Autori– avvenimento straordinario che ha riunito in comunità di intenti gli autori cinematografici dei cinque continenti – ha scelto la Scuola Grande S. Giovanni Evangelista, uno splendido monumento cittadino risalente al 1200 con dipinti di Tintoretto, Palma il Giovane, Tiepolo. E’ il cinema, è lo stile italiano, è l’evento; in ogni caso, ingredienti del rilancio internazionale della Mostra operato da Gillo Pontecorvo, direttore per la terza volta nel ’94, che ha portato al Lido divi e autori di fama mondiale – e di nuovo a Venezia e il Lido al centro dell’attenzione del mondo.
E’ singolare come, seguendo un percorso diverso, Domenico Fisichella, Ministro dei Beni Culturali, sembri guardare ad uno stesso obiettivo. Il neo-ministro vuole rifondare il Ministero e trasformarlo in Ministero della Cultura, integrandolo con parte del soppresso dicastero dello Spettacolo. Per lui è necessario una visione più dinamica del bene culturale nel quale sia possibile far rientrare anche lo Spettacolo. Si tratta di uno spunto importante del riconoscimento di valenza culturale e espressioni artistiche che appartengono alla migliore tradizione del paese e che veicolano – riecco il punto – una forte immagine dell’Italia in campo internazionale.
In verità, il veicolo-cinema italiano, per il momento, sta dimostrando di funzionare perfettamente: 6 film hanno appena rappresentato l’Italia al Festival di Cannes e due prestigiosi riconoscimenti – a “Caro Diario” di Nanni Moretti per la migliore regia e a Virna Lisi come migliore attrice – lo hanno magnificato.
A Venezia , nel corso di questa 51° edizione della Mostra, sarà presentato il programma delle celebrazioni del centenario del cinema, che cade il prossimo anno, speriamo che l’occasione serva anche all’elaborazione di un programma serio di sviluppo e rilancio del cinema italiano che, come tutti sanno, è anche uno dei principali portavoce del mady in Italy e del nostro stesso turismo incoming. Speriamo anche che Venezia ritorni ad essere il prestigioso festival di una volta, vincendo magari la sfida con Cannes, ma senza doversi affidare solo alla genialità di qualche direttore o a improvvisazioni e balletti di nomine. A proposito: Cannes ha annunciato che dal ’96 vuol spostare il festival a settembre, come Venezia.
di Pietro Piemontese